Cos’è il taser e come funziona, i morti di Olbia e Genova riaccendono i dubbi sull’arma elettrica

Il taser, o pistola elettrica, è un’arma a impulsi elettrici in dotazione alle Forze dell’ordine in molti Paesi, Italia compresa: funziona rilasciando due dardi collegati a fili conduttori, che trasmettono una scarica elettrica capace di provocare una contrazione muscolare istantanea, che immobilizza temporaneamente il soggetto colpito.
Il taser viene utilizzato in situazioni ad alto rischio, in alternativa all’uso delle armi da fuoco, con l’obiettivo di contenere persone pericolose o in stato di forte agitazione, ma il suo impiego non è privo di rischi: il caso dell’uomo morto a Olbia dopo che i Carabinieri lo avevano immobilizzato con il taser e un altro decesso a Manesseno (Genova), sempre in seguito all’intervento dei Carabinieri con un taser, ha riacceso il dibattito sulla sicurezza e le conseguenze del dispositivo.
Recenti studi hanno infatti evidenziato il rischio di aritmie ventricolari, arresto cardiaco improvviso e morte legato all’uso del taser, il cui impiego è tra l’altro considerato una forma di tortura dal Comitato delle Nazioni Unite e condannato da Amnesty International per l’elevato potenziale di abuso. Tuttavia, secondo l’azienda americana che produce l’arma, la Axon Enterprise, il 99,75% dei soggetti colpiti da un taser non riporterebbe lesioni significative: ciò tuttavia significa che, su 400 persone, una potrebbe morire.
Cos’è e come funziona il taser
Il taser è una pistola a impulsi elettrici prodotta dalla società americana Axon Enterprise, il cui nome deriva dall’acronimo “Tom Swift and His Electric Rifle” – letteralmente “fucile elettrico di Thomas A. Swift”, l’arma inventata da Tom Swift nel romanzo del 1911 di Victor Appleton.
Si tratta è un dispositivo portatile alimentato a batteria che rilascia impulsi elettrici ad alta tensione e bassa intensità attraverso due elettrodi, integrati in due piccoli dardi collegati al dispositivo con due fili elettrici e capaci di raggiungere un bersaglio anche a oltre dieci metri di distanza. I modelli più recenti, come il taser 10, hanno infatti una gittata di quasi 14 metri e possono lanciare fino a 10 coppie di dardi senza necessità di ricarica.
Per il funzionamento del taser, non è necessario che i dardi attraversino gli abiti: una volta sul bersaglio, tra i due elettrodi viene rilasciata la scarica di impulsi che impedisce il movimento del soggetto colpito, facendone contrarre i muscoli. Secondo il produttore, un tipico dispositivo taser eroga 19 brevi impulsi al secondo in 5 secondi: l’impulso viaggia verso i muscoli e provoca contrazioni muscolari brevi e sostenute.
Quali sono gli effetti del taser sul corpo umano
Gli effetti del taser sul corpo umano sono principalmente di natura neuromuscolare, volti a immobilizzare il soggetto colpito per la sola durata della scarica elettrica. Il livello di corrente erogato è significativamente inferiore al livello necessario per interferire con i pacemaker, anche se l’uso del taser non è esente dai rischi legati all’erogazione stessa degli impulsi attraverso il corpo umano.
Uno studio nel 2012 pubblicato sulla rivista Circulation dell’American Heart Association ha dimostrato che i taser possono causare “aritmie ventricolari, arresto cardiaco improvviso e persino la morte”, dettagliando otto casi di arresto cardiaco improvviso in seguito all’utilizzo del dispositivo. Nessuna di quelle persone, chiarì la pubblicazione, soffriva di sintomi cardiovascolari manifesti, sebbene alcuni soggetti presentassero problemi medici non cardiaci, tra cui abuso di alcol, disturbo da deficit di attenzione e problemi di salute mentale.
Due morti in meno di 24 ore, i dubbi sull'uso dell'arma
In Italia, il taser è in dotazione alle Forze dell’ordine dal 2022 e viene utilizzato secondo specifici protocolli, al termine di un preciso addestramento. Ciononostante, i due decessi registrati nel fine settimane di Ferragosto, entrambi successivi all’uso dell’arma da parte dei Carabinieri, non sono i primi ad essersi verificati in Italia. Anche nel giugno scorso, a Pescara, era deceduto un 30enne, sebbene si sia poi scoperto che la causa della morte era legata a un trauma toracico per una rissa e non all’uso dell’arma. Altri due casi si erano verificati nel 2023 e nel 2024.
Negli Stati Uniti, dove il taser è largamente impiegato dalle Forse di polizia, sarebbero oltre 1.000 i casi fino alla fine del 2018 in cui le persone sono morte dopo essere state colpite dal dispositivo, quasi tutti a partire dall'inizio degli anni 2000.
“Molte delle vittime erano state sottoposte a scosse multiple – ha evidenziato in più occasioni l’organizzazione Amnesty International- . Studi ed esperti medici hanno rilevato che il rischio di eventi avversi derivanti dalle scosse del taser è maggiore nelle persone che soffrono di problemi cardiaci o con una frequenza cardiaca elevata associata all’uso di droghe oppure dopo una colluttazione. Anche se i decessi causati direttamente dalle scosse del taser sono relativamente rari, gli effetti avversi possono verificarsi molto rapidamente, senza preavviso, risultando impossibili da invertire”.