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Misteriosi segnali radio continuano a ripetersi nello spazio profondo

Gli astronomi ne hanno appena rilevati altri 25 nei dati del radiotelescopio CHIME, situato presso il Dominion Radio Astrophysical Observatory (DRAO) nella Columbia Britannica, in Canada.
A cura di Valeria Aiello
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Gli astronomi della McGill University di Montreal, in Canada, che fanno parte di team internazionale CHIME/FRB (Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment/Fast Radio Burst), hanno annunciato la scoperta di 25 nuovi segnali radio ripetuti che provengono dallo spazio profondo. Questi nuovi impulsi radio, noti come lampi radio veloci (FRB), portano a quota 50 il numero totale di fonti FRB ripetute e potrebbero avvicinare gli scienziati alla comprensione di uno dei misteri più affascinanti che l’universo ci abbia mai posto.

Gli astronomi sanno che gli FRB provengono da molto al di fuori della nostra Via Lattea e sono probabilmente prodotti dalle ceneri lasciate dopo la morte delle stelle. Ma la maggior parte delle migliaia di fonti FRB ad oggi rilevate è stata vista scoppiare solo una volta, mentre questo piccolo sottoinsieme è stato visto esplodere più volte, sollevando dubbi sulla possibilità che gli FRB che si ripetono abbiano la stessa origine di quelli che non si ripetono. Un indizio chiave è che le due popolazioni sembrano avere caratteristiche diverse, come la durata dei lampi che producono e la gamma di frequenze emesse. Ciò ha portato al consenso sul fatto che probabilmente esistano due categorie distinte di FRB: ripetuti e una tantum, con origini diverse.

Trovare nuove fonti ripetute è quindi la chiave per risolvere l’enigma sulla loro origine, e la scoperta di 25 nuovi FRB, dettagliata in articolo appena pubblicato su The Astrophysical Journal, ha un valore unico per gli astronomi.

Un nuovo metodo per rilevare i segnali radio ripetuti

Per arrivare alla loro identificazione, gli scienziati hanno setacciato i dati del CHIME, un radiotelescopio di nuova generazione situato presso il Dominion Radio Astrophysical Observatory (DRAO) nella Columbia Britannica, in Canada, utilizzando una nuova serie di strumenti statistici appositamente sviluppata.

Ora possiamo calcolare con precisione la probabilità che due o più esplosioni provenienti da luoghi simili non siano solo una coincidenza – ha spiegato il dottor Ziggy Pleunis del Dunlap Institute for Astronomy & Astrophysics dell’Università di Toronto, e corrispondente autore della pubblicazione – . Questi nuovi strumenti sono stati essenziali per questo studio e saranno anche molto utili per ricerche simili in futuro”.

L’approccio, basato su un nuovo tipo di algoritmo che cerca più eventi collocati nel cielo con misure di dispersione simili, ha permesso di identificare 25 nuove sorgenti di FRB ripetute tra gli eventi rilevati dal CHIME tra il 30 settembre 2019 e il 1 maggio 2021. Ciò è stato possibile grazie alle capacità del CHIME di scansionare l’intero cielo settentrionale ogni giorno. “Ecco perché il CHIME ha un vantaggio rispetto ad altri telescopi, quando si tratta di scoprire gli FRB” ha aggiunto Pleunis che, insieme ai colleghi, ha dimostrato che molti dei nuovi FRB ripetuti sono sorprendentemente inattivi e producono meno di un lampo a settimana. “Molti FRB apparentemente una tantum non sono semplicemente stati ancora osservati abbastanza a lungo da rilevare un secondo lampo dalla sorgente” ha precisato l’esperto.

La scoperta di più FRB ripetuti che provengono dalle stesse posizioni consentirà indagini più dettagliate sulla loro natura. “Possiamo studiare gli ambienti in cui si verificano queste esplosioni e comprendere meglio le fasi finali della vita di una stella. Possiamo anche saperne di più sul materiale che viene espulso prima e durante la scomparsa della stella, che viene poi restituito alle galassie in cui vivono gli FRB” ha concluso Pleunis.

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