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Le donne sono sempre più arrabbiate (e hanno ragione)

Una nuova indagine ha rilevato che negli ultimi 10 anni le donne sono sempre più arrabbiate, più degli uomini. La rabbia è esplosa soprattutto durante la pandemia, ma i motivi sono molti.
A cura di Andrea Centini
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In base ai dati di un nuovo, ampio sondaggio volto a valutare l'andamento delle emozioni a livello internazionale, negli ultimi dieci anni la rabbia delle donne ha continuato a crescere, aumentando in modo significativo durante la pandemia di COVID-19 e allargando il divario con gli uomini. L'indagine è stata condotta dalla BBC e si basa sui rapporti “Gallup Global Emotion”, sondaggi condotti dalla società di analisi americana Gallup che misurano le esperienze positive e negative delle persone in tutto il mondo. Ogni anno vengono intervistate oltre 120mila persone di più di 150 Paesi, in rappresentanza del 98 percento della popolazione mondiale. Ai partecipanti, tra le altre cose, viene posta anche una domanda sulle emozioni vissute il giorno precedente all'intervista. Nel rapporto 2022 riferito al 2021, ad esempio, il 28 percento ha dichiarato di aver provato molta tristezza (la percentuale più alta mai registrata), mentre il 42 percento ha sperimentato preoccupazione.

Dall'analisi dei rapporti pubblicati negli ultimi 10 anni, la BBC ha rilevato che le donne risultano sempre più arrabbiate col passare del tempo. Le donne, spiega l'autorevole emittente britannica, tendenzialmente riferiscono di provare sentimenti negativi come stress, tristezza, preoccupazione e rabbia più degli uomini. Anche per questi ultimi tristezza e preoccupazione sono in aumento rispetto al 2012, tuttavia per quel che concerne la rabbia inizia ad aprirsi un divario sensibile tra i due sessi. “Nel 2012 entrambi i sessi hanno riportato rabbia e stress a livelli simili. Nove anni dopo le donne risultano più arrabbiate – con un margine di sei punti percentuali – e anche più stressate. E c'era una particolare divergenza intorno al periodo della pandemia”, specifica la BBC.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato più volte che la diffusione del coronavirus SARS-CoV-2 ha letteralmente eroso la salute mentale di un numero enorme di persone, con un impatto psicologico spesso devastante. Il lutto per la perdita di parenti e amici (la COVID-19 ha ucciso oltre 6,6 milioni di persone, oltre 181mila in Italia); i rigidi lockdown; l'impossibilità di incontrare le persone amate e visitare i luoghi del cuore; la didattica a distanza; la routine quotidiana interrotta e tutte le altre misure draconiane, necessarie per spezzare la catena dei contagi e alleggerire la pressione sugli ospedali, hanno infatti abbattuto la qualità della vita e diffuso capillarmente emozioni negative. Non c'è da stupirsi che sono aumentati i suicidi e l'abuso di sostanze stupefacenti e alcol. Chi era riuscito a smettere spesso è ricaduto ne vizio, anche con esiti peggiori, mentre moltissimi altri hanno iniziato per "annegare le sofferenze", facendosi ancor più del male. Ma perché le donne si sono stressate e arrabbiate più degli uomini?

Una delle ragioni principali risiede nel fatto che molte delle incombenze famigliari e domestiche sono ricadute soprattutto sulle loro spalle, come rilevato da un sondaggio dell'Institute for Fiscal Studies condotto nel 2020. Tra gli impegni più gravosi vi è stato quello di seguire i figli impegnati nella didattica a distanza, che tra problemi tecnologici – linea internet, dispositivo etc etc – e difficoltà di apprendimento per i piccoli hanno reso la vita un incubo per tantissime famiglie. Molte donne hanno dovuto ridurre i propri orari di lavoro per svolgere questa mansione, facendo esplodere rabbia e frustrazione. Un altro fattore significativo è legato al dilagante stress da lavoro emerso nei settori in cui è impiegata una percentuale maggiore di donne, come quelli assistenziali e sanitari. Durante la pandemia un numero significativo di lavoratrici è stato esposto a ritmi insostenibili che hanno catalizzato rabbia, frustrazione e stress, ulteriormente acuiti dalle problematiche domestiche.

Non c'è da stupirsi che nel 2021 il rapporto Gallup abbia rilevato il 26 percento di donne arrabbiate, contro il 20 percento degli uomini. L'emozione negativa è risultata molto più diffusa fra le donne rispetto al 2012. È interessante notare che sono state registrate significative differenze tra i vari Paesi, per diverse ragioni. In India, ad esempio, è risultato arrabbiato il 40,6 percento delle donne, contro il 27,8 percento degli uomini. Come spiegato alla BBC dalla psichiatra Lakshmi Vijayakumar, in molti Paesi in via di sviluppo sta aumentando il numero di donne istruite, che lavorano e che sono economicamente indipendenti. Ma "allo stesso tempo, sono vincolate da sistemi e cultura arcaici e patriarcali", ha aggiunto, sottolineando che "la discrepanza tra un sistema patriarcale in casa e una donna emancipata fuori casa provoca molta rabbia". Inoltre oggi le donne hanno una maggiore possibilità di esprimere le proprie emozioni, dunque è inevitabile che vi sia una maggiore esternazione della rabbia, ha spiegato la psichiatra.

Curiosamente negli Stati Uniti la rabbia è risultata paragonabile tra uomini e donne, tuttavia, come evidenziato dalla femminista Soraya Chemaly, negli USA le donne “provano profonda vergogna per la rabbia”. Pertanto nei sondaggi tendono a trasferire questa emozione nella preoccupazione e nella tristezza. Non a caso queste ultime nel sondaggio Gallup risultano sensibilmente superiori a quelle degli uomini. La life coach Tahsha Renee, che sta aiutando moltissime "allieve" a controllare e gestire la rabbia, ha spiegato che molte donne in diversi Paesi oggi sono finalmente in grado di dire "Basta!" e anche la rabbia sta favorendo il cambiamento.

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