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Chi dorme poco o troppo ha un rischio superiore di ictus: associazione anche col russare e le apnee

Un team di ricerca internazionale ha rilevato un’associazione statisticamente significativa tra il dormire male e il rischio di ictus. Chi russa, dorme troppo, poco, fa lunghi sonnellini, soffre di apnee notturne e in genere ha un sonno disturbato ha maggiori probabilità di sviluppare la malattia.
A cura di Andrea Centini
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Le persone che dormono male hanno un maggior rischio di ictus. Le probabilità di sviluppare il “colpo apoplettico” aumentano sensibilmente se si dorme troppo poco, troppo, si russa, si hanno apnee notturne e altri comportamenti / sintomi che disturbano il sonno. È importante sottolineare che il risultato è legato a uno studio di associazione, che non evidenzia rapporti di causa effetto, tuttavia la relazione statistica emersa è significativa. Inoltre numerosi studi condotti in passato hanno determinato che riposare male, in modo non aderente alle linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), può avere un impatto significativo sulla salute. Pertanto non c'è da stupirsi che possa aumentare anche il rischio di ictus.

A determinare l'associazione tra sonno “cattivo” e probabilità di avere un ictus è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università Nazionale dell'Irlanda di Galway, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Medicina dell'Università McMaster (Ontario), della Scuola di Medicina e Farmacologia dell'Università dell'Australia Occidentale, del Rush Alzheimer Disease Research Center di Chicago (Stati Uniti) e di altri istituti. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Christine Eileen McCarthy, docente presso il Dipartimento di Medicina dell'ateneo irlandese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver coinvolto in uno studio ad hoc circa 5mila persone. Hanno messo a confronto i dati di 2.243 pazienti che avevano avuto un ictus o un'emorragia intracerebrale (inseriti nel database INTERSTROKE) con quelli di 2.253 persone che non hanno avuto questi problemi. A tutti i partecipanti sono stati sottoposti questionari per determinare la qualità del sonno.

Incrociando i dati e aggiustandoli in base ai fattori di rischio noti per l'ictus come come età, genere, vizio del fumo, attività fisica e altri parametri, i ricercatori hanno determinato che chi dormiva poco e male aveva un rischio superiore di sviluppare il colpo apoplettico. Nello specifico, chi dormiva poco (meno di 5 ore al giorno) aveva il triplo del rischio rispetto a chi ne dormiva 7, il valore idoneo per un adulto secondo gli standard dell'OMS. Chi dormiva troppo, ovvero più di 9 ore, aveva invece il doppio delle probabilità di avere un ictus. Anche la “siesta”, il classico sonnellino diurno, quando era più lungo di un'ora era associato a un rischio maggiore rispetto a chi non lo faceva, ovvero + 88 percento. Questo risultato è simile a quello di un altro studio condotto da un team cinese della Xiangya Hospital Central South University, che aveva trovato una relazione tra i pisolini e il rischio di ictus.

La professoressa McCarthy e colleghi hanno evidenziato anche che le persone che russavano avevano il 91 percento delle probabilità in più di sviluppare la malattia, mentre chi soffriva di apnea ostruttiva del sonno (OSA) aveva un rischio circa triplo. “Non solo i nostri risultati suggeriscono che i problemi di sonno individuali possono aumentare il rischio di ictus di una persona, ma avere più di cinque di questi sintomi può portare a cinque volte il rischio di ictus rispetto a coloro che non hanno problemi di sonno”, ha dichiarato in un comunicato stampa la professoressa McCarthy. “I nostri risultati suggeriscono che i problemi del sonno dovrebbero essere un'area di attenzione per la prevenzione dell'ictus”, ha chiosato l'esperta.

Nonostante la relazione statistica significativa, si è trattato di uno studio di associazione senza evidenza di un rapporto di causa-effetto. Non a caso il professor Gerard Mayá, neurologo presso l'unità del sonno dell'Hospital Clínic de Barcelona che non ha partecipato allo studio, in un'intervista a El Pais ha sottolineato l'importanza di interpretare con attenzione i risultati. Ad esempio specifica che le apnee ostruttive del sonno sono la condizione che hanno più evidenza come fattore di rischio dell'ictus, mentre se si russa e non si hanno dei problemi sottostanti non ci si deve preoccupare (ma quasi tutte le persone che soffrono di apnea russano, ha sottolineato). Ciò che è certo è che dormire poco e male non fa bene alla salute e chi non riesce dovrebbe contattare una specialista, al fine di aderire il più possibile ai parametri raccomandati per la propria fascia di età. I dettagli della ricerca “Sleep Patterns and the Risk of Acute Stroke: Results from the INTERSTROKE International Case-Control Study” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica specializzata Neurology.

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