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Magnifico fossile di rinoceronte “gelido” di 23 milioni di anni scoperto nell’Alto Artico: non aveva il corno

Il fossile di un rinoceronte preistorico di 23 milioni di anni è stato scoperto nell’Alto Artico del Canada. I ricercatori lo hanno soprannominato “rinoceronte gelido”. Non aveva il corno e le sue dimensioni erano simili a quelle del rinoceronte indiano.
A cura di Andrea Centini
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Illustrazione del rinoceronte gelido. Credit: Canadian Museum of Nature (CMN)
Illustrazione del rinoceronte gelido. Credit: Canadian Museum of Nature (CMN)

Nell'Alto Artico del Canada è stato scoperto il fossile in eccellente stato di conservazione di un rinoceronte preistorico vissuto nel Miocene inferiore, circa 23 milioni di anni fa. Le prime parti di questo animale, soprannominato “rinoceronte gelido” dagli scienziati, furono trovate nel lontano 1986 dalla compianta professoressa Mary Dawson, una delle pioniere della paleontologia artica, ma nel corso dei decenni successivi sono emersi ulteriori parti che ora completano lo scheletro per il 75 percento. È una percentuale altissima per una animale così antico, a maggior ragione se si considera che l'osso non è ancora stato completamente mineralizzato. Oggi è stato possibile descrivere questi reperti in una nuova specie di rinoceronte, che è stato classificato con il nome scientifico di Epiatheracerium itjilik. L'epiteto itjilik in lingua Inuit sta a significare proprio “gelido”, per via del luogo in cui è stato ritrovato, sebbene 23 milioni di anni fa, nel Miocene inferiore, in questo luogo dominava una lussureggiante foresta temperata.

Il fossile del rinoceronte. Credit: Canadian Museum of Nature (CMN)
Il fossile del rinoceronte. Credit: Canadian Museum of Nature (CMN)

A descrivere la nuova specie di rinoceronte preistorico è stato un team di ricerca canadese composto da scienziati della sezione di Paleobiologia del Museo Canadese della Natura e del Dipartimento di Biologia dell'Università Carleton. Come coautrice postuma è stata aggiunta anche Mary Dawson (scomparsa nel 2020); era professoressa emerita presso la sezione di Paleontologia dei vertebrati del Carnegie Museum of Natural History di Pittsburgh (Stati Uniti). I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Danielle Fraser, responsabile del Dipartimento di paleobiologia presso il museo canadese, hanno ritrovato i reperti del rinoceronte in depositi lacustri all'interno del cratere da impatto Haughton sull'isola di Devon, nella provincia del Nunavut. In questo luogo remoto e gelido rimasero sepolti dai detriti e sommersi dall'acqua i resti di molte piante e animali preistorici, i cui fossili sono giunti fino ai giorni nostri. Alcuni in eccellente stato di conservazione, come il sopracitato rinoceronte gelido.

Il fossile del rinoceronte. Credit: Canadian Museum of Nature (CMN)
Il fossile del rinoceronte. Credit: Canadian Museum of Nature (CMN)

I ricercatori spiegano che oggi esistono solo cinque specie di rinoceronti in Asia e Africa, tuttavia decine di milioni di anni fa c'erano circa 60 specie distribuite in quasi tutti i continenti, compresi l'Europa e il Nord America. Epiatheracerium itjilik non era possente come un rinoceronte bianco africano, ma più piccolo e snello, con dimensioni simili a quello del rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornis); quest'ultimo, pur potendo superare in altezza quello africano – arrivano a sfiorare 1,9 metri – è decisamente meno robusto. Il rinoceronte gelido era inoltre privo di corno e morì quando era ancora nella prima parte della sua vita, in base a quanto emerso dall'usura dei denti molari. I ricercatori hanno determinato che questa specie di rinoceronte, la più settentrionale mai scoperta, sulla base di indagini genealogiche arrivò in Nord America attraverso un passaggio di terra nordatlantico fra continenti che si riteneva fosse “chiusa” molti milioni di anni prima (fino a 56 milioni di anni fa, 10 milioni di anni dopo l'estinzione dei dinosauri non aviani).

Il fossile del rinoceronte gelido è così ben conservato che può fornire molte informazioni su come viveva ma soprattutto sull'evoluzione di questi affascinanti mammiferi. “Ciò che rende straordinario il rinoceronte artico è che le ossa fossili sono in condizioni eccellenti. Sono conservate tridimensionalmente e sono state solo parzialmente sostituite da minerali. È stato scoperto circa il 75% dello scheletro, il che è incredibilmente completo per un fossile”, ha affermato in un comunicato stampa la dottoressa Marisa Gilbert, coautrice dello studio. “È sempre emozionante e istruttivo descrivere una nuova specie. Ma l'identificazione di Epiaceratherium itjilik offre molto di più , poiché le nostre ricostruzioni dell'evoluzione dei rinoceronti mostrano che il Nord Atlantico ha svolto un ruolo molto più importante nella loro evoluzione di quanto si pensasse in precedenza”, le ha fatto eco la dottoressa Fraser, sottolineando l'importanza dei fossili artici nel comprendere meglio l'evoluzione di questi animali. I dettagli della ricerca “Mid-Cenozoic rhinocerotid dispersal via the North Atlantic” sono stati pubblicati su Nature Ecology & Evolution.

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