L’asportazione di utero e ovaie associata a un rischio sensibilmente superiore di ictus: lo studio

L'isterectomia è associata a un rischio sensibilmente superiore di ictus, in particolar modo se viene eseguita assieme alla ovariectomia (o ooforectomia) bilaterale, ovvero la rimozione di entrambe le ovaie. Lo ha determinato un nuovo studio pubblicato sulla rivista specializzata Menopause della Menopause Society. Nello specifico, è stato osservato che l'asportazione del solo utero è stata associata a un rischio superiore di ictus del 5 percento, mentre quella combinata di utero e ovaie quasi quadruplica tale rischio, facendolo salire al 18 percento.
Sottolineiamo che si tratta dei risultati di uno studio di associazione che non fa emergere rapporti diretti di causa-effetto, ciò nonostante sono statisticamente significativi e meritano un ulteriore approfondimento. La ragione risiede nel fatto che l'ictus rappresenta una delle principali cause di morte e disabilità al mondo, rispettivamente la terza e la quarta a livello gobale. Per quanto concerne l'Italia, si registrano ogni anno circa 120.000 casi, di cui il 10 percento riguarda la popolazione con meno di 55 anni. Una parte significativa dei pazienti va incontro a paralisi e a un lungo periodo di riabilitazione. Molti perdono l'autosufficienza. La mortalità a un anno dall'evento primario può arrivare anche al 50 percento.
Alla luce di questi dati, una correlazione così forte con questi comuni interventi chirurgici richiede una valutazione approfondita del rapporto così e benefici. L'isterectomia e l'ovariectomia vengono in genere eseguite su pazienti affette da cancro, endometriosi, fibromi, prolasso, sanguinamento e altre condizioni, chiaramente sulla base delle valutazioni dei medici. Studi condotti in passato hanno fatto emergere risultati contrastanti sul rischio superiore di ictus nelle donne sottoposte a queste operazioni, ma il nuovo studio, condotto su corti differenti (con la più grande che abbraccia 2 milioni di partecipanti) ha evidenziato la forte associazione.
A condurre lo studio, una meta-analisi, è stato un team di ricerca cinese guidato da scienziati dell'Ospedale Generale di Chongqing dell'Università di Chongqing, che hanno collaborato a stretto contatto con i ricercatori del Dipartimento di Neurochirurgia dell'Istituto di Medicina del Sichuan Settentrionale. I ricercatori, coordinati dal professor Chuan Shao, neurochirurgo presso l'ospedale cinese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente i dati di cittadine statunitensi provenienti dal database National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES). Nella prima parte dello studio sono stati coinvolti i dati di circa 21.000 donne, seguite per un periodo di follow-up medio superiore agli otto anni, nella seconda parte oltre 2 milioni di pazienti. Incrociando tutti i dati è emersa l'associazione statistica tra gli interventi chirurgici e il rischio superiore di ictus (nella coorte più grande). Come indicato, la sola isterectomia (rimozione dell'utero) era associata a un rischio superiore del 5 percento, mentre l'isterectomia combinata con l'ovariectomia bilaterale faceva salire il rischio al 18 percento.
La ragione per cui la rimozione di questi organi – e in particolar modo delle ovaie – può esacerbare il rischio di ictus, secondo gli esperti, è l'impatto sugli ormoni sessuali, le cui variazioni possono avere un impatto significativo sul rischio cardiovascolare. Ad esempio, la rimozione delle ovaie può abbattere i livelli di estradiolo in premenopausa fino all'80 percento in premenopausa; anche gli androgeni possono essere dimezzati. È noto che le donne in età fertile hanno un rischio basso di ictus, ma raddoppia in quelle in post menopausa; ciò può suggerire perché isterectomia e ovariectomia possano essere associate a un aumentato rischio di ictus.
“I risultati di questo studio dimostrano un aumento del rischio di ictus correlato all'isterectomia e/o all'ovariectomia bilaterale, evidenziando che queste procedure comuni comportano rischi a lungo termine. Richiamano inoltre l'attenzione sull'opportunità di una valutazione più attenta del rischio cardiovascolare e dell'implementazione di strategie di riduzione del rischio nelle donne sottoposte a questi interventi”, ha dichiarato in un comunicato stampa la dottoressa Stephanie Faubion, direttore medico presso la Menopause Society. I dettagli della ricerca “Stroke risk in women with or without hysterectomy and/or bilateral oophorectomy: evidence from the NHANES 1999-2018 and meta-analysis” sono stati pubblicati su Menopause.