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Le megattere rimosse dalla lista delle specie a rischio di estinzione in Australia

Le megattere non sono più animali a rischio estinzione in Australia. Lo ha deciso il governo locale, basandosi sui numeri rassicuranti degli esemplari.
A cura di Andrea Centini
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Il governo australiano ha deciso di rimuovere le megattere (Megaptera novaeangliae) dalla lista degli animali a rischio estinzione. La comunicazione è arrivata poco dopo l'EPBC act con il quale l'esecutivo ha deciso di dichiarare i koala in pericolo, minacciati dalla distruzione dell'habitat naturale, dagli incendi e anche dalla diffusione di una malattia sessualmente trasmessa che li rende sterili (la clamidia). Le megattere, tra le balene più amate e conosciute dal grande pubblico, sia per i gioiosi salti che per l'armonioso canto, durante l'epoca della baleneria furono portate sull'orlo della scomparsa; basti pensare che, negli anni '30 del secolo scorso e al culmine della caccia industriale, nelle acque australiane le popolazioni furono talmente massacrate che ne rimasero in vita solo soltanto 1.500 esemplari. Fortunatamente, grazie alla nascita della Commissione internazionale per la caccia alle balene (IWC) e all'introduzione di leggi severissime per la tutela dei grandi cetacei misticeti, nel corso di più di mezzo secolo i numeri sono continuati ad aumentare, fino ai 40mila esemplari che si contano oggi in Australia.

Il ministro dell'ambiente australiano Sussan Ley ha sottolineato che il poter togliere le megattere dalla lista delle specie in pericolo è “un riconoscimento del successo degli eccezionali sforzi di conservazione in atto”. “L'Australia è un leader mondiale nella conservazione delle balene e continueremo a lavorare attraverso la Commissione baleniera internazionale per promuovere la conservazione delle balene e mantenere la moratoria globale sulla caccia commerciale”, ha specificato la politica, aggiungendo che si tratta di un segnale di speranza anche per altre specie. Durante l'epoca della baleneria furono sterminate oltre 30mila megattere nelle acque dell'Australia e della Nuova Zelanda, una mattanza andata avanti fino agli inizi degli anni '60, quando si iniziò a comprendere l'entità dei mostruosi danni provocati da decenni di caccia spietata, divenuta particolarmente brutale ed efficiente dall'introduzione del motore a vapore. L'Australia ha tuttavia attuato politiche per la conservazione dei grandi cetacei misticeti solo alla fine degli anni '70.

Nonostante oggi le megattere non siano più ufficialmente minacciate di estinzione (sono classificate con codice LC – rischio minimo – nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), ciò non significa affatto che non vadano protette ovunque e nel miglior modo possibile. Tra le minacce principali di questi cetacei migratori figurano infatti i cambiamenti climatici, che oltre ad alterare le aree di foraggiamento spingendo il krill (di cui si nutrono) a modificare le proprie abitudini, sta riducendo in modo significativo il tasso di natalità in alcune aree. Il dato è emerso dalla ricerca “Declining reproductive success in the Gulf of St. Lawrence’s humpback whales (Megaptera novaeangliae) reflects ecosystem shifts on their feeding grounds” pubblicata sulla rivista scientifica specializzata Global Change Biology da scienziati dell'Università di St Andrews (Scozia). Le balene sono anche minacciate dalle collisioni con le navi, dall'inquinamento acustico e dalle reti abbandonate, che provocano ogni anno migliaia di vittime.

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