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Gli incubi ricorrenti sono associati a morte precoce e invecchiamento accelerato, secondo uno studio

Ricercatori britannici hanno trovato un’associazione statistica rilevante tra l’avere i brutti sogni ogni settimana, l’invecchiamento biologico accelerato e soprattutto il rischio più elevato (circa il triplo) di morte prematura. Per le conferme andranno condotte ricerche più approfondite.
A cura di Andrea Centini
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Fare spesso brutti sogni è associato a un invecchiamento biologico più rapido e persino a un rischio sensibilmente superiore di morte prematura. È quanto emerso da un nuovo studio appena presentato in una conferenza dell'European Academy of Neurology (EAN) Congress 2025, attualmente in corso di svolgimento a Helsinki, in Finlandia. Si tratta di un'associazione significativa che andrà indagata con studi più approfonditi, poiché il legame tra gli incubi e la morte precoce – indicata nello studio come precedente ai 75 anni di vita – è risultato persino più forte di quello con fattori predittivi ampiamente riconosciuti, come obesità, fumo e sedentarietà.

Numerose ricerche hanno già evidenziato che gli incubi non rappresentano solo un problema di benessere mentale, ma anche fisico. Essi, infatti, disturbano il sonno interrompendo il naturale processo di recupero e ripristino delle energie donato dal riposo. In più fanno accumulare concentrazioni significative di cortisolo, il famigerato ormone dello stress, che a sua volta può avere un impatto rilevante sulla salute, esacerbando problemi cardiovascolari, sopprimendo il sistema immunitario e favorendo l'aumento del peso, fra le altre cose. Un recente studio condotto da scienziati britannici dell'Università di Birmingham, inoltre, ha rilevato che i brutti sogni erano correlati "in modo lineare e statisticamente significativo" con un rischio più alto di declino cognitivo e demenza, nello specifico in persone di mezza età. Il nuovo studio ha fatto uno step successivo, andando a caccia della correlazione tra i segnali generali di invecchiamento biologico, la mortalità precoce e gli incubi.

A condurre l'indagine il professor Abidemi I. Otaiku del Dementia Research Institute del Regno Unito, che ha collaborato a stretto contatto con colleghi dell'Imperial College di Londra. Gli scienziati sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a confronto il tasso di incubi con indicatori dell'invecchiamento biologico (lunghezza dei telomeri e orologi epigenetici) e morte prematura. Nello studio sono stati analizzati i dati di circa 4.200 adulti con un'età compresa tra i 26 e i 74 anni e di 2.500 bambini tra gli 8 e i 10 anni. Il professor Otaiku e colleghi hanno tenuto traccia della frequenza degli incubi nell'arco di 18 anni e delle morti precoci, cioè avvenute prima dei 75 anni. Durante il periodo di follow-up si sono verificati circa 230 decessi prematuri.

Incrociando tutti i dati è emersa un'associazione forte e indipendente tra i brutti sogni ricorrenti e l'invecchiamento biologico accelerato, così come con la mortalità precoce. Nello specifico, è stato osservato che le persone che avevano incubi settimanali non solo presentavano i telomeri più corti e valori “sballati” dei tre orologi epigenetici per determinare l'età biologica (DunedinPACE, GrimAge, PhenoAge), ma anche il triplo del rischio di morire prima dei 75 anni, rispetto a chi non aveva brutti sogni ricorrenti. “L'analisi di mediazione ha rivelato che l'invecchiamento biologico accelerato spiega circa il 39 percento della relazione tra incubi e mortalità prematura, il che suggerisce che lo stress e l'interruzione del sonno causati dagli incubi potrebbero avere un impatto diretto sui processi di invecchiamento cellulare”, hanno spiegato il professor Otaiku e colleghi nell'abstract dello studio.

È doveroso sottolineare che si è trattato di uno studio di associazione, pertanto non sono emersi rapporti di causa-effetto tra il fare brutti sogni, la morte prematura e l'invecchiamento biologico accelerato. Ciò nonostante, l'associazione statistica è risultata significativa e andrà dunque indagata con studi più approfonditi. Se gli incubi possono avere un impatto così rilevante sulla salute – sono già stati associati alle malattie neurodegenerative -, attenuarli potrebbe avere conseguenze molto positive. Ci sono vari metodi per contrastarli, dal seguire specifiche terapie con uno specialista al ridurre o eliminare le fonti in grado di innescarli, come ad esempio i film dell'orrore o alimentazione scorretta. I dettagli della ricerca “Nightmares accelerate biological aging and predict premature mortality in humans” sono stati presentati durante il concorso dell'EAN.

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