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Il Sole irrequieto ha “spezzato” la coda della cometa dei Neanderthal (che resta meravigliosa)

A causa di una brusca espulsione di massa coronale (CME) il Sole ha provocato un evento di disconnessione sulla coda della cometa dei Neanderthal, che si è “spezzata”
A cura di Andrea Centini
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La cometa NEOWISE. Credit: Andrea Centini
La cometa NEOWISE. Credit: Andrea Centini

La cosiddetta cometa dei Neanderthal ha perso una parte significativa della sua spettacolare coda, che si è “spezzata” a causa di un flusso di particelle cariche elettricamente espulso dal Sole. Il fenomeno che ha colpito la cometa C/2022 E3 (ZTF) – questo il suo vero nome scientifico – in astronomia è conosciuto con il nome di “evento di disconnessione”, che indica proprio il distacco di una parte della coda. In alcuni casi, come spiegato nell'articolo “Laboratory Study on Disconnection Events in Comets” pubblicato su Nature, l'interazione con il plasma del vento solare può letteralmente troncare la coda di una cometa, a causa del fenomeno di riconnessione magnetica. Un evento del genere si era verificato con la cometa Encke nell'aprile 2007, come dimostrato dal video catturato dalla sonda spaziale STEREO-A della NASA.

A descrivere cosa è accaduto alla cometa dei Neanderthal è stato il portale specializzato in meteo spaziale spaceweather.com, che ha riportato le spettacolari immagini in bianco e nero catturate dall'astrofotografo austriaco Michael Jäger. Negli scatti e nella breve animazione condivise dal professionista, che potete vedere qui in basso, si osserva una zona più densa e meno uniforme della lunghissima coda della cometa, posta a circa il 25 percento della distanza dal nucleo verde. È proprio in quel punto che si è verificato il distacco, dovuto alla “collisione” con le particelle solari.

Più nello specifico, a spezzare la coda della cometa è stato un evento di espulsione di massa coronale (CME) del Sole, che ha “sparato” in direzione della cometa il flusso di plasma. In questo periodo la nostra stella è molto irrequieta poiché si sta dirigendo verso il picco massimo del suo ciclo undecennale di attività magnetica, previsto luglio 2025. In questa fase sono presenti numerose macchie solari e si susseguono brillamenti, eruzioni e CME; uno di essi, scatenato il 15 gennaio dalla macchia solare AR3182, ha proiettato il vento solare verso la Terra, dove ha provocato una tempesta geomagnetica di classe G1 (gli effetti di dovrebbero far sentire fino al 20 gennaio).

Le continue eruzioni di materiale solare hanno investito più volte la cometa dei Neanderthal, che appena una settimana fa, giovedì 12 gennaio, ha raggiunto la distanza minima dal Sole (perielio). Gli esperti ritengono che proprio l'incontro ravvicinato col Sole – parliamo sempre di 166 milioni di chilometri – abbia scatenato l'evento di disconnessione e spezzato la coda della cometa, scoperta dagli astronomi Frank Masci e Bryce Bolin nel marzo 2022 mentre erano al lavoro con il telescopio del programma Zwicky Transient Facility, sito all’Osservatorio Palomar in California.

La cometa C/2022 E3 (ZTF) è stata ribattezzata “dei Neanderthal” perché non si faceva vedere dalle nostre parti da 50mila anni, quando ancora i nostri cugini antenati erano presenti sul pianeta. L'oggetto celeste è in avvicinamento alla Terra e il 1 febbraio raggiungerà la distanza minima dalla Terra. Nei prossimi giorni, man mano che si approccia al pianeta, dovrebbe diventare visibile a occhio nudo e raggiungere una magnitudine di 5, ma può essere già osservata con un telescopio o un buon binocolo.

La Luna, con la sua intensa luminosità, disturberà in parte le finestre osservative a ridosso del perigeo – la distanza minima -, ma con un po' di pazienza tutti coloro che vivono in un luogo privo di inquinamento luminoso dovrebbero essere in grado di ammirare questo antichissimo oggetto venuto da lontano (secondo i calcoli degli esperti non tornerà mai più a farci visita). A questo link trovate tutti i dettagli per sapere dove, come e quando osservare la cometa dei Neanderthal, il cui passaggio sarà trasmesso anche in diretta streaming dal Virtual Telescope Project il prossimo 2 febbraio.

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