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Cos’è la peste bubbonica: come si trasmette, quali sono i sintomi dell’infezione e come si cura

La peste bubbonica è la forma più diffusa di peste, della quale si registrano ancora oggi tra i 1.000 e i 3.000 casi ogni anno. Il batterio responsabile è Yersinia pestis, lo stesso che nel Medioevo provocò la Peste Nera, con decine di milioni di morti in Europa. Ecco cosa sappiamo su sintomi, trasmissione e cura della malattia infettiva.
A cura di Andrea Centini
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La peste bubbonica è la forma più comune e diffusa della peste, una malattia infettiva provocata dal batterio Yersinia pestis e trasmessa dal morso di pulci infette (il vettore principale) o, in alternativa, dal contatto diretto con i fluidi corporei degli animali contagiati. In genere le specie serbatoio sono piccoli mammiferi come topi, ratti, marmotte, scoiattoli, cani della prateria e via discorrendo, come indicato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS). Le pulci responsabili della trasmissione possono occasionalmente parassitare anche gli animali domestici, che a loro volta sono in grado di trasmettere la malattia all'uomo. È ciò che è successo recentemente nell'Oregon, dove un uomo, secondo le autorità locali, probabilmente è stato infettato da un gatto randagio (sintomatico) che predava regolarmente piccoli roditori in un bosco.

Tra i sintomi tipici della peste bubbonica ci sono bubboni, febbre, brividi, cefalea e affaticamento. La peste bubbonica è solo una delle forme con cui si manifesta l'infezione da Yersinia pestis, la più diffusa. Come specificato dagli autorevoli Manuali MSD per operatori sanitari, le altre forme sono la peste polmonare primaria e secondaria, nelle quali il microorganismo invade i polmoni (questa forma può essere trasmessa da uomo a uomo attraverso le goccioline respiratorie come un'influenza e la COVID-19); la peste setticemica, nella quale il batterio si diffonde nel flusso sanguigno e può produrre shock e sanguinamenti; e la peste minore (peste minor), più benigna della peste bubbonica, con sintomi lievi e di breve durata.

La peste è presente da migliaia di anni ed è una di quelle malattie che solo dal nome riesce a evocare terrore. Non a caso è stata protagonista di epidemie catastrofiche come quella soprannominata “Peste Nera”, che nel Medioevo provocò in Europa – attorno al 1350 – decine di milioni di morti. Fu legata a un atroce atto di bioterrorismo da parte dei tartari, che catapultarono i cadaveri dei soldati morti per peste verso la città di Caffa, strettamente collegata a Genova da rapporti commerciali marittimi. I marinai infettati che riuscirono a sopravvivere portarono la malattia in Italia e nel resto d'Europa, con conseguenze catastrofiche (si stima che morì un terzo della popolazione europea).

Oggi, fortunatamente, queste epidemie sono solo un lontanissimo ricordo, ma la peste è ancora presente in numerosi Paesi, compresi gli Stati Uniti, dove ogni anno i CDC registrano una dozzina di casi (fondamentalmente in aree rurali). Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) vengono diagnosticati dai 1.000 ai 3.000 casi ogni anno, “distribuiti soprattutto tra Africa, Asia e Sudamerica”. In Europa – e dunque anche in Italia – la peste in forma autoctona è scomparsa da decenni.

Cos’è la peste bubbonica

La peste bubbonica è solo una delle diverse forme della peste, la più comune e diffusa al mondo. Si tratta di una zoonosi, cioè una malattia trasmessa dagli animali. L'agente eziologico responsabile è il batterio Yersinia pestis, un cocco-bacillo dalla forma allungata. È lo stesso che ha provocato la famigerata “Peste Nera” del Medioevo, sebbene oggi non provochi più catastrofi sanitarie come quelle di un tempo. Il nome “bubbonica” è legata al fatto che in questa forma la peste si manifesta con i bubboni sulla pelle, determinati da un rigonfiamento delle ghiandole linfatiche.

Come si trasmette la peste bubbonica: cause dell’infezione

La peste bubbonica si trasmette attraverso il morso di pulci infettate dal batterio Yersinia pestis. Il principale vettore nel mondo è la pulce del ratto orientale (Xenopsylla cheopis). Questi artropodi vivono regolarmente su piccoli mammiferi come topi e ratti, ma sono coinvolte anche diverse specie di scoiattoli, cani della prateria e simili. Non a caso, come spiegato dalla ISS, “la peste è diffusa in tutte le realtà dove le abitazioni sono infestate da pulci e da ratti, e quindi in condizioni di scarso livello di igiene”. Come specificato, le pulci possono infestare anche animali domestici, in particolar modo i gatti, che a loro volta possono trasferirle dentro casa e favorire la trasmissione all'uomo. Anche l'esposizione ai fluidi corporei degli animali infetti – come saliva e sangue – può provocare l'infezione. La peste bubbonica non si trasmette da persona a persona, come ad esempio avviene con la peste polmonare. Quest'ultima permette il rilascio di particelle infettive tramite goccioline respiratorie (aerosol e droplet)

Quali sono i sintomi

Dopo l'esposizione al patogeno, spiegano i Manuali MSD, il periodo di incubazione – cioè il tempo che intercorre tra contagio e manifestazione dei sintomi clinici – per la peste bubbonica “è generalmente di 2-5 giorni, ma varia da poche ore a 12 giorni”. Tra i primi sintomi vi è un'improvvisa febbre molto alta a “39,5 – 41° C”, spesso accompagnata da brividi. Si possono registrare anche tachicardia e bassa pressione. Poco dopo la comparsa della febbre i linfonodi iniziano a gonfiarsi dando vita ai bubboni. “Sono coinvolti soprattutto i linfonodi femorali o inguinali, seguiti dagli ascellari, dai cervicali o da una linfoadenopatia multipla”, evidenziano i Manuali MSD. Nella seconda settimana i bubboni possono produrre pus (suppurare) a seguito del processo infiammatorio. Un'altra tipologia di lesione cutanea – come una pustola – può formarsi dove si è verificato il potenziale morso della pulce infetta. Tra gli altri segni e sintomi della peste bubbonica figurano stanchezza; cefalea (mal di testa); confusione; delirio; ingrossamento del fegato e della milza. La peste bubbonica può evolvere nelle forme più gravi e mortali, come la setticemica e la polmonare.

Come si cura la peste bubbonica

La peste bubbonica si combatte efficacemente attraverso la terapia antibiotica e l'isolamento del paziente, con annessa terapia di supporto laddove necessaria. Tra gli antibiotici più somministrati dai medici vi sono streptomicina, gentamicina, doxiciclina, cloramfenicolo, ciprofloxacina e levofloxacina. La scelta del farmaco varia in base alle condizioni del paziente. Da quando sono stati introdotti gli antibiotici, nella prima metà del XX secolo, la mortalità a causa della peste bubbonica è crollata dal 60 percento (peste non trattata) all'11 percento dei dati attuali.

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