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Cos’è l’ileostomia e quali malattie richiedono l’operazione a cui sarebbe stata sottoposta Kate Middleton

L’ilestomia è una procedura chirurgica con cui si devia la parte finale dell’intestino tenue (ileo) verso un’apertura praticata sull’addome per permettere la fuoriuscita delle feci in un sacchetto esterno: si esegue quando una malattia o altre condizioni di salute impediscono all’intestino crasso (colon) di smaltire correttamente i rifiuti digestivi, ad esempio dopo l’asportazione di un tumore o di polipi intestinali, oppure per la presenza di ulcere o un’occlusione intestinale.
A cura di Valeria Aiello
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Kate Middleton avrebbe subìto un'ileostomia durante il ricovero in ospedale, una procedura chirurgica con cui la parte finale dell'intestino tenue viene deviata verso un'apertura sull'addome per permettere la fuoriuscita delle feci in una sacca esterna / Credit image: Getty
Kate Middleton avrebbe subìto un'ileostomia durante il ricovero in ospedale, una procedura chirurgica con cui la parte finale dell'intestino tenue viene deviata verso un'apertura sull'addome per permettere la fuoriuscita delle feci in una sacca esterna / Credit image: Getty

È notizia delle ultime ore quella dell’ileostomia di Kate Middleton, la procedura chirurgica con cui la parte finale dell’intestino tenue (ileo) viene deviata verso un’apertura praticata sull’addome per permettere la fuoriuscita delle feci in un apposito sacchetto. La Principessa del Galles, secondo indiscrezioni, avrebbe subìto questo tipo di intervento durante il ricovero in ospedale dello scorso gennaio, in seguito al quale le sue condizioni di salute sono tuttavia rimaste avvolte dal mistero.

L’ileostomia, che di solito si esegue quando una malattia o altri problemi impediscono all’intestino crasso (colon) di smaltire correttamente i rifiuti digestivi, può essere necessaria solo per un breve periodo di tempo (temporanea) – perché una parte dell’intestino ha bisogno di tempo per riposare o guarire dopo un trattamento o un intervento – oppure essere permanente, a seconda della condizione. Alcune delle cause più comuni di un intervento di ileostomia includono occlusioni intestinali, infiammazioni croniche, colite ulcerosa, ma anche polipi e tumori al colon-retto, per i quali la procedura fa seguito all’intervento di asportazione.

Cos’è un’ileostomia e quando è necessaria

L’ileostomia è una procedura chirurgica con cui si porta l’estremità dell’intestino tenue (ileo) verso un’apertura praticata sull’addome per permettere la fuoriuscita delle feci, che vengono raccolte in un’apposita sacca posizionata accanto all’apertura. L’apertura chirurgica (stomia) viene solitamente eseguita sopra l’inguine, sul lato destro dell’addome.

L’intervento di ileostomia si esegue quando una malattia o altri problemi non consentono all’intestino crasso (colon) di smaltire correttamente i rifiuti digestivi, per far riposare e guarire l’organo dopo trattamento o un’operazione chirurgica. È una procedura abbastanza comune, ma comunque delicata e complessa che, per essere praticata, richiede una serie di esami ed accorgimenti, inclusa la preparazione dell’intestino mediate una dieta particolare – digiuno completo da almeno la sera precedente l’operazione – e l’assunzione di lassativi diverse ore prima, per svuotarlo e renderlo il più possibile “pulito”.

Quali sono le malattie che richiedono l’ileostomia

L’ileostomia è generalmente praticata perché è necessario intervenire su una parte dell’intestino crasso che, a seconda della condizione, può dover essere asportata oppure essere messa a riposto per guarire. Le ragioni mediche che di solito richiedono l’intervento di ileostomia comprendono diverse malattie e includono:

  • Colite ulcerosa, una forma di colite (una malattia infiammatoria dell’intestino crasso) che si manifesta con ulcere o lesioni aperte
  • Morbo di Crohn, una malattia infiammatoria che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale
  • Poliposi familiare, nota anche come poliposi adenomatosa familiare, una malattia caratterizzata dalla formazione di numerosi polipi nel colon, da cui frequentemente si originano tumori
  • Difetti intestinali congeniti, come la malattia di Hirschsprung, nella quale parte del colon è priva della rete nervosa che controlla le contrazioni intestinali, e malformazioni ano-rettali
  • Occlusione intestinale, il blocco completo o la grave compromissione del transito intestinale
  • Infiammazioni o infezioni dell’intestino crasso, come le diverticoliti, piccole sacche che si formano più frequentemente nel colon
  • Masse tumorali nell’intestino crasso, come cancro del colon o escrescenze possono trasformarsi in tumori (polipi intestinali)

Tipi di ileostomia e come avviene l’intervento

L’ileostomia può essere temporanea, quindi necessaria solo per un breve periodo di tempo, perché una parte del colon ha bisogno di tempo per riposare o guarire dopo un trattamento o un intervento, oppure permanente, quando ad viene asportata un’ampia sezione dell’intestino, per cui le estremità recise non possono essere più unite (inversione dell’ileostomia).

A seconda del tipo di intervento che, in tutti i casi, si svolge in anestesia generale, viene eseguita una piccola incisione, solitamente sul lato destro dell’addome, per creare l’apertura, oppure viene effettuata un’incisione più grande, nel caso di asportazione totale o parziale dell’intestino crasso.

Nel caso di ileostomia temporanea, detta anche ad ansa, l’incisione è praticata sull’addome, in corrispondenza dell’estremità dell’intestino tenue (ileo), di cui viene presa un’ansa e portata fuori dalla cavità addominale, dove la si unisce con punti di sutura ai bordi dell’apertura e infine recisa, in modo da formare due stomie distinte. Una stomia è “attiva” e rappresenta la parte terminale dell’intestino tenue, consentendo l’eliminazione dei rifiuti intestinali, i quali finiscono all’interno di un’apposita sacca. L’altra stomia è invece “inattiva” e conduce all’intestino crasso (colon).

Generalmente, in seguito alla procedura, sono necessari dai 3 ai 10 giorni di ricovero, durante i quali ci si assicura che non ci siano complicazioni, che le feci fuoriescano correttamente dalla stromia e che il paziente riesca a sostituire la sacca.

Come detto, l’ileostomia può essere necessaria solo per un breve periodo di tempo, che va dai 3 a 6 ai mesi, in seguito ai quali può essere invertita, richiudendo le stromie, in modo che l’intestino possa essere reinserito nell’addome. Tuttavia, in presenza di infiammazioni croniche, come quelle causate dalla malattia di Crohn o dalla colite ulcerosa, o in caso di asportazioni di tutto il colon, può rendersi necessaria l’ileostomia permanente o, in alternativa, l’anastomosi ileale pouch-anale, volta a creare una nuova cavità di contenimento delle feci, in sostituzione dell’intestino rimosso.

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