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Cambiamenti climatici

Foresta amazzonica sul punto di non ritorno: i cinque limiti da non superare

Riscaldamento globale, precipitazioni annuali, intensità delle piogge, durata della stagione secca e deforestazione accumulata: per ognuno di questi cinque fattori esistono soglie critiche oltre le quali l’Amazzonia cesserà di esistere.
A cura di Valeria Aiello
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Il rischio che la Foresta amazzonica possa presto raggiungere il punto di non ritorno è più che una possibilità. I dati indicano che, entro i prossimi 25 anni, fino al 47% dell’Amazzonia potrebbe essere esposto a fattori che minacciano il suo complesso sistema di specie ed ecosistemi, aumentando la probabilità di innescare il collasso della foresta e la conseguente destabilizzazione del sistema climatico globale.

La perdita della foresta amazzonica ha infatti effetti che si estendono ben oltre la regione, dato che l’Amazzonia immagazzina una quantità di carbonio equivalente a 15-20 anni di emissioni globali di anidride carbonica (CO2) e ha un effetto di raffreddamento netto (da evapotraspirazione) che aiuta a stabilizzare il clima della Terra. A livello locale, oltre a detenere più del 10% della biodiversità terrestre, la foresta favorisce la circolazione dell’umidità nell’atmosfera, contribuendo fino al 50% delle precipitazioni e risultando fondamentale all’approvvigionamento idrico di tutto il Sud America.

I cinque limiti della foresta amazzonica

Per valutare i fattori che minacciano la foresta amazzonica e in che modo la loro azione può determinarne la perdita irreversibile, un team di scienziati guidato dai ricercatori dell’Università Federale di Santa Catarina (UFSC), in Brasile, ha effettuato una revisione completa dei dati e individuato cinque elementi di stress, calcolando per ciascuno di essi i limiti da non superare. Tali soglie, dettagliate in uno studio appena pubblicato su Nature, evidenziano che:

  • Il limite per la deforestazione è pari al 10% della copertura originaria: secondo i ricercatori, la soglia di deforestazione da non superare è pari al 10% della copertura originaria. Allo stato attuale, ciò implica la fine della deforestazione su larga scala e il ripristino di almeno il 5% del bioma.
  • Il limite della stagione secca è pari a cinque mesi: le osservazioni satellitari della distribuzione della copertura arborea nell’America del Sud suggeriscono una situazione soglia critica alla durata di sette mesi della stagione secca. Per evitare transizioni dell’ecosistema su scala locale, gli scienziati hanno indicato un limite di sicurezza di cinque mesi.
  • Il limite di precipitazioni stagionali è di 350 mm: i dati satellitari hanno rilevato una soglia critica nell’intensità della stagionalità delle precipitazioni con un deficit idrico cumulativo di 400 mm. Per evitare ripercussioni su scala locale, gli scienziati hanno indicato un limite di sicurezza di -350 mm.
  • Il limite di precipitazioni annuali è di 1.800 mm: un ambiente limite sicuro presenta condizioni di precipitazioni annuali di 1.800 mm.
  • La soglia di riscaldamento globale è di 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali: per evitare transizioni ecosistemiche su larga scala, gli scienziati indicano che la soglia sicura per la foresta amazzonica è pari a 1,5 °C al di sopra dei livelli preindustriali, come indicato nell’accordo di Parigi.

Gli autori indicano inoltre che, per mantenere la resilienza della foresta amazzonica, è necessario combinare gli sforzi locali e globali, evidenziando inoltre che, a livello locale, i paesi amazzonici devono cooperare per porre fine alla deforestazione e ed espandere il suo ripristino. Queste azioni, hanno aggiunto gli studiosi, possono trarre vantaggio da una forte governance all’interno dei territori abitati dalle popolazioni indigene e delle aree protette. “Tutti i Paesi devono cooperare per prevenire le emissioni di gas serra, mitigando così gli impatti dei cambiamenti climatici. Entrambi i fronti sono cruciali per mantenere in vita il sistema forestale amazzonico per le generazioni future”.

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