Blatte “volanti” a Roma, entomologo Paolo Fontana spiega rischi e presenza di Periplaneta americana

Ciclicamente, nel periodo tardo-primaverile ed estivo, i social e alcune testate giornalistiche pullulano di video, post e articoli sugli insetti “invasori” di turno. Si spazia dalle vespe ai calabroni, passando per moscerini, formiche e così via, fino alle immancabili zanzare. In questi giorni, tuttavia, lo scettro di specie virale va a Periplaneta americana, conosciuta come blatta rossa o scarafaggio rosso e ribattezzata a furor di popolo “grande blatta volante americana”. Le segnalazioni che continuano a susseguirsi giungono in particolar modo da Roma, dove diversi quartieri sembrano particolarmente colpiti dalle infestazioni. Monte Mario, Prati, Ostia e Torpignattara sarebbero quelli maggiormente interessati dal fenomeno.
Come spesso accade con le segnalazioni di insetti, gli eventi vengono ingigantiti ed estremizzati, trasformando la presenza – talvolta più abbondante del normale – in allarmismi senza alcun fondamento. Nel caso specifico, il messaggio che viene veicolato suggerisce la presenza di una nuova specie aliena proveniente dall'America che starebbe invadendo la Capitale, tuttavia la situazione è decisamente diversa da così. Basti sapere che questi insetti sono di origine africana e giunsero nel continente americano solo all'inizio del XVII secolo, per poi diffondersi rapidamente nel resto del mondo. Per capire esattamente con che specie abbiamo a che fare, perché è presente in abbondanza in alcuni quartieri di Roma e quali sono i rischi per la salute, Fanpage.it ha contattato l'entomologo e naturalista Paolo Fontana. Ecco cosa ci ha raccontato.
Dottor Fontana, sui social e non solo si parla molto di queste grandi “blatte volanti americane” a Roma, dove vengono spesso presentate come una sorta di novità. Cosa può dirci su questa specie?
Questo è un insetto cosmopolita che trova la sua massima diffusione nelle zone tropicali, perché ama il caldo, l'umidità. Si trova principalmente in ambienti antropici – ai tropici – ed è presente da moltissimi anni in Italia. Parliamo di qualche secolo. Non sono quindi una novità; amano le alte temperature ed è normale vederne di più in questo periodo caldo. Non è fra l'altro una specie molto prolifica e ha un ciclo di sviluppo anche piuttosto lungo, perché ci vogliono mesi affinché dall'uovo si arrivi all'insetto adulto. Le femmine nel corso della loro vita producono dei “pacchettini di uova” chiamate ooteche; in genere possono dar vita a 50 – 100 figli. Non è nulla in confronto alla più comune Blattella germanica, che nel corso di un anno può generare un milione di piccoli ed è quindi molto più infestante. Solo che non la vedi perché è molto più piccola e subdola. Dieci blattelle non le vedi e non le consideri, mentre due Periplaneta le noti subito. È una specie molto grande e vistosa, che arriva a 5 centimetri.
E vola
Sia le femmine che i maschi hanno un volo molto sostenuto. Non è che svolazzano, ma fanno proprio dei voli. Sono attirati dalla luce e quindi nelle ore serali e notturne li vedi volare. Sono grandi corridori perché tutte le blatte hanno questa capacità. Quindi sono animali di grosse dimensioni, rapidi e di un bel color cuoio, ma suscitano un certo disgusto nelle persone, proprio per i loro movimenti “schizzati”. C'è chi ha il terrore delle cavallette perché saltano e non si sa dove vanno a finire, possono anche finirti addosso. Lo stesso vale per queste blatte, che sono una specie di interesse civile e sanitario.

Ci spieghi
Vivono sugli scarti e sui rifiuti, dove vengono a contatto con batteri come salmonelle, enterobatteri eccetera. Li acquisiscono attraverso i semplici movimenti e toccando con le zampe le superfici contaminate. Li diffondono spostandosi, con gli escrementi e le emissioni di saliva. Sporcano il cibo in modo che i batteri facciano una predigestione, così poi i loro piccoli trovano gli alimenti semi-lavorati, diciamo così. È un problema perché se abbiamo un cesto di frutta, un vassoio con dei dolci o delle focacce eccetera, e questi ci camminano sopra, se questi cibi non vengono cotti e vengono mangiati così come sono possono provocare la diffusione dei batteri, che poi nel nostro intestino provocano enterocoliti, salmonellosi e altro.
Può essere considerata una specie aliena, viste le origini?
Più che aliena è una specie naturalizzata, ormai integrata con la fauna autoctona come la zanzara tigre e altre.
Perché nei video si vedono così tanti esemplari di giorno? Gli scarafaggi in genere non sono lucifughi?
Quando cominciano a essere tanti e si accorgono che non hanno più cibo a sufficienza, che non trovano buone prospettive per la loro prole, allora devono spostarsi verso nuove risorse alimentari. Così iniziano a disperdersi. Le specie poco volatrici o non volatrici preferiscono farlo di notte. La Periplaneta, soprattutto dove è molto abbondante, puoi vederla che fuoriesce dai tombini, dagli scantinati e trovarla sulle strade e attorno alle abitazioni. Quelle che escono di giorno comunque potrebbero essere state avvelenate dopo una disinfestazione.
Che succede?
Gli insetticidi che vengono usati spesso provocano dei comportamenti disturbati, un po' come avviene nei topi. I veleni usati per la derattizzazione spingono i topi a uscire dai luoghi chiusi e cercare l'aria aperta, così non muoiono dove hanno infestato, ma fuori, in modo che i loro corpi vengano ritrovati e non marciscano sotto uno scaffale dentro una cantina, o magari dietro a un mobile in ambito abitativo. Spesso questi comportamenti osservati durante il giorno, con movimenti più rallentati, possono essere legati a una disinfestazione.

Si è parlato anche di fughe dai rettilari, cosa può dirci al riguardo?
Sicuramente è un animale che viene allevato da appassionati di rettili perché è un buon boccone da dare ai propri animali, però hanno questa problematica di essere veramente degli evasori nati. Io li ho allevati per anni per fare degli studi, sullo sviluppo di esche per il loro controllo e simili, e devo dire che ci vogliono tante, tante precauzioni per evitare che escano da questi terrari. Però di solito chi alleva rettili preferisce grilli, tarme della farina e così via. Perché sono insetti più facili da tenere sotto controllo in allevamento e possono essere gestiti. Questi veramente schizzano via. Poi quando quando uno va nei negozi per animali e cerca cibo per rettili trova comunque dei grilli e delle tarme, non trova le blatte. Ci sono degli allevatori che tengono delle blatte per il proprio piacere, ma in genere sono altre specie. Poi in 100 metri quadrati di un quartiere di Roma quanti allevatori di rettili possono esserci? E invece quanti rifiuti ci sono? Può essere che in qualche caso possa pure essere successa una fuga da un terrario, ma io non “darei la caccia” agli allevatori di rettili, non è questa la fonte degli avvistamenti.