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Jada Pinkett Smith e l’alopecia, cos’è la malattia che le ha fatto perdere i capelli

L’attrice, moglie di Will Smith, soffre di una forma di alopecia che si ritiene sia dovuta a una condizione autoimmune che distrugge i bulbi piliferi.
A cura di Valeria Aiello
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Jada Pinkett Smith insieme a sua figlia Willow / Instagram
Jada Pinkett Smith insieme a sua figlia Willow / Instagram

La perdita dei capelli, tecnicamente chiamata alopecia, è spesso motivo di grande preoccupazione, ma anche fonte di ansia e profondo disagio che talvolta possono portare a episodi eclatanti. Come quello che si è verificato l’altra notte sul palco degli Oscar ad Hollywood, dove l’attore americano Will Smith ha colpito al volto il presentatore Chris Rock, reo di essersi lasciato andare a una gag sulla testa rasata della moglie, Jada Pinkett, che da alcuni anni soffre di alopecia. Una storia, quella della signora Smith, che racconta ciò che tante persone comuni, giovani o più avanti negli anni, subiscono ogni giorno, in un infinito ed estenuante susseguirsi di sguardi indiscreti, commenti e battute infelici. Ma che cos’è l’alopecia? E perché cadono i capelli?

Cos'è l'alopecia?

L’alopecia è un disturbo dermatologico, definito come la diminuzione della qualità di capelli e peli e la loro progressiva diradazione o scomparsa, che può manifestarsi per diverse cause. Si tratta dunque di una condizione che può essere scatenata da differenti patologie, infezioni, carenze nutrizionali, traumi e terapie farmacologie intensive, come i trattamenti chemioterapici. Anche i cambiamenti ormonali sono tra le cause più comuni, così come lo stress e la predisposizione genetica. In base all’origine del problema, si distinguono diversi tipi di alopecia, che possono essere classificati come focali o diffusi, e diversificati sulla base della presenza o assenza di cicatrici.

La principale suddivisione, riassunta in un recente articolo su StatPearls, è appunto tra alopecia cicatriziale e non cicatriziale: nel primo caso, la perdita dei capelli è dovuta alla distruzione attiva del follicolo pilifero, che viene irrimediabilmente danneggiato e sostituito da tessuto fibrotico, mentre l’alopecia non cicatriziale deriva da processi che riducono o rallentano la normale crescita dei capelli, senza danneggiare irreparabilmente il follicolo pilifero.

L'alopecia cicatriziale si divide a sua volta in tre tipi principali: la tinea capitis, o tigna del cuoio capelluto, dovuta a un’infezione fungina che causa macchie squamose e calve sulla testa; l’alopecia mucinosa che si verifica quando il materiale mucinoso si accumula nei follicoli piliferi e nelle ghiandole sebacee, provocando una risposta infiammatoria che ostacola la crescita dei capelli; e l’alopecia neoplastica, dovuta all’infiltrazione di cellule tumorali che danneggiano i follicoli piliferi.

L’alopecia non cicatriziale comprende invece sei categorie: l’alopecia areata, che può interessare una o più parti del corpo, compreso il cuoio capelluto, il viso, il tronco e le estremità; l’alopecia androgenetica, caratterizza dalla caduta dei capelli dovuta a una predisposizione genetica e agli ormoni (androgenica); la telogen effluvium, che risulta dallo spostamento della fase di crescita del ciclo del capello (anagen) verso la fase di caduta (telogen); l’alopecia traumatica, simile all’alopecia da trazione, provocata dalla trazione energica dei capelli; la tinea capitis di tipo classico, che provoca la caduta dei capelli non cicatriziale; e l’anagen effluvium, in cui rientra la caduta dei capelli che si verifica nella fase anagen del ciclo cellulare, spesso osservata in pazienti oncologici in cura con agenti chemioterapici.

Perché cadono i capelli?

Come spiegato dai dermatologi dell’Istituto dermoclinico Vita Cutis di Milano, la caduta dei capelli è un fenomeno fisiologico e normale. “In genere, una persona che non ha particolari problemi può perdere dai trenta ai cento capelli al giorno. In alcuni periodi dell’anno, la caduta si può anche accentuare, come accade per esempio nei momenti di passaggio tra la stagione calda e quella fredda”.

Questo perché, come premesso, il capello segue un ciclo di crescita ben preciso, che parte da una fase di iniziale di crescita chiamata anagen, una fase di regressione catagen e in chiusura la fase telogen, il momento in cui il capello cade lasciando posto a un nuovo bulbo pilifero. “Un campanello d’allarme si deve accendere quando la perdita si fa decisamente abbondante. In questi casi, è necessario sottoporsi a una visita specialistica per identificare la causa della caduta e il rispettivo trattamento”.

Le cause dell’alopecia in uomini e donne

Come detto, le alopecie comprendono un ampio gruppo di disturbi, che sono determinati da cause multiple e variabili. In generale, nel tipo di alopecia più comune, ovvero l’alopecia androgenetica non cicatriziale, chiamata anche calvizie – in Italia si stima colpisca fino all’80% degli uomini e il 50% delle donne in diverse fasi della vita, con un maggior numero di episodi con l’aumentare dell’età – l’origine della patologia dipende da due cause concomitanti: la sensibilità del capello agli ormoni androgeni (ormoni maschili) presenti nell’organismo e la predisposizione genetica, come riassunto dagli specialisti del Gruppo San Donato.

