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Donna con HIV riceve un cuore da donatore sieropositivo: trapianto rivoluzionario negli USA

Per la prima volta nella storia della medicina effettuato un trapianto di cuore con donatore e ricevente positivi all’HIV. L’intervento è stato un successo.
A cura di Andrea Centini
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Un rivoluzionario trapianto di cuore è stato effettuato presso il centro medico Montefiore Health System sito nel Bronx, nello Stato di New York (Stati Uniti). Per la prima volta, infatti, è stato trapiantato un cuore da un donatore positivo al virus dell'HIV a un paziente anch'esso sieropositivo. Sebbene sono trascorsi circa dieci anni da quando nel 2013 è stato promulgato l'HIV Organ Policy Equity Act, che permette alle persone affette dal virus dell'HIV – responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita o AIDS – di donare i propri organi a un ricevente positivo, fino ad oggi non era mai stato eseguito un intervento che coinvolgeva il cuore. Il pionieristico intervento (durato quattro ore) dona nuove speranze a tutti i pazienti sieropositivi che sono in attesa di un organo salvavita.

A beneficiare del trapianto è stata una donna di circa 60 anni, positiva all'HIV da tempo. La paziente soffriva di una grave insufficienza cardiaca allo stadio avanzato e senza una simile operazione non avrebbe vissuto a lungo. L'equipe medica statunitense, guidata dal professor Daniel Goldstein, docente presso il Dipartimento di Chirurgia cardiotoracica e primario di Chirurgia cardiotoracica e vascolare presso il centro Montefiore e l'Albert Einstein College of Medicine, ha informato la paziente di tutti i benefici e i potenziali rischi del pionieristico trapianto, che tuttavia ha accettato senza indugio, viste le delicatissime condizioni di salute. Contestualmente al trapianto di cuore è stato eseguito anche un trapianto di rene, rendendo l'intervento ancor più straordinario. L'operazione è perfettamente riuscita.

La notizia è stata diffusa con un comunicato stampa del Montefiore Health System solo in questi giorni, tuttavia il trapianto di cuore è stato eseguito diversi mesi addietro, all'inizio della primavera. La donna ha trascorso le prime cinque settimane sotto stretta osservazione in ospedale, ma ora sta proseguendo la terapia di riabilitazione a casa e si reca al nosocomio soltanto per le visite di routine.

“Grazie ai significativi progressi della medicina, le persone che vivono con l'HIV sono in grado di controllare la malattia così bene che ora possono salvare la vita di altre persone che vivono con questa condizione. Questo intervento è una pietra miliare nella storia della donazione degli organi e offre una nuova speranza alle persone che una volta non avevano nessun posto a cui rivolgersi”, ha dichiarato il professor Ulrich P. Jorde, docente presso il College di Medicina Albert Einstein, a capo della sezione di Insufficienza cardiaca, trapianto cardiaco e supporto circolatorio meccanico e vice responsabile della Divisione di Cardiologia del centro Montefiore. “Questo è stato un caso complicato e un vero sforzo multidisciplinare con il coinvolgimento di cardiologia, chirurgia, nefrologia, malattie infettive, terapia intensiva e immunologia”, ha dichiarato il cardiologo Omar Saeed che assiste la paziente. “Rendere disponibile questa opzione per le persone che vivono con l'HIV amplia il pool di donatori e significa che più persone, con o senza HIV, avranno un accesso più rapido a un organo salvavita. Dire che siamo orgogliosi di ciò che questo significa per i nostri pazienti e per la comunità medica in generale è un eufemismo”, ha chiosato con entusiasmo il dottor Saeed.

Negli Stati Uniti le liste di attesa per un trapianto di organi sono lunghissime e si stima che tra le 60 e le 100mila abbiano bisogno di un nuovo cuore, tuttavia nel 2021 sono stati eseguiti soltanto 3.800 trapianti di cuore (su un totale di circa 40mila trapianti d'organo). Il pionieristico intervento eseguito al Montefiore Health System si tradurrà in maggiori speranze per i pazienti sieropositivi e non, ma per soddisfare la grande richiesta serve una vera e propria svolta. Sono migliaia le persone che perdono la vita ogni anno in attesa di ricevere un organo compatibile. La speranza degli specialisti è che un giorno si riescano a “coltivare” in laboratorio organi perfettamente compatibili e trapiantabili. Nel 2018 durante gli Stati Generali della Rete Trapiantologica Italiana anche nel nostro Paese è stato approvato un protocollo che permette di trapiantare organi tra pazienti positivi all'HIV. Recentemente è stata anche confermata la completa guarigione dal virus di una persona, la quarta al mondo.

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