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Fare questa cosa rende l’insonnia ancora peggiore

Lo ha scoperto un team di ricerca americano che ha rilevato un comportamento in grado di aggravare i sintomi dell’insonnia.
A cura di Valeria Aiello
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Anche se facile da diagnosticare (esistono diversi questionari per l’auto-valutazione dei disturbi del sonno) ad oggi non sappiamo esattamente quante persone soffrano di insonnia. Le stime vanno dal 10 e il 50% della popolazione e variano a seconda di diversi fattori, come età e sesso. Ciò che però è ormai noto è che questa condizione, caratterizzata da sintomi che includono difficoltà ad addormentarsi quando ci si corica, risvegli durante la notte e difficoltà a riaddormentarsi, è collegata a diversi problemi di salute nel lungo termine, tra cui malattie cardiovascolari, diabete e depressione. D’altra parte, alcuni comportamenti possono aggravare l’insonnia, aumentando la frustrazione e portando a un maggiore uso di farmaci. O meglio, favorendo l’instaurarsi di una sorta di ciclo di feedback negativi, come scoperto da un team di ricerca dell’Università dell’Indiana che ha identificato un atteggiamento in grado di peggiorare il disturbo.

Guardare l’orologio peggiora i sintomi dell’insonnia

Nell’ambito di uno studio che ha coinvolto quasi 5.000 pazienti di una clinica del sonno negli Stati Uniti, i ricercatori hanno individuato un tipo di attività che non facilità la capacità di addormentarsi. Questo comportamento è risultato particolarmente comune tra le persone con insonnia ed legato al controllo del tempo che scorre, dunque al guardare l’orologio quando non si prende sonno.

La sua definizione precisa è comportamento di monitoraggio del tempo (dall’inglese time monitoring behavior, TMB) e, come dettagliato in un articolo appena pubblicato su The Primary Care Companion for CNS Disorders, questo tipo di attività appare “come uno sforzo per prevedere o controllare la durata del sonno, derivante dall’imprendibilità e dalla paura della perdita di sonno” precisano gli studiosi.

Guardare l’orologio può offrire un temporaneo senso di controllo attraverso calcoli mentali sul sonno perso o sul sonno ancora da raggiungere” evidenziano gli studiosi. Tuttavia, questo comportamento e l’aritmetica mentale che ne deriva (che può essere descritta da pensieri del tipo: “Se riesco a riaddormentarmi entro 15 minuti, reimpostare la sveglia entro 30 minuti, posso ancora guadagnare altri 60 minuti di sonno, ma se…” e così via) aggravano direttamente l’insonnia, portando a trascorrere il tempo impegnati in attività stressanti da svegli, invece di dormire.

Per arrivare a queste conclusioni, gli studiosi hanno chiesto ai partecipanti allo studio di completare una serie di questionari sulla gravità della loro insonnia, sull’uso di sonniferi e sul tempo trascorso a controllare il proprio comportamento mentre cercavano di addormentarsi.

Abbiamo scoperto che il comportamento di monitoraggio del tempo ha principalmente un effetto sull’uso di farmaci per dormire, perché aggrava i sintomi dell’insonnia” ha affermato l’autore principale dello studio, il dottor Spencer Dawson, assistente professore e direttore associato della formazione clinica preso il Dipartimento di scienze psicologiche e celebrali del College of Art and Sciences dell’Università dell’Indiana. “Le persone sono preoccupate di non dormire a sufficienza, quindi iniziano a stimare quanto tempo ci vorrà per riaddormentarsi e quando devono alzarsi. Questo è un tipo di attività non utile a facilitare la capacità di addormentarsi; più siamo stressati, più sarà difficile addormentarsi”.

Dawson e i suoi collegi hanno evidenziato che i risultati dello studio suggeriscono come un semplice intervento comportamentale, orientato a non tener conto del tempo durante la notte, possa essere di aiuto a coloro che lottano contro l’insonnia. Questo è il primo consiglio che danno a ogni nuovo paziente. “Una cosa che possiamo fare è girarci o coprire l’orologio, lasciare perdere i nostri smart watch e non usare il telefono per vedere che ore sono, in modo da non controllare l’orario” ha aggiunto Dawson. Con l’insonnia, ha concluso l’esperto, non c’è posto giusto dove guardare l’orologio sia particolarmente utile.

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