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Creato il primo organo universale anti rigetto: è compatibile con tutti i gruppi sanguigni

Attraverso una tecnica chiamata perfusione polmonare ex vivo (EVLP) e il “lavaggio” con due enzimi sono stati ottenuti i primi organi universali, anti rigetto.
A cura di Andrea Centini
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Credit: University Health Network
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Grazie a un rivoluzionario trattamento a base di enzimi è stato creato in laboratorio il primo organo universale, compatibile con tutti i gruppi sanguigni. Questo risultato sperimentale, se confermato come sicuro ed efficace anche nella pratica clinica, sarà in grado di abbattere le liste d'attesa e la mortalità per i pazienti che attendono un trapianto d'organo. Molto spesso, infatti, l'incompatibilità dei gruppi sanguigni tra donatore e ricevente non consentono l'intervento, prolungando inevitabilmente l'attesa per l'organo giusto. Ma rendendo gli organi universali, cioè anti rigetto, questo significativo problema logistico sarà superato e si potranno salvare molte più vite.

A realizzare in laboratorio il primo organo universale è stato un team di ricerca canadese guidato da scienziati dell'Ajmera Transplant Centre del Toronto General Hospital Research Institute, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Centro per la Ricerca sul Sangue dell'Università della Columbia Britannica, del Dipartimento di Medicina dell'Università di Toronto e del Dipartimento di Pediatria dell'Università di Alberta. I ricercatori, coordinati dal professor Marcelo Cypel, medico presso i Laboratori di ricerca per la chirurgia toracica Latner dell'ospedale di Toronto, sono giunti a questo straordinario risultato dopo aver condotto una serie di esperimenti, prima su globuli rossi e campioni di aorta, successivamente su polmoni umani che non potevano essere utilizzati per un trapianto.

L'obiettivo era dimostrare la possibilità di rimuovere l'antigene del gruppo sanguigno A per la conversione al gruppo sanguigno O in tutti i campioni. Com'è noto, infatti, il nostro gruppo sanguigno si caratterizza per la presenza / assenza di specifici antigeni che determina la classificazione in gruppi A, B, AB e O. Non tutti sono compatibili fra di essi, proprio perché gli antigeni possono scatenare una violenta reazione immunitaria e il rigetto, in caso di trasfusione di sangue o trapianto di organo "sbagliato". Gli antigeni sono espressi anche nei vasi e negli organi solidi. Per questo rendere gli organi universali è considerato un metodo valido per abbattere le liste d'attesa. Basti pensare che i pazienti con gruppo sanguigno O aspettano mediamente il doppio del tempo per ricevere un trapianto di polmone rispetto ai pazienti col gruppo di tipo A, come sottolineato in un comunicato stampa dal dottor Aizhou Wang, coautore dello studio. “Questo si traduce in mortalità. I pazienti di tipo O che necessitano di un trapianto di polmone hanno un rischio maggiore del 20% di morire in attesa che un organo compatibile diventi disponibile”, ha aggiunto lo scienziato. Da qui l'idea di progettare organi universali; un esperimento perfettamente riuscito.

Credit: University Health Network
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Ma come hanno fatto a rendere gli organi compatibili per tutti? Gli scienziati hanno innanzitutto trattato i globuli rossi e le aorte con due specifici enzimi – chiamati FpGalNAc deacetilasi e FpGalactosaminidasi –, che in precedenti ricerche avevano già dimostrato di rimuovere efficacemente l'antigene A dai globuli rossi. Nel nuovo studio hanno eliminato oltre il 99 percento dell'antigene A dai globuli rossi e il 90 percento dalle aorte, risultato che ha permesso a Cypel e colleghi di passare a polmoni umani del gruppo A non utilizzabili per un trapianto. Gli organi sono stati sottoposti a ricondizionamento attraverso una tecnica chiamata perfusione polmonare ex vivo (EVLP), durante la quale sono stati “lavati” con i suddetti enzimi per quattro ore. Al termine del trattamento ben il 97 percento dell'antigene A era stato rimosso. I ricercatori, inoltre, non hanno osservato negli organi alcuna tossicità acuta legata alla procedura. Successivamente hanno simulato il trapianto di tre degli organi universali, osservando la “riduzione al minimo del legame degli anticorpi, della deposizione del complemento e del danno mediato da anticorpi rispetto ai polmoni di controllo”, si legge nell'abstract dello studio.

I risultati hanno dunque dimostrato che è possibile ottenere organi universali idonei al trapianto dopo la perfusione con i due enzimi; per questo i ricercatori puntano a chiedere l'autorizzazione per la sperimentazione clinica (sull'uomo) entro un anno e mezzo. I dettagli della ricerca “Ex vivo enzymatic treatment converts blood type A donor lungs into universal blood type lungs” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Science Traslational Medicine.

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