Cos’è il microcitoma polmonare, il tumore che ha colpito Emma Bonino e da cui è guarita nel 2023

Emma Bonino, leader e fondatrice del partito +Europa con una lunghissima storia nei Radicali, la sera di domenica 30 novembre è stata ricoverata in terapia intensiva all'ospedale Santo Spirito di Roma a causa di un'insufficienza respiratoria, una condizione che ha fatto tornare alla mente la sua lunga (e vincente) lotta contro un microcitoma polmonare. Come indicato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), il microcitoma, conosciuto anche come carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC), è un aggressivo tumore primario ai polmoni, più raro di quello non a piccole cellule. Tra i sintomi figurano tosse persistente, sangue nell'espettorato, dolori toracici e difficoltà respiratorie, mentre per quanto concerne le cause il fattore di rischio principale è il vizio del fumo. La sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è piuttosto bassa, circa il 7 percento secondo un'analisi condotta nel 2020.
Emma Bonino annunciò di essere completamente guarita dal microcitoma polmonare nel 2023, pertanto quella odierna è un'altra battaglia che coinvolge nuovamente il sistema respiratorio. Anche nell'ottobre del 2024 la politica era stata ricoverata per una settimana a causa di problemi respiratori. Attualmente le condizioni della 77enne, che è vigile, sono definite stabili e viene seguita dai medici della Stroke Unit dell'ospedale San Filippo Neri, presso la quale è stata trasferita la mattina del 1 dicembre per seguire i trattamenti più appropriati. Sullo sfondo resta la sua battaglia durata otto anni contro il microcitoma polmonare, un cancro al polmone da cui è difficile guarire e che spesso è caratterizzato da una prognosi infausta. Ecco cosa sappiamo su questa malattia.
Cos'è il microcitoma o carcinoma polmonare a piccole cellule
L'ISS specifica che esistono due tipologie principali di neoformazioni maligne ai polmoni: il tumore polmonare non a piccole cellule, che riguarda l'80-85 percento delle diagnosi ed è suddiviso in tre forme distinte (carcinoma a cellule squamose, carcinoma a grandi cellule e adenocarcinoma); e il tumore polmonare a piccole cellule o microcitoma, che riguarda il restante 10-15 percento dei casi. Il microcitoma è così chiamato perché coinvolge cellule malate che al microscopio appaiono piccole, arrotondate o fusiformi, che originano da cellule neuroendocrine dei bronchi. Quando le cellule sane subiscono mutazioni e iniziano a moltiplicarsi in modo incontrollato, danno vita a masse che si aggregano nei polmoni (tumori).
Il pericolo principale di questa neoplasia risiede nel fatto che metastatizza rapidamente; ciò significa che le cellule malate liberate dal tumore primario (metastasi) riescono a entrare nel flusso sanguino e linfatico raggiungendo altri organi, dando vita ai tumori secondari e dunque al cancro. La Cleveland Clinic, tra le più importanti organizzazioni sanitarie degli Stati Uniti, indica che in genere le metastasi del microcitoma raggiungono ossa, linfonodi, fegato, cervello e ghiandole surrenali. La sopravvivenza è piuttosto bassa e, in base ai dati indicati dall'organizzazione americana, circa il 7 percento dei pazienti con diagnosi di carcinoma polmonare a piccole cellule è ancora in vita a cinque anni dalla diagnosi. Altre stime parlano del 4-5 percento; le probabilità di guarigione sono legate a quale stadio il tumore viene rilevato (in genere avviene a quelli avanzati perché i sintomi “possono comparire solo dopo un certo tempo”, come evidenziato dai Manuali MSD per operatori sanitari) e alla salute generale del paziente.
Quali sono i sintomi del microcitoma polmonare
I sintomi principali del tumore al polmone indicati dall'ISS sono tosse persistente (cronica), tracce di sangue nelle escrezioni dell'apparato respiratorio (emottisi), stanchezza e calo ponderale (perdita di peso) inspiegabili, dolore e fastidio toracici – quando si tossisce e respira profondamente – e difficoltà a respirare. La Cleveland Clinic segnala anche gonfiore del viso, raucedine, perdita di appetito, vene del collo gonfie e respiro sibilante. Gli esperti sottolineano che molti di questi sintomi sono aspecifici, nel senso che non sono esclusivi del microcitoma e possono comparire anche per condizioni molto meno gravi. Un campanello d'allarme è tuttavia rappresentato dal vizio del fumo, che è considerato il principale fattore di rischio per questa malattia. Anche Emma Bonino durante la sua battaglia ha affermato di essere stata una fumatrice. Ricordiamo che il cancro ai polmoni in generale è il più diagnosticato e mortale al mondo e in Italia, con circa 2,5 milioni di nuove diagnosi e 1,8 milioni di morti a livello globale ogni anno, mentre le diagnosi nel nostro Paese sono circa 43.000 e i morti 30.000 (più di 80 ogni giorno).
Le cause del microcitoma
Si ritiene che il fumo di tabacco sia responsabile dell'85-90 percento dei casi di cancro ai polmoni, coinvolgendo fumatori attivi, chi subisce il fumo passivo e gli ex fumatori. “Smettendo di fumare il rischio si riduce”, scrivono i Manuali MSD, evidenziando comunque che il cancro ai polmoni può manifestarsi anche nei non fumatori. Tra gli altri fattori di rischio noti figurano l'aria inquinata, l'esposizione a sostanze cancerogene come gas radon (che si infiltra nelle case e negli edifici) e asbesto, radiazioni (comprese quelle per i trattamenti contro il cancro e altra diagnostica medica), uso del fuoco aperto per la cottura dei cibi e il riscaldamento di casa e altro. Nel rischio sono coinvolti anche fattori genetici, ovvero una storia famigliare di cancro ai polmoni può aumentare il rischio di ammalarsi.
Diagnosi e cura del tumore ai polmoni a piccole cellule
In presenza dei sintomi sopraindicati i pazienti vengono inviati a controlli per immagini come radiografie, scansioni di tomografia computerizzata (TC) e la tomografia a emissione di positroni (PET), che possono rilevare la presenza delle masse tumorali (la TC è la più usata per il cancro ai polmoni). Una volta evidenziata una lesione sospetta, attraverso una biopsia si prelevano e analizzano i campioni biologici per determinare la malattia. I campioni possono essere prelevati con un ago o durante una broncoscopia; i Manuali MSD indicano che raramente può essere necessario un prelievo chirurgico a torace aperto.
Per quanto concerne i trattamenti, si può intervenire con la chirurgia (raramente, dato che circa 1 paziente su 20 presenta un tumore a piccole cellule che non si è esteso al di là dei polmoni), la radioterapia e la chemioterapia. Quest'ultima è utilizzata in particolar modo per combattere il microcitoma allo stadio avanzato. Anche le recenti tecniche immunoterapiche possono essere impiegate per combattere il cancro ai polmoni.