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La fuga verso la libertà di Primo Malatesta, sciacallo dorato ferito e impallinato dai bracconieri

Dopo 23 giorni di cure e riabilitazioni presso il CRAS di Rimini è stato liberato Primo Malatesta, un meraviglioso sciacallo dorato preso a fucilate dai bracconieri e rimasto intrappolato in un laccio d’acciaio. La sua fuga verso la libertà ripresa in un video emozionante.
A cura di Andrea Centini
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Lo liberazione dello sciacallo dorato Primo Malatesta. Credit: CRASI Rimini - Centro Recupero Animali Selvatici / Facebook
Lo liberazione dello sciacallo dorato Primo Malatesta. Credit: CRASI Rimini – Centro Recupero Animali Selvatici / Facebook

Un meraviglioso esemplare di sciacallo dorato (Canis aureus) è stato liberato in Emilia Romagna dopo essere stato salvato e curato presso un centro di recupero della fauna selvatica, il CRAS di Rimini. Lo sfortunato esemplare era rimasto intrappolato in un laccio d'acciaio piazzato dai bracconieri e impallinato, come mostrano le radiografie condivise sui social network. Primo Malatesta, questo il nome scelto per l'animale dai volontari che l'hanno strappato a morte certa, è il primo sciacallo dorato a essere reimmesso in natura in Emilia Romagna dopo essere stato salvato, pertanto prima della liberazione gli esperti di vari istituti – tra i quali l'Università di Udine, il Wolf Appennine Center e l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) – hanno deciso di dotarlo di un radiocollare. Ciò permetterà ai ricercatori di monitorarne spostamenti e abitudini per i prossimi mesi e raccogliere informazioni preziosissime su questa meravigliosa specie, rilevata in Italia per la prima volta sono alla fine del secolo scorso.

La storia di Primo Malatesta, raccontata in alcuni post su Facebook dal CRAS di Rimini, è iniziata il 21 novembre scorso con una chiamata al centro per il soccorso a una “volpe rimasta intrappolata in una rete”. I volontari intervenuti sul posto hanno che l'animale non era una volpe rossa, ma uno splendido esemplare di sciacallo dorato con una zampa seriamente ferita, rimasta intrappolata in un laccio d'acciaio piazzato da un bracconiere. Dopo averlo liberato “non senza difficoltà a causa dell’intreccio di cavi e del dolore alla zampa”, spiega il CRAS di Rimini, il canide è stato trasferito presso il Centro Veterinario Sammarinese, dove è stato soccorso dal veterinario del centro dottor Danilo Lanci. Qui, grazie alle radiografie, è stata fatta un'ulteriore drammatica scoperta: lo sciacallo dorato aveva in corpo numerosi pallini da caccia (ne contiamo una quindicina sulle lastre condivise dal centro di recupero) sparati da gente senza scrupoli e senza cuore. Se la trappola infernale in cui era bloccato non fosse stata scoperta avrebbe perso la vita tra atroci sofferenze.

Primo Malatesta durante la riabilitazione. Credit: CRASI Rimini - Centro Recupero Animali Selvatici / Facebook
Primo Malatesta durante la riabilitazione. Credit: CRASI Rimini – Centro Recupero Animali Selvatici / Facebook

L'animale è stato curato dal dottor Lanci e dal collega veterinario Filippo Davì e dopo 23 giorni di riabilitazione è stato finalmente possibile riportarlo nel suo habitat naturale, come mostrano le splendide immagini pubblicate dai volontari. “Giovedì scorso (il 14 dicembre NDR) Primo Malatesta, questo è il nome che abbiamo scelto per lui, è tornato a casa veloce come il vento (video in parte due) insieme a tutti i buoni pensieri dei volontari del cras”, hanno scritto gli addetti del centro di recupero. Nel filmato si vede un uomo che apre il "trasportino" e il canide esce a velocità fulminea verso il bosco, accompagnato dalle raffiche dei fotografi pronti a immortalare un momento così emozionante. Emblematica la didascalia scelta dal CRAS di Rimini per commentare il video: “Buona fortuna lontano dagli uomini, Primo Malatesta!”. Perché è proprio la vicinanza all'essere umano che mette maggiormente in pericolo questi splendidi animali. Non solo a causa dei bracconieri senz'anima, ma anche per gli incidenti stradali. Sono infatti diversi gli sciacalli dorati investiti e uccisi sulle strade italiane da quando hanno iniziato a diffondersi nello Stivale.

Gli esperti ritengono che nel nostro Paese vi sia una popolazione compresa tra i 200 e i 300 sciacalli dorati, principalmente presenti in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige. La specie, i cui primi esemplari furono identificati in Italia all'inizio degli anni '80 dopo l'arrivo dalla Slovenia, sta espandendo il proprio areale fin nelle regioni centrali, con le segnalazioni più recenti in Toscana e nel Lazio. Si tratta di canidi lupini somiglianti al lupo italiano lupo grigio appenninico (Canis lupus appenninicus), ma sono più piccoli e longilinei, oltre ad avere un muso più stretto e appuntito e una coda più corta. Si tratta di animali schivi, scaltri, intraprendenti e molto adattabili, distribuiti in un vasto areale tra Europa e Asia. Purtroppo molti di essi fanno una brutta fine proprio dopo l'incontro con Homo sapiens, principale minaccia per la biodiversità.

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