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Incidente in acciaieria, uno degli operai feriti: “Ho visto colleghi completamente bruciati”

Simone Vivian, 34 anni, lavora alle Acciaierie Venete da quando ne aveva 21, per conto di una società esterna, la Hayama Tech Service, che fornisce manodopera alla fabbrica. È uno dei feriti dell’incidente di domenica, ma fortunatamente le sue condizioni non sono gravi ed è stato già dimesso: “Mi sento miracolato”.
A cura di Susanna Picone
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Uno degli operai rimasti feriti nell’incidente alle Acciaierie Venete di Padova è stato dimesso dall’ospedale e ha ricostruito quanto accaduto, raccontando gli attimi di paura vissuti domenica. Si tratta di Simone Vivian, trentaquattrenne residente a Vigonovo, nel Veneziano, che ha riportato ustioni alla schiena, al fianco, al ventre, dove è stato raggiunto da schizzi di acciaio fuso. Intervistato dal Corriere del Veneto, Simone dice di sentirsi un miracolato: “Qualcuno lassù mi ha dato una mano”. Vivian lavora alle Acciaierie Venete da quando aveva ventuno anni per conto di una società esterna, la Hayama Tech Service, che fornisce manodopera alla fabbrica. “Domenica, poco prima delle 8 del mattino, stavo costruendo una paniera, una specie di vasca in materiale refrattario che poi verrà riempita di acciaio liquido. Il mio collega (David Di Natale, ndr) si trovava poco distante dal luogo dell’incidente, io invece ero a circa 60 metri. Per questo me la sono cavata solo con qualche ferita”. L’operaio ha spiegato di aver sentito un botto e di aver visto fuoco dappertutto: “Di certo c’è che la siviera si è rovesciata, scaricando tonnellate di acciaio fuso. I due operai che stavano lavorando lì vicino sono stati investiti prima dall’ondata di calore e poi dal materiale. Erano completamente bruciati”.

Il racconto dell'incidente in acciaieria – Vivian e Di Natale sono scappati fuori dal capannone e i primi soccorritori li hanno accompagnati nello spogliatoio dove sono stati portati anche i due operai che lavoravano accanto alla siviera. “Avevano la pelle ustionata su tutto il corpo, si lamentavano. Poi li hanno intubati e portati in ospedale… Spero trovino la forza per combattere: devono sopravvivere. Non riesco neppure a immaginare cosa significherebbe, per tutti noi, tornare in fabbrica sapendo che non ci sono più”, ha raccontato Vivian, aggiungendo che “episodi come questi sono inaccettabili ma in acciaieria i macchinari vengono controllati periodicamente e si fa il possibile per migliorare i livelli di sicurezza”. L’operaio ha parlato di incidenti che possono capitare a chi fa un mestiere come il suo: “Per quanto si investa sulla sicurezza – ha spiegato – resta un lavoro pieno di insidie, dove si rischia la vita”. In ogni caso, nonostante la paura di farsi male come già accaduto in passato a suo padre, Vivian sa che non appena starà meglio tornerà al suo lavoro: “Non ho scelta, per guadagnarmi da vivere ho bisogno di lavorare”.

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