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Opinioni

Il giallo della casa in cui Hollande incontrava Julie Gayet

La pubblicazione delle foto del Presidente francese Hollande mentre usciva dall’abitazione in rue du Cirque con l’attrice Julie Gayet apre più di uno scenario e ha più di una complicazione.
A cura di Sabina Ambrogi
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La pubblicazione sul settimanale francese Closer delle fotografie del presidente (troppo) normale François  Hollande mentre usciva dall'abitazione in rue du Cirque, dove abita la sua attuale amante, l'attrice Julie Gayet, apre più di uno scenario e ha più di una complicazione. L'ultima è stata la notizia che Valérie Trierweiler, sua attuale compagna, ha avuto un malore, e per questo, è stata portata in ospedale con “un attacco di tristezza” come ha detto il suo portavoce. O, se si vuole, di nervi.

Al di là di ogni  gossip però il giallo è intorno alla domanda: chi ha informato i paparazzi che hanno potuto  comodamente affittare un appartamento davanti al nido d'amore clandestino  della rue du Cirque?

Questo il punto chiave dello scandalo che si sta addensando, non si sa con quali esiti, sull'attuale presidenza francese.

L'appartamento in cui alloggiava Julie  Gayet e luogo di incontro con François Hollande appartiene a un signore di 71 anni,  Jean-Pierre Discazeaux, che abita a Biarritz, ma che lo ha affittato all'attrice Emmanuelle Hauck, nata a  Bastia, che a sua volta lo ha prestato – alcuni mesi fa – a Julie Gayet.

Il contratto di locazione sarebbe a nome dell'ex marito di Emmanuelle Hauck  nonché padre dei suoi sei figli: Michel Ferracci. Del resto è questo il nome che appare sulla cassetta delle lettere dell'appartamento. E, se si fa una ricerca nelle Pages Blanches di Parigi, Michel Ferracci risulta domiciliato al 20, rue du Cirque, Paris 8. Cioè appunto in quell'alloggio, proprio a due passi dall'Eliseo.

Anche Michel  Ferracci è un attore. In particolare, ha recitato nella serie televisiva Mafiosa, trasmessa da Canal Plus. Il dettaglio rilevante è però un altro. Il 4 novembre 2013, viene condannato a diciotto mesi di reclusione con l'accusa di riciclaggio nell' affaire della  sala  da giochi parigina “Cercle Wagram” della quale Ferracci era pure direttore. E l'altro dettaglio rilevante è che tutta la cerchia di persone che  lavorava in quella sala giochi parigina era legata alla potente banda mafiosa còrsa “Brise de mer” con addentellati criminali ovunque. Una banda vera le cui gesta avevano ispirato i contenuti della stessa serie tv Mafiosa.

Inoltre, altro dettaglio, il portale francese Mediapart riporta che l'ex direttore dei servizi segreti durante  la presidenza di Sarkozy, Bernard Squarcini, era stato ascoltato come testimone  quando venne trattato il dossier del Cercle Wagram.

Ad aumentare l'opacità della vicenda c'è di più. Dopo la separazione con Ferracci, Emmanuelle, amica di Julie,  abitava nell'appartamento della Rue du Cirque con un tale François Masini, anche lui còrso, sospettato di avere legami con la banda “Brise de Mer” e che il 31 maggio 2013 è  stato assassinato in Corsica durante un regolamento di conti.

Come si può immaginare queste informazioni spalancano quesiti di natura squisitamente politica ben oltre il semplice gossip a sfondo moraleggiante.

Se i francesi sembrano aver reagito con una certa indifferenza al tradimento di Hollande  della compagna Valérie Trierweiler, confinando la notizia ai  tabloid, il problema si apre con l'evidente poca accortezza usata dal presidente francese  nell'esporre  la  sua funzione  pubblica a un grande pastrocchio sentimentale legato alla mafia corsa. E ne deriva un'altra questione sempre  politica: come è possibile che il  ministro degli interni Manuel Valls non sapesse  nulla? Delle due cose l'una: o è incompetente o è stato sleale nei confronti del presidente. Avrebbe allora una qualche mira, come potrebbe essere, alla corsa alle presidenziali del 2017?

Ovviamente, Manuel Valls ha negato di avere  responsabilità  di alcun genere  e ha dichiarato a più di un organo stampa che  il GSPR,  cioè il gruppo di Sicurezza per la Presidenza della Repubblica, è totalmente autonomo, e che lui da ministro degli Interni non viene informato degli spostamenti del presidente. Inoltre: “non siamo negli Stati Uniti: se un ministro o un responsabile politico nazionale decide di non accettare un dispositivo di sicurezza, questo non gli viene imposto”, ha aggiunto.

Un modo per rimandare la palla al presidente. Secondo fonti vicine all'Eliseo l'oscuro passato dei locatari era sconosciuto a Hollande. Se è vero, la sua inconsapevolezza lo mette in una posizione di esagerata debolezza. In dieci visite in quell'alloggio nessuno della cerchia dei servizi ha mai né indagato né fatto presente nulla. Ancora meno, Julie gli avrebbe mai fornito informazioni di quella portata, che pure non erano affatto irrilevanti.

Che ruolo hanno avuto allora i servizi segreti magari quelli ancora legati all'ex presidente Sarkozy, visto che la notizia di questa relazione già circolava da tempo?

Il 23 marzo 2013 l'attrice aveva  fatto sapere alla AFP che avrebbe fatto causa a chiunque avesse dato seguito al rumore circa la sua relazione con Hollande. In un articolo sull'on line di Voici, settimanale di gossip, si fa una sintesi accurata della prima notizia della relazione tra i due che era circolata già  verso la fine febbraio, ripresa poi in un breve articolo da un sito neo conservatore Dreuz.info, che poi si erano affrettati a cancellare. L'informazione aveva avuto ancora un po' di vita su twitter e poi era sparita. Ma ancora una volta chi ha avuto per primo l'idea di far circolare l'informazione? E perché?

Domani Hollande dovrà confrontarsi con la conferenza stampa più pesante della sua vita cioè  quella semestrale tradizionalmente destinata ad altri bilanci, ma speculare, ironia della sorte, a quella dell'8 gennaio 2008 in cui  Sarkzoy dovette rispondere alla domanda “con Carla è una cosa seria?”.  Ma di certo quella, non sarà la sola domanda riguardante l'affaire.

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Autrice televisiva, saggista, traduttrice. In Italia, oltre a Fanpage.it, collabora con Espresso.it. e Micromega.it. In Francia, per il portale francese Rue89.com e TV5 Monde. Esperta di media, comunicazione politica e rappresentazione di genere all'interno dei media, è stata consigliera di comunicazione di Emma Bonino quando era ministra delle politiche comunitarie. In particolare, per Red Tv ha ideato, scritto e condotto “Women in Red” 13 puntate sulle donne nei media. Per Donzelli editore ha pubblicato il saggio “Mamma” e per Rizzoli ha curato le voci della canzone napoletana per Il Grande Dizionario della canzone italiana. E' una delle autrici del programma tv "Splendor suoni e visioni" su Iris- Mediaset.
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