Molti uomini non smettono di mangiare carne perché la scelta minerebbe la loro virilità
Molti uomini non riducono il consumo di carne – o non lo abbandonano del tutto – perché secondo il loro punto di vista questa scelta avrebbe un impatto negativo sulla propria virilità. In parole semplici, sulla base di questa distorta percezione un uomo che mangia un piatto di insalata passerebbe per meno “mascolino” di uno che addenta salsicce, braciole e bistecche. Una vera e propria assurdità, ma come dimostrano battute in alcuni film comici su vegetariani e vegani, l'abbandono della carne per alcuni verrebbe associato anche all'orientamento sessuale, come se vi fossero modelli alimentari più idonei per il cosiddetto maschio alfa.
A determinare che una parte degli uomini non rinuncia alla carne (del tutto o in parte) perché sente minacciata la propria virilità è stato un team di ricerca australiano guidato da scienziati della Facoltà di Medicina e Psicologia dell'Università Nazionale Australiana (ANU), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Università di Canberra. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Samantha K. Stanley, ricercatrice in psicologia sociale presso l'ateneo di Canberra, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un sondaggio ad hoc online nel quale hanno coinvolto circa 5.000 australiani, sia uomini che donne. Nello specifico, la professoressa Stanley e le colleghe Cameron Day e Patricia M. Brown hanno chiesto ai partecipanti di valutare innanzitutto la propria “tipicità di genere”, ovvero una misura in cui gli uomini si sentono mascolini e le donne femminili. Successivamente hanno analizzato il rapporto con la carne, chiedendo loro come la considerassero e se avessero intenzione di ridurne / eliminarne il consumo (o se non l'avessero già fatto). Quest'ultimo elemento è legato alla recente promozione di diete principalmente basate su prodotti di origine vegetale da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e di altre istituzioni, alla luce della maggior sostenibilità in un contesto di crisi climatica globale (senza dimenticare la salubrità).
Incrociando tutte le informazioni raccolte i ricercatori hanno osservato che gli uomini che si sentivano più virili e mascolini avevano una minore probabilità di ridurre il consumo della carne o di prendere in considerazione i modelli vegetariani e vegani. Per gli uomini la carne è vista come “necessaria”, “piacevole” e “naturale”. Curiosamente anche le donne sentivano minata la propria femminilità mangiando meno carne, ma è noto che queste ultime ne consumino comunque meno rispetto agli uomini.
“Questi risultati suggeriscono che la tipicità di genere auto-valutata può essere rilevante per comprendere le differenze di genere nei comportamenti di consumo di carne. Gli appelli ad adottare diete a basso contenuto di carne o senza carne possono essere più efficaci se considerano i modi in cui le diete australiane sono interconnesse con i generi e le identità”, hanno specificato Stanley e colleghe. “La crescente accettazione di mascolinità alternative e lo sviluppo di pubblicità di alimenti a base vegetale che strizzano l'occhio alla mascolinità potrebbero essere utili per promuovere la riduzione del consumo di carne”, hanno concluso gli esperti. Va comunque considerato che si tratta di uno studio basato su sondaggi di auto-valutazione con tutti i limiti del caso. I dettagli della ricerca “Masculinity Matters for Meat Consumption: An Examination of Self-Rated Gender Typicality, Meat Consumption, and Veganism in Australian Men and Women” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Sex Role.