960 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Durante la prima settimana di influenza il rischio di infarto aumenta di sei volte

Un team di ricerca olandese ha dimostrato che chi ha l’influenza ha un rischio 6 volte superiore di infarto durante la prima settimana di malattia. I medici raccomandano la vaccinazione per proteggersi.
A cura di Andrea Centini
960 CONDIVISIONI
Immagine

Chi si ammala di influenza, durante la prima settimana dell'infezione ha un rischio di infarto ben sei volte superiore rispetto all'anno precedente o a quello successivo. In altri termini, il virus influenzale aumenta in modo significativo le probabilità di avere un infarto del miocardio. Lo ha dimostrato un approfondito studio condotto nei Paesi Bassi, che ha confermato un concetto già ampiamente noto in letteratura scientifica, ovvero che infezioni provocate da virus respiratori possono innescare gravi eventi cardiovascolare. Ad esempio è emerso che anche il coronavirus SARS-CoV-2 responsabile della pandemia di COVID-19 può catalizzare il rischio di infarto, ictus, trombosi e altre patologie cardio-cerebrovascolari.

A dimostrare che durante la prima settimana di influenza aumenta di sei volte le probabilità di avere un infarto del miocardio è stato un team di ricerca olandese guidato da scienziati del Julius Center for Life Sciences and Primary Care dell'Università di Utrecht, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del laboratorio Labmicta – Hengelo e del Medical Microbiology and Infection Control di Utrecht. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Annemarijn de Boer, docente presso il Centro Medico Universitario (UMC) dell'ateneo, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un'approfondita indagine statistica, mettendo a confronto oltre 26.000 casi di influenza nei Paesi Bassi – confermati tra il 2008 e il 2019 in 16 distinti laboratori – con i registri ospedalieri ed extraospedalieri dedicati all'infarto del miocardio. Lo studio è una sorta di propagazione di una ricerca condotta in Canada dal professor Kwong nel 2018, ma in questo caso sono stati aggiunti i dati sulla mortalità extraospedaliera.

Durante il periodo di follow-up si sono verificati 419 attacchi di cuore tra i pazienti risultati positivi al virus dell'influenza dopo il tampone oro-rinofaringeo. Venticinque di questi infarti sono stati registrati entro sette giorni dalla diagnosi dell'infezione; 217 nell'anno precedente al contagio e 177 in quello successivo (tenendo esclusa la settimana dell'infezione). Circa il 30 percento dei pazienti che ha avuto l'infarto è morto entro un anno dalla diagnosi di influenza. Incrociando tutti i dati è emersa una probabilità 6,16 volte superiore di avere un infarto durante la settimana successiva alla diagnosi di influenza. Solitamente il tempo di incubazione dell'influenza, cioè il periodo che intercorre tra il contagio e la comparsa dei sintomi, è in genere di 1 – 2 giorni, come indicato dall'Istituto Superiore si Sanità (ISS). Il dato del rischio è simile al valore rilevato dal professor Kwong e colleghi nel 2018, pari a 6,05 volte superiore.

Ma perché l'influenza catalizza il rischio di infarto del miocardio? Le ragioni sono diverse, come evidenziato dagli autori dello studio. L'infezione, ad esempio, può aumentare la coagulazione del sangue, che di concerto all'infiammazione – determinata dal rilascio di citochine a seguito della risposta immunitaria – “potrebbe contribuire alla rottura delle placche arteriose che portano a un attacco di cuore”, spiegano Annemarijn de Boer e colleghi in un comunicato stampa. Tra gli altri fattori potenzialmente coinvolti vi sono la febbre, che innesca la tachicardia (il battito cardiaco accelerato), e la potenziale riduzione della saturazione dell'ossigeno. Sono tutte condizioni che possono amplificare il rischio di evento cardiovascolare.

Alla luce di questi risultati gli autori dello studio sottolineano l'importanza del vaccino antinfluenzale anche nella prevenzione degli attacchi di cuore: “I nostri risultati sostengono le strategie per prevenire l'infezione influenzale, compresa la vaccinazione”, ha chiosato la professoressa de Boer. I dettagli della ricerca “Influenza virus infection and acute myocardial infarction: a replication study acute myocardial infarction: a replication study” saranno presentati durante il Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive (ECCMID) che si terrà a Copenaghen tra il 15 aprile e il 18 aprile.

960 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views