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Il “mostro di Foligno” è ancora pericoloso: dopo il carcere andrà in una casa di cura

A settembre finirà di scontare la pena per aver ucciso i piccoli Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci ma Luigi Chiatti non tornerà in libertà in quanto considerato ancora pericoloso. Sarà rinchiuso in una casa di custodia e cura per la durata di almeno tre anni.
A cura di Susanna Picone
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Luigi Chiatti, noto anche come “il mostro di Foligno”, è socialmente pericoloso e deve essere ricoverato per almeno tre anni in una casa di cura al termine dell'espiazione della condanna. A decidere il provvedimento nei confronti di Chiatti è il tribunale di Sorveglianza di Firenze, che ha così confermato quanto stabilito dalla Corte d'assise d'appello di Perugia, la quale ordinava di ricoverare il detenuto in una struttura una volta scontata la pena in carcere. Luigi Chiatti a settembre finirà di scontare la pena per aver ucciso i piccoli Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci ma, dunque, non tornerà subito in libertà. I giudici del tribunale di sorveglianza, che hanno respinto l’appello proposto nel marzo scorso dai difensori del mostro di Foligno, hanno sottoposto Chiatti a nuovi accertamenti psichiatrici al fine di valutarne la pericolosità sociale. I periti hanno stabilito che il quadro psicopatologico di Chiatti presenta aspetti di particolare gravità che inducono a ritenerlo persona socialmente pericolosa. Secondo i giudici deve dunque vivere in un ambiente totalmente controllato che lo protegga e dove dovrà essere seguito da un punto di vista psicofarmacologico e psicoterapeutico.

I delitti del mostro di Foligno – Il 4 ottobre 1992 scomparve da Foligno il piccolo Simone Allegretti, 4 anni. Il suo cadavere venne ritrovato due giorni dopo in una scarpata grazie a un biglietto lasciato in una cabina telefonica. Una persona rivendicava l'omicidio, spiegava dettagliatamente dove si trovava il corpicino e quali vestiti indossasse. Annunciava inoltre che avrebbe colpito ancora. Il 7 agosto 1993 la seconda vittima: Lorenzo Paolucci, 13 anni, venne trovato morto vicino alla villetta di Luigi Chiatti, all'epoca 24enne. Le tracce portano dritte a quella casa, e lui confessa quasi subito, attribuendosi anche la colpa della morte dell’altro bambino. In primo grado Chiatti è stato condannato all'ergastolo, in appello la pena è stata ridotta a 30 anni dopo il riconoscimento della seminfermità. La Cassazione ha confermato quest'ultima sentenza. Il fine pena previsto per l'omicida era nel 2023, ridotti a seguito dell'indulto e dei periodi di liberazione anticipata.

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