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La nuova sottovariante di Omicron contagia quasi come il morbillo

L’avvertimento arriva dal professore australiano Adrian Esterman, un ex epidemiologo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Significa che vedremo il numero di casi salire alle stelle”.
A cura di Valeria Aiello
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La nuova sottovariante di Omicron chiamata BA.2 è sostanzialmente più trasmissibile del ceppo originario di Sars-Cov-2 e circa 1,4 volte più contagiosa della prima sottovariante di Omicron, la BA.1. È quanto emerge dai principali report internazionali che hanno valutato le dinamiche di trasmissione delle diverse linee evolutive del lignaggio B.1.1.529, inizialmente identificato in Sudafrica e designato con la lettera greca Omicron dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la cui diffusione sta avvenendo più o meno velocemente in un crescente numero di Paesi, inclusa l’Australia, dove parte della comunità scientifica teme che l’allentamento delle restrizioni possa favorire ulteriormente la trasmissione. “Quello che accadrà è che quando il numero di casi aumenterà abbastanza, il Governo dovrà reintrodurre le restrizioni – ha affermato all’ABC News il professor Adrian Esterman, biostatistico dell’Università dell’Australia Meridionale ed ex epidemiologo dell’OMS – . Allora perché non lasciarle in vigore?”.

Omicron 2 contagia quasi come il morbillo

Secondo i dati riportati da Esterman, con la sottovariante Omicron BA.2 che è circa 1,4 volte più contagiosa di BA.1, il numero di riproduzione di base (R0) di BA.2 è pari a 12, rispetto a 8,2 di BA.1. “Questo la rende abbastanza vicina al morbillo, la malattia più contagiosa di cui siamo a conoscenza” ha aggiunto l’esperto in un tweet. In altre parole, con un R0 pari a 12 – che significa che ogni infetto può arrivare a contagiare in media 12 persone – la variante BA.2 di Sars-Cov-2 avrebbe una trasmissibilità simile a quella dei morbillivirus, che si calcola abbiano un R0 compreso tra 12 e 18.

Sulla base dell’ultimo monitoraggio dell’Agenzia sanitaria dello stato dell’Australia Meridionale, la SA Health, che ritiene che BA.2 sia alla base dell’aumento del numero di casi nel Nuovo Galles del Sud, la nuova sottovariante è in crescita anche nell’Australia Meridionale, dove attualmente rappresenta il 19% dei casi. “La nostra esperienza con questa sottovariante è ancora in fase di monitoraggio, ma ad oggi suggerisce che BA.2 è probabilmente più trasmissibile di BA.1” ha affermato una portavoce dell’SA Health. Per il professor Esterman, che ha sottolineato come al momento non ci siano indicazioni relative a una maggiore gravità delle forme di Covid causate da BA.2, la maggiore trasmissibilità “significa che vedremo il numero di casi salire alle stelle”.

I casi di Covid legati a Omicron 2

Ad ogni modo, in termini assoluti, il numero di casi segnalati nell’Australia Meridionale e in parte riconducibili a BA.2 è sostanzialmente inferiore a quello registrato in Danimarca, dove nel corso di poche settimane la nuova sottovariante è diventata il ceppo dominante nel Paese. BA.2 è sempre più frequentemente identificata anche nel Regno Unito, in Germania, Francia e Belgio, e fuori dall’Europa è segnalata soprattutto in India, negli Stati Uniti e in Canada. In Italia, attualmente rappresenta il 5% dei casi sequenziati, mentre la prima sottovariante di Omicron (BA.1) è ancora quella dominante (53%), sebbene incalzata dalle nuove linee evolutive, inclusa BA.1.1, un’ulteriore sub-variante di Omicron presente nel 36% dei casi sequenziati nel nostro Paese.

I casi di Covid legati alla variante Omicron BA.2 (B.1.1.529.2) al 14 marzo 2022
I casi di Covid legati alla variante Omicron BA.2 (B.1.1.529.2) al 14 marzo 2022

Rispetto a BA.1, la sottovariante BA.2 – nota anche come “stealth Omicron” o Omicron invisibile perché non è possibile identificarla attraverso il fallimento del gene S – presenta sei mutazioni uniche a livello della proteina Spike e secondo gli esperti la sua circolazione potrebbe diventare preoccupante in quanto negli studi in vitro ha mostrato di poter superare la barriera di alcuni anticorpi monoclonali, come etesivimab e bamlanivmab.

Un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha comunque indicato che nei test di laboratorio BA.2 rimane suscettibile agli anticorpi monoclonali Evusheld di AstraZeneca così come alle terapie antivirali con remdesivir, molnupiravir di Merck e il principio attivo della pillola Paxlovid di Pfizer (nirmatrelvir). Analogamente, rispetto a BA.1, la nuova sottovariante BA.2 non ha mostrato di ridurre l’efficacia degli vaccini anti-Covid contro le infezioni sintomatiche.

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