Ora sappiamo a che età si invecchia di colpo

La giovinezza non ha età, diceva Pablo Picasso, ma la vecchiaia si. Secondo un nuovo studio c'è un momento della vita in cui il declino biologico sembra accelerare. L'analisi, pubblicata su Cell il 25 luglio, ha rivelato che intorno ai 50 anni il corpo umano subisce un brusco cambiamento. Lo studio evidenzia anche come non tutti i tessuti invecchino allo stesso ritmo: in particolare, i vasi sanguigni risultano tra le strutture che subiscono un deterioramento più rapido. "L'analisi temporale ha rivelato un punto di svolta dell'invecchiamento intorno ai 50 anni, con i vasi sanguigni come tessuti che invecchiano precocemente e sono marcatamente suscettibili all'invecchiamento".
La scoperta va a rafforzare l’idea che l’invecchiamento non segua un percorso lineare, ma sia scandito da fasi di cambiamenti improvvisi e accelerati. Tuttavia, prima di indicare i 50 anni come una vera e propria “soglia critica”, saranno necessarie ricerche più ampie e approfondite, ha avvertito Maja Olecka, esperta di processi d’invecchiamento presso il Leibniz Institute on Aging – Fritz Lipmann Institute di Jena, in Germania, che non ha partecipato allo studio.
Onde di cambiamento biologico
Gli scienziati sapevano già che non tutti gli organi invecchiano allo stesso ritmo, ma una nuova ricerca guidata da Guanghui Liu, dell’Accademia Cinese delle Scienze di Pechino, mostra che il processo non è uniforme. L’invecchiamento procede per “ondate”, con fasi di relativa stabilità seguite da accelerazioni improvvise. Per scoprirlo, il team ha analizzato campioni di tessuto provenienti da otto sistemi corporei — tra cui quello cardiovascolare, immunitario e digerente — prelevati da 76 persone di età compresa tra 14 e 68 anni, tutte decedute in seguito a incidenti.
Mappando l’insieme delle proteine presenti nei tessuti, i ricercatori hanno osservato un aumento progressivo di 48 proteine associate a malattie legate all’età. Già intorno ai 30 anni emergono i primi segnali di cambiamento, soprattutto nella ghiandola surrenale, che regola importanti ormoni e processi metabolici.
Il punto critico tra i 45 e i 55 anni
Gli studi dimostrano che l’invecchiamento non è un processo costante, ma avanza per tappe. Una delle più critiche si colloca tra i 45 e i 55 anni, quando nel corpo avviene un brusco cambiamento: i livelli di molte proteine subiscono variazioni significative, segnalando un’accelerazione del declino biologico.
Le trasformazioni più evidenti si riscontrano nell’aorta, l’arteria principale che trasporta il sangue dal cuore al resto del corpo. Qui i ricercatori hanno individuato una proteina che, se somministrata a topi da laboratorio, amplifica l’invecchiamento a livello sistemico. Secondo Liu, quindi, i vasi sanguigni potrebbero funzionare come un' “autostrada” biologica, capace di trasportare molecole che innescano o amplificano il deterioramento di altri organi, diffondendo così l’effetto dell’invecchiamento in tutto l’organismo.
Perché alcune parti del corpo invecchiano prima?
Secondo Michael Snyder, genetista della Stanford University, lo studio conferma l’idea che l’invecchiamento non colpisca il corpo in modo uniforme: “Siamo come un’automobile: alcuni componenti si usurano molto prima di altri”. Capire quali organi e tessuti siano più vulnerabili potrebbe aiutare a sviluppare terapie mirate per rallentare l'invecchiamento.
Studi precedenti condotti da Snyder avevano già identificato punti di svolta intorno ai 44 e ai 60 anni. Un'analisi statistica ha rivelato che la maggior parte delle molecole osservate, l'81 percento, è cambiata in modo significativo intorno a due età. "Durante i 40 anni e i 60, sembra che si siano verificati la maggior parte dei cambiamenti", ha sottolineato Snyder.
Altri studi hanno rilevato un’accelerazione verso gli 80 anni, un intervallo di tempo che non è stato preso in considerazione dall'analisi pubblicata su Cell. Le discrepanze tra i diversi studi, spiegano gli autori, derivano spesso dalle differenze nei campioni analizzati, nelle popolazioni studiate e negli approcci sperimentali. Tuttavia, man mano che si accumuleranno nuovi dati e che le ricerche includeranno serie temporali più dettagliate, i meccanismi molecolari alla base dell’invecchiamento diventeranno sempre più chiari.
“Al momento non sappiamo ancora cosa inneschi questi punti di transizione”, afferma Maja Olecka, esperta di biologia dell’invecchiamento al Leibniz Institute di Jena, non coinvolta nello studio. “Ma è un campo di ricerca che sta crescendo rapidamente e promette di rivelare aspetti fondamentali del nostro invecchiamento biologico.”