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La NASA preoccupata dai satelliti Starlink di Elon Musk: “Aumentano rischio di collisioni”

SpaceX intende lanciare 42mila nell’orbita bassa terrestre per il progetto Starlink, un’operazione che preoccupa fortemente la NASA ma anche gli astronomi.
A cura di Andrea Centini
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La NASA ha scritto una lettera di cinque pagine alla Federal Communications Commission (FCC) del governo degli Stati Uniti in cui esprime sincera preoccupazione per il progetto Starlink, la costellazione di satelliti per internet di SpaceX. Secondo l'agenzia aerospaziale, infatti, i piccoli dispositivi possono rappresentare un serio pericolo per le attuali e le future missioni spaziali scientifiche e umane, aumentando a dismisura il rischio di incidenti e collisioni catastrofiche. Al momento ne sono stati lanciati già duemila, ma la compagnia privata di Elon Musk ha già ricevuto l'autorizzazione per inviarne in orbita non geostazionaria altri 10mila. L'operazione completa, tuttavia, prevede il lancio di ulteriori 30mila satelliti di seconda generazione, per un totale di 42mila dispositivi. L'obiettivo è diffondere internet a banda larga nelle aree rurali della Terra normalmente non raggiunte dalla rete, ma a quale prezzo?

Nella sua lettera firmata dalla Chief Counsel Kathy Smith, la NASA afferma che se fossero davvero inviati tutti quei satelliti raddoppierebbe il numero di oggetti tracciati nell'orbita terrestre, inoltre quintuplicherebbe quello degli oggetti che viaggiano al di sotto di 600 chilometri di quota (la Stazione Spaziale Internazionale viaggia a 408 chilometri di quota mentre il Telescopio Spaziale Hubble a 547 chilometri). Al momento ci sono 25.000 oggetti totali tracciati in orbita, mentre circa 6.100 hanno un perigeo (la distanza minima dalla Terra) inferiore a 600 chilometri. Questi numeri, indica la NASA, starebbero lì a indicarci che un incidente non è una questione di se, ma di quando. Del resto proprio recentemente la Stazione Spaziale Internazionale ha dovuto eseguire manovre evasive di emergenza per evitare un potenziale impatto con detriti in orbita. Con l'aumento del turismo spaziale e dei futuri lanci per la “riconquista” della Luna (a partire dal programma Artemis), questo affollamento potrebbe davvero rappresentare un pericolo sia per gli equipaggi che per la costosissima strumentazione.

“La NASA vuole garantire che l'implementazione del sistema Starlink Gen 2 sia condotta con prudenza, in un modo che supporti la sicurezza del volo spaziale e la sostenibilità a lungo termine dell'ambiente spaziale”, si legge nella missiva. “Un aumento di questa entità in queste bande di altitudine limitate comporta intrinsecamente un rischio aggiuntivo di eventi di collisione che generano detriti in base al solo numero di oggetti. La NASA prevede che le missioni scientifiche attuali e pianificate, così come le operazioni di volo spaziale umano, vedranno un aumento delle congiunzioni”.

Sebbene SpaceX sottolinei che i satelliti di Starlink possono essere manovrati per evitare eventuali collisioni, la NASA ribadisce che non c'è evidenza statistica di tutto questo. Anche Elon Musk è convinto che la vastità dello spazio sia sufficiente a scongiurare rischi, avendo paragonato i suoi satelliti a duemila auto che percorrono tutta la Terra. La lettera della NASA è stata pubblicata a pochissimi giorni dall'incidente che ha coinvolto proprio una quarantina di satelliti di Starlink, andati distrutti a causa di una recente tempesta geomagnetica. Le preoccupazioni per il progetto di Musk non si limitano alla sola sicurezza delle missioni spaziali, ma anche allo studio del cielo, sempre più disturbato dai trenini di luci.

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