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Cosa sappiamo su Chiron, l’elusiva variante agli anticorpi Covid: è “figlia” di Centaurus

Centaurus, derivata da Omicron 2, ha dato vita a una variante “figlia” chiamata Chiron che preoccupa gli esperti: è tra le più elusive di quelle conosciute.
A cura di Andrea Centini
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Particelle virali del coronavirus su cellula umana. Credit: NIAID
Particelle virali del coronavirus su cellula umana. Credit: NIAID

Una nuova variante del coronavirus SARS-CoV-2 ha dimostrato una significativa capacità di sfuggire agli anticorpi neutralizzanti in test di laboratorio; l'elusività è risultata essere ben superiore a quella di altri lignaggi di Omicron attualmente dominanti. Si tratta del ceppo BA.2.75.2, soprannominato Chiron e “figlio” di Centaurus (BA.2.75), che a sua volta è una sottovariante di Omicron 2, la cosiddetta Omicron invisibile. Sebbene si possa far confusione tra tutti questi nomi e codici identificativi, è sufficiente sapere che il patogeno pandemico sta facendo esattamente ciò che avevano previsto agli scienziati: dar vita a nuove varianti sempre più elusive, sotto la spinta della selezione naturale / evoluzione. Ovviamente più elusive non significa necessariamente più pericolose, ma gli scienziati continuano a monitorare attentamente i nuovi lignaggi per determinare la traiettoria pandemica.

Chiron è la più elusiva delle varianti testate. Credit: The Lancet Infectious Disease
Chiron è la più elusiva delle varianti testate. Credit: The Lancet Infectious Disease

A determinare che la variante Chiron “figlia” di Centaurus sfugge efficacemente agli anticorpi neutralizzanti è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati svedesi dell'autorevole Karolinska Institutet di Stoccolma, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Ospedale Universitario Karolinska, del Dipartimento di Malattie Infettive dell'Imperial College di Londra e del Dipartimento di Scienza e Ingegneria dei Biosistemi dell'ETH di Zurigo. Gli scienziati, coordinati dal professor Ben Murrell, docente presso il Dipartimento di Microbiologia, Tumori e Biologia Cellulare, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto test di neutralizzazione contro alcune varianti emergenti, sia con il siero del sangue donato da volontari svedesi che con anticorpi monoclonali attualmente utilizzati per combattere la COVID-19, la malattia provocata dal coronavirus SARS-CoV-2. Oltre a Chiron il professor Murrell e colleghi hanno testato anche le due sottovarianti BA.4.6 e BA.2.10.4.

Per quanto concerne il test di neutralizzazione con il siero dei donatori (casuali), gli scienziati hanno condotto gli esperimenti tenendo presenti tre coorti / finestre temporali ben distinte: campioni di sangue donati tra l'8 e il 14 novembre 2021, prima che emergesse la variante Omicron; campioni donati tra l'11 e il 17 aprile 2022, dopo una significativa ondata di infezioni provocate da Omicron 1 e Omicron 2, parallelamente alla disponibilità delle terze dosi di vaccino anti Covid; e campioni donati tra il 29 agosto e il 4 settembre 2022, dopo la diffusione della variante BA.5 super elusiva, attualmente dominante. Dai test condotti in laboratorio è emerso che la neutralizzazione di Chiron da parte degli anticorpi sierici di tutti e tre i periodi presi in esame “è stata significativamente inferiore rispetto a tutte le altre varianti testate”, hanno scritto gli scienziati nell'abstract dello studio. In parole semplici, BA.2.75.2 è molto più elusiva dei ceppi che l'hanno preceduta. Secondo gli autori dello studio a favorire l'elusività di Chiron sono le mutazioni specifiche R346T, F486S e D1199N sulla proteina S o Spike, il grimaldello biologico usato dal SARS-CoV-2 per legarsi alle cellule umane, rompere la parete cellulare e avviare i processi di infezione.

“14 (56%) dei 25 campioni della coorte di novembre 2021 avevano titoli ID50 contro BA.2.75.2 che erano al di sotto del limite di rilevabilità (<20). Nei campioni delle coorti di aprile 2022 e settembre 2022, BA.2.75.2 è stata neutralizzata con un GMT circa 6,5 volte inferiore a quello della sottovariante BA.5 attualmente dominante, che rappresenta la variante più resistente caratterizzata al momento della scrittura (19 settembre 2022). Presi insieme, questi dati identificano una profonda elusività dagli anticorpi da parte del sottolignaggio emergente di Omicron BA.2.75.2, suggerendo che elude efficacemente l'attuale immunità umorale nella popolazione”, hanno scritto Murrell e colleghi nello studio. Per quanto concerne gli anticorpi monoclonali, Chiron e BA.4.6 sfuggono totalmente al Cilgavimab e alla combinazione tra Cilgavimab e Tixagevimab, mentre il Sotrovimab presenta una capacità neutralizzante bassa contro Omicron 5, Chiron e BA.2.10.4. Il monoclonale più efficace è risultato essere il Bebtelovimab, che ha neutralizzato tutte le varianti testate “in modo potente”.

Attualmente la variante Chiron sta guidando un'ondata in Austria – come indicato dal professor Eric Topol su Twitter – e si sta diffondendo in diversi Paesi, ma lo “scettro” di variante dominante è ancora in mano a BA.5. A settembre lo scienziato americano aveva già evidenziato come il nuovo ceppo derivato da Centaurus fosse “la variante più evasiva conosciuta fino ad oggi”. L'epidemiologo Larry Brilliant ha invece affermato di guardare con preoccupazione a questa nuova variante in vista dell'autunno e dell'inverno, temendo possa diventare la protagonista di un nuovo picco pandemico. Attualmente Chiron è classificata tra le sottovarianti di Omicron “sotto monitoraggio” da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). La raccomandazione degli esperti per proteggersi dalla COVID-19 è sottoporsi al vaccino e a tutte le dosi booster previste per la propria categoria. Al momento non è possibile sapere se Chiron avrò un exploit analogo a Omicron 5. I dettagli della ricerca "Omicron sublineage BA.2.75.2 exhibits extensive escape from neutralising antibodies" sull'elusività di Omicron sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica The Lancet Infectious Diseases.

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