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India: 26enne stuprata da tassista Uber, bandito il servizio a New Delhi

Venerdì sera una donna ha utilizzato la app del servizio di taxi online. In auto si è assopita e al risveglio è stata stuprata dall’autista. La polizia critica Uber: nessun controllo sul profilo del conducente.
A cura di Susanna Picone
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Ennesimo caso di violenza sessuale in India. L’ultima donna ad aver denunciato uno stupro è una 26enne dipendente di una società finanziaria che venerdì scorso aveva chiamato un taxi utilizzando la app di Uber col suo smartphone dopo un evento a Vasant Vihar, sud della capitale New Delhi. Secondo il suo racconto, a bordo del taxi la donna si è addormentata per poi svegliarsi in un luogo solitario e appartato. Lì il tassista Uber l’avrebbe minacciata e violentata. Consumata la violenza, l'uomo ha accompagnato a casa la vittima, intimandole di non denunciare l'accaduto. Lei però ha preso nota della targa e ha anche fotografato la vettura, ritrovata più tardi. Il tassista accusato di stupro è stato dunque arrestato qualche ora dopo dalla polizia: si tratta di Shiv Kumar Yadav, 32 anni. L'uomo aveva spento il cellulare per non essere rintracciato, ma è stato localizzato in una cittadina a nord dello Stato dell'Uttar Pradesh dove vive e dove qualche ora prima era stata ritrovata abbandonata la sua auto di servizio. La polizia indiana ha detto che diverse automobili usate da Uber non hanno a bordo sistemi per seguirne la posizione tramite GPS. Una critica respinta da Uber, secondo cui tutte le sue macchine sono dotate di GPS.

In seguito alla violenza e alle polemiche di questi giorni il servizio di taxi online Uber è stato sospeso a New Delhi. A dirlo in un tweet è il canale televisivo Ndtv. Da quanto si apprende, il tassista era stato già arrestato tre anni fa a New Delhi per molestie sessuali ed era stato assunto da Uber solo sei mesi fa e, secondo la polizia indiana, senza un’adeguata selezione. Uber sta partecipando alle indagini ma secondo alcune fonti, riportate da Ndtv, potrebbe essere perseguita penalmente per non aver verificato i precedenti del tassista arrestato. Tra l'altro, ha detto la polizia, la compagnia non possedeva i permessi che le consentono di operare nella capitale indiana. “Qualsiasi violazione da parte di Uber sarà valutata e, se verificata, agiremo per via giudiziaria”, ha detto Madhur Verma, vice commissario della polizia di New Delhi. “Quanto accaduto a New Delhi è orrendo”, così invece l'amministratore delegato della compagnia che gestisce l'app, Travis Kalanick, “siamo vicini alla vittima di questo crimine. Faremo qualsiasi cosa per sostenerla e aiutare la sua famiglia, collaborare con la giustizia e con il governo per mettere a punto chiare procedure di controllo oggi assenti nelle licenze di trasporto”.

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