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Cosa sappiamo delle nuove batterie al sale marino: “Hanno 4 volte la capacità di quelle al litio”

Molto più economiche da produrre, possono ridurre significativamente il costo della decarbonizzazione, fornendo maggiori capacità di stoccaggio di energia da fonti rinnovabili.
A cura di Valeria Aiello
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Tra le diverse soluzioni che promettono di rivoluzionare il mondo delle tecnologie energetiche e facilitare la transizione verso le fonti rinnovabili, si sta facendo gran parlare di un’innovativa batteria al sale marino, un’alternativa a più alta densità di energia e meno tossica delle batterie agli ioni litio attualmente utilizzate nei dispositivi elettronici, come smartphone e tablet, e ampiamente impiegate anche nelle auto elettriche. Il suo sviluppo si deve al team di ricerca guidato dottor Shenlong Zhao della School of Chemical and Biomolecular Engineering dell’Università di Sydney, in Australia, che ha annunciato lo sviluppo di una rivoluzionaria batteria sodio-zolfo (Na-S), il cui uso è stato storicamente limitato da bassa capacità energetica e cicli di vita troppo brevi.

Dall'acqua di mare alle batterie al sale

La nuova batteria, realizzata utilizzando solfuro di sodio (Na2S), un tipo di sale fuso che può essere estratto dall’acqua di mare, è stata sviluppata utilizzando un processo di pirolisi ed elettrodi a base di carbonio per migliorare la reattività dello zolfo e la reversibilità delle reazioni tra zolfo e sodio. Ciò ha permesso ai ricercatori di ottenere uno dei sistemi più promettenti per densità di energia a basso costo, con una stabilità ciclica senza precedenti.

La batteria prodotta dagli scienziati ha infatti dimostrato un’altissima capacità, che è risultata essere di quattro volte superiore a quella delle convenzionali batterie al litio, e una durata che nei test di laboratorio, documentati nel dettaglio in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Advanced Materials, ha superato i 1.000 cicli di ricarica, con un tasso di un tasso di dissolvenza della capacità estremamente basso (dello 0,05% per ciclo).

Fabbricate e testate con successo come batterie a bottone nella struttura di ingegneria chimica dell’Università di Sydney ma specificamente progettate per fornire una soluzione ad alte prestazioni per grandi sistemi di accumulo di energia rinnovabile, come le reti elettriche, le nuove batterie sodio-zolfo hanno il potenziale per ridurre in modo significativo l’impatto economico della decarbonizzazione. “Possono ridurre drasticamente i costi nel lungo termine fornendo al contempo una capacità di stoccaggio quattro volte superiore – ha affermato il dottor Zhao – . Si tratta di una svolta significativa per lo sviluppo delle energie rinnovabili che, tuttavia, in principio ha incontrato diversi scogli finanziari”.

Quando il sole non splende e la brezza non soffia, abbiamo bisogno di soluzioni di stoccaggio di alta qualità che non costino alla Terra e siano facilmente accessibili a livello locale o regionale – ha aggiunto Zhao – . Attraverso una tecnologia che riduce i costi, speriamo di raggiungere più rapidamente un orizzonte di energia pulita, perché più velocemente riusciremo a decarbonizzare, maggiori sanno le possibilità di limitare il riscaldamento globale”.

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