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L’immensa macchia solare AR 4079 è metà di quella che scatenò l’Evento di Carrington nel 1859

La gigantesca macchia solare AR 4079 comparsa sul Sole, la più grande del 2025, ha un diametro di 140.000 chilometri, la metà di quello del colosso che provocò il famigerato Evento di Carrington nel 1859. Cos’è e perché è un fenomeno preoccupante.
A cura di Andrea Centini
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La macchia solare AR 4079. Credit: NASA/SDO/Spaceweather
La macchia solare AR 4079. Credit: NASA/SDO/Spaceweather

Sul Sole è comparsa una gigantesca macchia solare con un diametro di circa 140.000 chilometri. La struttura, chiamata AR 4079 dagli scienziati, al momento si trova appena al di sopra della zona equatoriale del disco solare ed è sempre più vicina al suo centro. Ciò significa che è rivolta direttamente verso la Terra. Poiché si tratta di una regione della fotosfera – la superficie visibile del Sole – magneticamente molto attiva, da cui sono già scaturiti diversi brillamenti di classe M, c'è il rischio di una potente eruzione solare con conseguente espulsione di massa coronale (CME), a sua volta in grado di scatenare una tempesta solare significativa sulla Terra.

Un dettaglio particolarmente rilevante della macchia solare AR 4079 risiede proprio nelle sue dimensioni. Non solo è di gran lunga la più grande del 2025, ma è anche circa la metà di quella che nel 1859 provocò il famigerato Evento di Carrington, la più forte tempesta geomagnetica registrata dagli scienziati. A sottolinearlo l'astrofisico Tony Phillips sul suo portale specializzato in meteo spaziale Spaceweather.com. Siamo dunque di fronte a un vero e proprio colosso, caratterizzato da due nuclei scuri sufficientemente grandi da poter inghiottire completamente la Terra (che ha un diametro di poco inferiore ai 13.000 chilometri); complessivamente la struttura della macchia solare, composta anche da un terzo nucleo scuro più piccolo in alto a sinistra, raggiunge i 14.000 chilometri, quanto circa 11 pianeti Terra allineati. I due nuclei scuri "sono irti di fibrille solari simili a capelli, lunghe fino a 20.000 km", spiega Spaceweather.com. "Le fibrille – prosegue – sono, essenzialmente, tubi magnetici che guidano il plasma caldo dentro e fuori dalla macchia solare. Quando iniziano a oscillare avanti e indietro, significa che la macchia solare sta diventando instabile e sta per eruttare". Da qui il rischio di un potenziale, nuovo Evento di Carrington.

Cos'è l'Evento di Carrington

Come specificato, si tratta l'Evento di Carrington è la più forte tempesta geomagnetica mai rilevata direttamente dagli scienziati (l'Evento di Miyake sarebbe stato circa una dozzina di volte più forte, ma si verificò nel 774 dopo Cristo ed è stato rilevato solo dalle analisi sul carbonio-14). Fu causato da un violentissimo brillamento osservato il 1 settembre 1859 dagli scienziati britannici Richard Carrington e Richard Hodgson (in modo indipendente). L'eruzione solare innescò un'espulsione di massa coronale altrettanto energetica che indirizzò verso la Terra un velocissimo flusso di vento solare. Secondo i calcoli degli scienziati, l'ondata di particelle cariche elettricamente (plasma) e campi magnetici si abbatté con forza contro la magnetosfera terrestre appena 17 ore dopo la CME, quando in genere il vento solare impiega 2-3 giorni per arrivare. La velocità estrema, in base alle stime, sarebbe stata favorita anche dalla “strada spianata” da un precedente flusso di vento solare che generò spettacolari aurore polari il 29 agosto.

Gli effetti dell'Evento di Carrington

Quando il vento solare colpì il campo magnetico terrestre gli effetti furono estremamente significativi. I telegrafi, i dispositivi per comunicare dell'epoca, in alcuni casi presero fuoco o produssero pericolosissime scintille. Molti operatori presero bruttissime scosse. Innanzi a una situazione del genere in molti decisero di rimuovere le batterie che li alimentavano, ma i telegrafi non distrutti continuarono a funzionare per ore grazie alle “correnti parassite” introdotte negli impianti dalla tempesta geomagnetica G5, di classe estrema. Sono note conversazioni tra telegrafisti che hanno continuato a scambiarsi messaggi a lungo senza che i dispositivi fossero alimentati dalle pile.

Oltre a danni e incendi ai telegrafi, la tempesta geomagnetica innescò anche le più incredibili aurore mai viste alle medie e basse latitudini. In alcune località degli Stati Uniti illuminarono la notte a giorno, tanto che alcuni potevano leggere tranquillamente i giornali. I minatori che si svegliavano all'alba per lavorare si alzarono molto prima del previsto proprio a causa dei fenomeni luminosi, che andarono avanti l'1 e il 2 settembre. Le aurore boreali furono visibili a latitudini bassissime, fine in Colombia, a ridosso dell'equatore, quando normalmente sono confinate nei Paesi settentrionali.

Un fenomeno del genere nel mondo ipertecnologico e iperconnesso come il nostro causerebbe danni estremi a impianti elettrici, connessioni e sistemi di navigazione, con blackout che gli esperti stimano possano durare settimane o addirittura mesi. La macchia solare AR 4079, come indicato, ha dimensioni colossali ma è circa la metà di quella responsabile dell'Evento di Carrington. I ricercatori continueranno a monitorarla attentamente nei prossimi giorni, nella speranza che non inneschi eruzioni solari troppo violente mentre è rivolta direttamente verso di noi.

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