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A quale età iniziamo a capire che stiamo invecchiando

Un sondaggio commissionato dall’associazione Found ha rilevato a quale età iniziamo a sentire i primi segnali dell’età che avanza.
A cura di Andrea Centini
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Arriva per tutti il momento in cui si iniziano ad avvertire i segnali dell'età che avanza, la percezione che non si hanno più i fatidici 20 anni e che dunque si sta inevitabilmente invecchiando. Un nuovo sondaggio condotto dalla società statunitense OnePoll commissionato da Found, un'associazione volta a promuovere il benessere psicofisico in relazione al controllo del peso, ha determinato che si inizia a percepire l'invecchiamento a partire dai 42 anni di età. D'altro canto, il massimo della salute e del benessere, ovvero la fase della vita in cui ci si sente nel pieno delle energie e delle forze, si percepisce circa un decennio prima, a 34 anni.

Va tenuto conto che il sondaggio è stato condotto negli Stati Uniti, dove l'aspettativa di vita, i modelli alimentari, l'assistenza sanitaria e la salute media della popolazione differiscono sensibilmente da altri Paesi. Basti pensare alla nostra Italia o al Giappone, dove la longevità risulta indubbiamente maggiore, anche grazie a una dieta mediamente più salubre (come quella Mediterranea) e meno ricca di carne. Ciò nonostante il dato del sondaggio americano può essere un punto di riferimento indicativo per chi si sta avvicinando alla mezza età.

L'indagine, i cui risultati sono stati condivisi in anteprima dal New York Post, è stata condotta coinvolgendo duemila cittadini statunitensi, con campioni in rappresentanza di varie generazioni: i Baby boomers o Boomers, cioè i nati tra il 1946 e il 1964; la Generazione X, cioè i nati tra il 1965 e il 1980; la Generazione Y nota come “Millennials” (i nati tra il 1981 e il 1996); e la Generazione Z o “Centennials”, ovvero i nati tra il 1997 e il 2012. Come indicato, dal sondaggio è emerso che la maggior parte delle persone inizia a percepire l'invecchiamento a partire dai 42 anni, sebbene il 15 percento del campione ha dichiarato di avvertire questi segni già prima dei 35 anni. I principali indicatori dell'età che avanza segnalati dagli intervistati sono stati i dolori articolari (39 percento), la comparsa di condizioni croniche alla stregua dell'ipertensione o del diabete (37 percento), il metabolismo più lento (35 percento ) e l'aumento del peso corporeo (30 percento).

Circa la metà dei volontari della generazione X ha dichiarato di non sapere che non poteva continuare a seguire lo stesso regime alimentare o di fitness di quando era giovane, mentre gli altri hanno iniziato ad avvertire la necessità di questi cambiamenti attorno ai 39 anni. Oltre il 60 percento ha tuttavia rimandato questi cambiamenti nello stile di vita da 3 a 6 anni, mentre il 29 percento lo ha fatto di un paio di anni. Un quinto degli intervistati nega però di percepire i segni dell'invecchiamento e si sente ancora come un giovane virgulto, nel pieno delle forze. Il 36 percento del totale ha dichiarato di aver modificato l'assunzione di vitamine e integratori, così come il 40 percento dei Baby Boomer e il 34 percento della Generazione X ha affermato di star cambiando le abitudini alimentare. Lo sta facendo anche il 30 percento della Generazione Z, pur trattandosi di persone molto giovani (potrebbero influire le scelte legate alla tutela dell'ambiente). Secondo l'indagine i Millennials sono la generazione che potrebbe avvertire i segni dell'invecchiamento prima delle altre, nonostante la maggiore propensione alla meditazione e una consapevolezza superiore. Circa 3 su 10 del totale sono preoccupati dall'invecchiamento, mentre 1 su 4 è conscio dell'ineluttabilità del processo. In molti, curiosamente, si vergognano di parlare col proprio medico curante dei cambiamenti che hanno rilevato a causa degli anni che passano.

“Sebbene l'invecchiamento sia inevitabile, apportare modifiche salutari al proprio stile di vita è una misura di cura preventiva che può aiutare a ridurre problemi legati all'età come l'aumento di peso e le condizioni croniche”, ha dichiarato al New York Post la dottoressa Rekha Kumar, Chief Medical Officer di Found. "Negli ultimi 100 anni – ha aggiunto l'esperta – abbiamo quasi raddoppiato la nostra aspettativa di vita, quindi è fondamentale essere proattivi nell'estendere la nostra salute e la nostra longevità". La dottoressa Kumar ha inoltre sottolineato che è fondamentale migliorare le abitudini di vita in generale, come riposare per il numero di ore raccomandato per la propria fascia di età, praticare attività fisica e prendersi cura della propria salute mentale.

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