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Le sigarette elettroniche aumentano il rischio di insufficienza cardiaca, secondo un nuovo studio

Un team di ricerca statunitense ha trovato una forte associazione tra l’uso delle sigarette elettroniche e il rischio di scompenso cardiaco (o insufficienza cardiaca). Sempre più dati suggeriscono che non sono così sicure come si credeva, evidenziano gli esperti.
A cura di Andrea Centini
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L'utilizzo delle sigarette elettroniche è associato a un significativo rischio di sviluppare l'insufficienza cardiaca o scompenso cardiaco, una grave condizione medica nella quale il cuore non riesce più a svolgere correttamente la propria funzione di pompare il sangue nel corpo (perché troppo debole o con ridotta capacità contrattile). Chi “svapa” ha circa il 20 percento di probabilità in più di sviluppare questa severa patologia. È quanto emerso da un nuovo, ampio studio prospettico, l'ennesimo campanello d'allarme su una pratica che, come indicano gli esperti, sembra molto meno sicura di quello che si pensava fino a qualche tempo fa. Non a caso a dicembre dello scorso anno l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha preso una posizione netta e decisa contro i dispositivi per lo svapo, definiti senza mezzi termini “prodotti dannosi” per i quali stanno emergendo “prove allarmanti sugli effetti negativi sulla salute”. Recentemente, ad esempio, le sigarette elettroniche o e-cig sono state correlate al cancro al naso e ad altre condizioni.

A determinare che le sigarette elettroniche aumentano anche il rischio di insufficienza cardiaca è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati di MedStar Health, un'organizzazione sanitaria senza scopo di lucro con sede a Baltimora (Maryland) che gestisce numerosi ospedali. I ricercatori, coordinati dal professor Yakubu Bene-Alhasan, membro dell'organizzazione e docente presso la prestigiosa Scuola di Medicina T.H. Chan dell'Università di Harvard, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente i dati delle cartelle cliniche di cittadini USA coinvolti nello studio “All of Us”, gestito direttamente dal National Institutes of Health (NIH). In parole semplici, hanno condotto un'indagine osservazionale prospettica per verificare l'insorgenza dello scompenso cardiaco tra chi utilizzava sigarette elettroniche e chi no, tenendo in considerazione fattori di rischio / confondenti come genere, malattie cardiache pregresse, uso presente o passato di alcol, tabacco e altre sostanze, età e altri fattori demografici e socioeconomici. In tutto sono stati analizzati i dati di oltre 175.000 partecipanti, con un'età media di 52 e in maggioranza donne (60,5 percento del totale).

Incrociando tutti i dati è emerso che, durante il periodo di follow-up di 45 mesi, in oltre 3.200 hanno sviluppato lo scompenso cardiaco: chi svapava aveva un rischio del 19 percento superiore si sviluppare insufficienza cardiaca rispetto a chi non lo faceva. Più nello specifico, è stata trovata un'associazione statistica con lo scompenso cardiaco con frazione di eiezione preservata o HfpEF, che rappresenta circa il 50 percento dei casi di insufficienza cardiaca. È caratterizzato da una condizione in cui “il muscolo cardiaco diventa rigido e non si riempie adeguatamente di sangue tra le contrazioni”, come spiegato in un comunicato stampa dagli autori dello studio. Non è stata invece trovata un'associazione statistica con l’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta (HfrEF) o insufficienza cardiaca sistolica, nella quale, come evidenziato dagli autorevoli Manuali MSD per operatori sanitari, “il cuore si contrae con meno vigore e pompa fuori una percentuale inferiore del sangue che gli viene restituito”.

È importante sottolineare che si è trattato di uno studio di osservazione prospettico, pertanto gli scienziati hanno potuto solo dedurre la correlazione tra sigarette elettroniche e insufficienza cardiaca. La conferma dovrà essere ottenuta con studi più approfonditi, randomizzati e progettati per far emergere rapporti di causa-effetto. “Sempre più studi collegano le sigarette elettroniche a effetti dannosi e scoprono che potrebbero non essere così sicure come si pensava in precedenza”, ha dichiarato il professor Yakubu Bene-Alhasan. “La differenza che abbiamo visto è stata sostanziale. Vale la pena considerare le conseguenze sulla salute, soprattutto per quanto riguarda la salute del cuore”, ha aggiunto l'esperto, sottolineando che si trattava di una ricerca attesa da tempo, dato che non si vuole aspettare troppo a lungo prima di avere conferme definitive sugli effetti di questi dispositivi. I dettagli della nuova ricerca sono stati presentati durante il meeting annuale dell'American College of Cardiology.

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