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Il ministero dell’Interno cancella il modello Riace: i migranti saranno tutti trasferiti

Contestati dal dicastero guidato da Matteo Salvini gran parte dei progetti messi a punto dal sindaco-simbolo, Mimmo Lucano, ora ai domiciliari con lʼaccusa di favoreggiamento dellʼimmigrazione clandestina. Gli stranieri ospitati dal comune calabrese saranno tutti allontanati. “Vogliono distruggerci” dice il primo cittadino.
A cura di Biagio Chiariello
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Dopo l’arresto del sindaco Domenico Lucano, arriva una altra batosta per il “modello Riace”. Con una delibera datata 9 ottobre, il ministero dell'Interno guidato da Matteo Salvini ha infatti ordinato la chiusura di tutti i progetti legati all'immigrazione portati avanti dall’amministrazione del comune calabresi. Questo vuol dire che tutti i migranti attualmente ospitati saranno trasferiti entro 60 giorni. Non è comunque un fulmine a ciel sereno visto che già nei mesi scorsi proprio il ministero aveva messo aveva messo in evidenza diverse anomalie nella gestione, ancora prima che il sindaco Lucano, poi sospeso dall’incarico, finisse agli arresti domiciliari con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento del servizio di raccolta differenziata.

Il commento del sindaco Lucano

"Vogliono soltanto distruggerci. Nei nostri confronti è in atto ormai un vero e proprio tiro incrociato. I nostri legali, comunque, stanno già predisponendo un ricorso al Tar contro la decisione del Viminale". Lo dice il sindaco di Riace, Domenico Lucano, in relazione alla circolare del Ministero dell'Interno.

Cosa viene contestato al comune di Riace

Nella nuova misura, che contesta al Comune reggino 34 penalità, si chiede, quindi, di trasferire gli ospiti e di rendicontare ogni spesa sostenuta per arrivare alla chiusura del sistema di accoglienza.  Nello specifico, le violazioni riguardano: l’erogazione dei servizi finanziari dal fondo a favore di soggetti diversi da quelli ammessi all’accoglienza; la mancata presentazione della rendicontazione; la mancata rispondenza tra i servizi descritti nella domanda di contributo e quelli effettivamente erogati e la mancata applicazione di quanto previsto dalle linee guida anche in termini di standard qualitativi e quantitativi; il mancato aggiornamento della banca dati gestita dal Servizio centrale. Nelle ventuno pagine trasmesse nei giorni scorsi al Comune di Riace, dunque, si evidenzia che “la rilevanza, gravità e persistenza” delle inosservanze giustificano la revoca totale dei finanziamenti, spiegando anche che “le criticità emerse, per le quali sono stati applicati punti di penalità, attengono, soprattutto, ad aspetti gestionali e organizzativi, a prescindere, molto spesso, dalla disponibilità di risorse finanziarie”. L’obiettivo della revoca è, dunque, quello di “evitare l’ulteriore protrarsi di modalità gestionali non conformi alle regole che presiedono al corretto utilizzo di finanziamenti pubblici destinati all’accoglienza dei richiedenti asilo”.

Ricordo al Tar

Al Comune sono stati dati 60 giorni di tempo per rendicontare le spese sostenute, ricordando che è ammesso il ricorso, rispetto al provvedimento, ai competenti organi giurisdizionali. E a quanto trapela l’intenzione dell’amministrazione è quella di ricorrere al Tar. "È quello che noi abbiamo consigliato perché questa relazione rende evidente la mancanza di volontà di interlocuzione da parte del ministero  – dice Gianfranco Schiavone, vicepresidente dell'Asgi, l'associazione studi giuridici sull'immigrazione che sta supportando Lucano e la sua amministrazione – Quello che colpisce è la totale sproporzione fra il provvedimento e la realtà del progetto. Nel paese divenuto simbolo mondiale dell'accoglienza sembra quasi che i migranti siano stati abbandonati a se stessi, in un contesto come quello italiano dove in più di una realtà i servizi di accoglienza non vengono erogati. Non si è compreso né lo spirito, né la specificità territoriale del progetto. In questo provvedimento Riace sparisce".

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