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Ilva, la Procura risponde all’azienda: no al dissequestro degli impianti

L’azienda di Taranto minaccia di chiudere ma la Procura nega la sua richiesta, quella di dissequestrare gli impianti dell’area a caldo sotto sigilli dallo scorso luglio. Il Gip Patrizia Todisco, lo stesso che firmò il sequestro, potrebbe decidere in settimana.
A cura di Susanna Picone
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L’azienda di Taranto minaccia di chiudere ma la Procura nega la sua richiesta, quella di dissequestrare gli impianti dell’area a caldo sotto sigilli dallo scorso luglio. Il Gip Patrizia Todisco, lo stesso che firmò il sequestro, potrebbe decidere in settimana.

La Procura di Taranto ha espresso parere negativo sull’istanza di dissequestro degli impianti dell’area a caldo dell’Ilva presentata dall’azienda, per la quale la revoca dei sigilli appare fondamentale per attuare le misure ambientali. Il no dei pm è stato trasmesso all’ufficio del gip Patrizia Todisco (lo stesso che ha firmato il sequestro) che dovrà assumere la decisione finale. La Procura ha sottolineato che l’accesso agli impianti sotto sequestro per effettuare i lavori di risanamento può essere richiesto in qualsiasi momento mentre per la produzione la gestione deve restare delegata ai custodi giudiziari nominati la scorsa estate. Bruno Ferrante, presidente dell’Ilva, insieme a uno degli avvocati dell’azienda di Taranto, aveva chiesto con un’istanza depositata due giorni fa il dissequestro degli impianti proprio perché questa appariva fondamentale per attuare le prescrizioni fissate dall’Aia rilasciata qualche settimana fa dal ministero dell’Ambiente.

L’Ilva minaccia di chiudere lo stabilimento – “L’ovvia insostenibilità economica-finanziaria delle condizioni di esercizio condurrebbe inevitabilmente alla definitiva cessazione dell’attività produttiva e alla chiusura del polo produttivo”, questo quanto fatto sapere dall’Ilva descrivendo dunque la possibilità di una chiusura dello stabilimento di Taranto. La stessa Ilva, per la crisi del settore, ha già annunciato la cassa integrazione fino a 2000 dipendenti. Intanto il prossimo 15 dicembre si svolgerà una manifestazione popolare contro l’inquinamento nella città pugliese organizzata da cittadini e rappresentanti di alcune associazioni ambientaliste che hanno costituito il “Comitato manifestazione 15 dicembre Taranto libera”: una manifestazione per marciare uniti per l’ambiente – fanno sapere gli organizzatori – per il lavoro, per la salute e per il reddito. Se è stato scelto come giorno proprio il 15 dicembre è perché Ferrante, nella sua lettera alla procura, ha fatto sapere che lo stabilimento potrebbe chiudere entro il 14 dicembre.

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