In particolare, l’apopecia androgenetica si manifesta in maniera differente negli uomini e nelle donne: nei primi, si verifica un progressivo diradamento nell’area fronto-temporale e nel vertice, mentre nelle donne, spesso dopo la menopausa, sono interessati soprattutto il vertice e la zona frontale. Come detto, la prevalenza di questa forma di alopecia aumenta con l’età ed è inferiore nei cinesi, negli asiatici e nelle persone di colore rispetto ai bianchi.

Progressione della caduta dei capelli negli uomini e donne colpiti da alopecia androgenetica / MSD Manuals
Progressione della caduta dei capelli negli uomini e donne colpiti da alopecia androgenetica / MSD Manuals

L'alopecia di Jada Pinkett-Smith

L’alopecia areata, che si stima colpisca lo 0,2% delle persone indipendentemente da sesso e razza, e sembra sia la forma contro cui lotta anche Jada Pinkett-Smith, può invece manifestarsi a qualsiasi età, anche se ad oggi non si conosce esattamente quale sia la causa scatenante. Questo tipo di alopecia non cicatriziale può insorgere in persone senza evidenti malattie della pelle o sistemiche, e si ritiene che sia dovuta a una condizione autoimmune che colpisce le persone geneticamente predisposte a fattori scatenanti ambientali poco chiari.

Si tratta dunque di “una malattia autoimmune dei bulbi piliferi (reazione anomala del sistema immunitario che riconosce come estranei i bulbi piliferi e li colpisce), talora associata ad altre patologie autoimmuni (tiroide, gastrite, vitiligine) – spiega il dottor Antonio De Bitonto, responsabile dell’unità di dermatologia del Policlinico San Marco, dermatologo del Policlinico San Pietro e di Smart Clinic “Le Due Torri” di Stezzano (Bergamo) – . Provoca la caduta dei capelli a chiazze grandi come una moneta o più estese e, a volte, anche dei peli di ciglia, sopracciglia, barba o altre parti del corpo”. Anche il decorso della malattia è particolare. “In alcuni casi basta un solo giorno perché si formino una o più chiazze prive di capelli, in altri si può assistere a una perdita massiva in poco tempo”.

La comparsa dell’alopecia areata avviene spesso in seguito a un trauma psichico o un periodo di particolare stress. “Capita di frequente infatti che la chiazza compaia dopo un lutto in famiglia, un incidente stradale o la perdita del lavoro, tutti eventi che hanno un forte impatto emotivo – ha aggiunto lo specialista – . Nel caso dell’alopecia areata con chiazze di piccole dimensioni talora i capelli ricrescono da soli. La maggior parte dei casi richiede trattamenti specifici, su consiglio dello specialista”.

Come riconoscere l’alopecia e quali sono i sintomi?

Se si nota un incremento della caduta dei capelli rispetto al normale (il numero di capelli che si perde generalmente al giorno è di circa 60-80)” risponde il dottor De Bitonto, che sottolinea l’importanza del consulto di un medico dermatologo per diagnosticare correttamente il problema e individuare il trattamento più adeguato.

Il dermatologo – precisa lo specialista – per prima cosa esamina la storia clinica del paziente per individuare eventuali cause scatenanti (familiarità, malattie, assunzione di farmaci, diete, eventi stressanti etc.) il problema. In seguito esegue l’esame obiettivo del cuoio capelluto. Sulla base delle informazioni raccolte, sarà lo specialista a decidere se sia necessario effettuare esami aggiuntivi: esami del sangue, controllo dei valori ormonali o della tiroide etc”.

Come si cura l’alopecia e quali sono i trattamenti possibili

Dal momento che i fattori che possono provocare una qualche forma di alopecia sono numerosi, anche il trattamento varia a seconda della causa scatenante. “Come detto in precedenza – avverte il dottore -, sono rari i casi in cui il diradamento si risolve da solo e i capelli ricominciano a crescere. Altre volte, in particolare quando alla base dell'alopecia c'è un problema organico, può invece essere necessario assumere una terapia farmacologica”.

Nel caso dell’alopecia areata, ad esempio, il trattamento prevede la somministrazione di corticosteroidi per uso topico. Un altro farmaco consigliato sia per l’alopecia areata sia per l’androgenetica è il minoxidil 5% che, se utilizzato per via topica, stimola la crescita di peli e capelli. Inoltre, nelle forme di alopecia areata resistenti alla terapia topica, si effettuano infiltrazioni di steroidi intralesionali.

In alcuni casi più gravi di alopecia areata, possono essere impiegati anche farmaci immunosoppressori che, grazie alla loro attività, riducono l’attacco del sistema immunitario nei confronti dei follicoli piliferi.

Altri trattamenti che permettono di risolvere il problema, anche in casi di alopecia permanente, sono ad esempio il trapianto di capelli o altre procedure chirurgiche. Tra le soluzioni più innovative, c’è anche il trattamento a base di plasma ricco di piastrine o PRP.

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