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La Nasa crea un team indipendente per studiare gli avvistamenti UFO

Indagherà sui fenomeni aerei non identificati nel tentativo di dare una spiegazione scientifica ai misteriosi oggetti volanti avvistati nei cieli americani.
A cura di Valeria Aiello
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Dopo la task force della Marina militare americana e l’Airborne Object Identification and Management Synchronization Group del Pentagono, gli Stati Uniti sono pronti a istituire un nuovo team di ricerca che indagherà sugli avvistamenti UFO, o meglio, sui fenomeni aerei non identificati (UAP). Lo ha annunciato la NASA che sta lanciando uno studio indipendente nel tentativo di dare una spiegazione scientifica ai misteriosi oggetti volanti avvistati nei cieli americani.

Il team sarà guidato dall’astrofisico David Spergel, presidente della Simons Foundation di New York per il progresso della ricerca scientifica, e si concentrerà sull’identificazione e la raccolta dei dati disponibili e su come la NASA potrà utilizzarli per far avanzare la comprensione degli avvistamenti inspiegabili. “Il numero limitato di osservazioni degli UAP attualmente rende difficile trarre conclusioni scientifiche sulla natura di tali eventi – spiega l’Agenzia spaziale in una nota – . Fenomeni non identificati nell’atmosfera sono di interesse sia per la sicurezza nazionale sia per la sicurezza aerea. Pertanto, stabilire quali eventi sono naturali fornisce un primo passo fondamentale per identificare o mitigare tali fenomeni”.

Lo studio partirà all’inizio dell’autunno e durerà circa nove mesi, per un costo che non dovrebbe superare i 100.000 dollari, assicurandosi la consulenza di esperti della comunità scientifica, aeronautica e di analisi dei dati. “Coerentemente con i principi della NASA di apertura, trasparenza e integrità scientifica, questo rapporto sarà condiviso pubblicamente” ha affermato Daniel Evans, assistente vice amministratore associato per la ricerca presso la direzione della missione scientifica della NASA che ricoprirà il ruolo di funzionario della Nasa responsabile del coordinamento dello studio. “Tutti i dati dell’Agenzia sono disponibili al pubblico – prendiamo sul serio questo obbligo – e li rendiamo facilmente accessibili a chiunque voglia vederli o studiarli” ha aggiunto Evans.

Come detto, il team sarà guidato dall’astrofisico Spergel che, durante la conferenza stampa di presentazione del team, ha affermato che l’unico preconcetto nello studio degli UAP è che gli stessi UAP avranno probabilmente più spiegazioni. “Dobbiamo affrontare tutte queste domande con un senso di umiltà – ha detto Spergel – . Ho trascorso gran parte della mia carriera a lavorare come cosmologo. Posso quindi dire che non sappiamo cosa costituisce il 95% dell’universo. Quindi ci sono cose che non capiamo”.

Anche se non correlato a questo nuovo studio, la NASA sta portando avanti un intenso programma di astrobiologia che si concentra sulle origini, l’evoluzione e la distribuzione della vita oltre la Terra. “Dallo studio dell’acqua su Marte all’esplorazione di promettenti "mondi oceanici", come Titano ed Europa, le missioni scientifiche della NASA stanno collaborando con l’obiettivo di trovare segni di vita oltre la Terra” ricorda l'Agenzia. La ricerca di forme di vita include anche missioni come il Transiting Exoplanet Survey Satellite e il telescopio spaziale Hubble, per cercare esopianeti abitabili, mentre il James Webb Space Telescope cercherà di individuare tracce biologiche nelle atmosfere intorno ad altri pianeti, come ossigeno e biossido di carbonio, che potrebbero suggerire la presenza di piante o animali. La Nasa sta finanziando anche la ricerca spaziale incentrata sulle tecnofirme, ovvero le firme della tecnologia avanzata nello spazio, da altri pianeti.

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