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Il cretto di Burri a Gibellina torna scenografia per il teatro in ricordo del Terremoto nel 1968

Sabato 11 agosto, alle ore 19, Il grande cretto di Gibellina di Alberto Burri ritornerà ad essere scenografia di una creazione teatrale per la prima volta dopo il suo completamento in occasione della chiusura delle Orestiadi 2018, con uno spettacolo inedito e itinerante in ricordo del Terremoto del 1968.
A cura di Redazione Cultura
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Sabato 11 agosto, alle ore 19, Il grande cretto di Gibellina di Alberto Burri ritornerà ad essere scenografia di una creazione teatrale per la prima volta dopo il suo completamento in occasione della chiusura delle Orestiadi 2018, con uno spettacolo inedito e itinerante in ricordo del Terremoto del 1968: "La città invisibile, il cretto – omaggio alle vittime del Terremoto a cinquant’anni dall’evento." Un progetto di Alfio Scuderi ispirato all’opera di Italo Calvino, performance di memorie e narrazioni itineranti dentro il labirinto. Ci sarà un insolito Virgilio ad accogliere il pubblico e a introdurlo al viaggio, Leo Gullotta. Mentre al termine del cammino ci sarà un viaggiatore d’eccezione del nuovo continente a congedare il pubblico, Claudio Gioè.

Il Cretto è una grande opera di Land art composta da 122 blocchi di cemento, alti circa 1,60 metri, per 98.000 mq di superficie complessiva. I lavori di costruzione iniziarono nel 1985 ma sono stati interrotti nel 1989, coprendo circa 70.000 mq a fronte dei 98.000 previsti dal progetto. In occasione del Centenario della nascita di Burri, la Regione siciliana, il Comune di Gibellina e la Fondazione Palazzo Albazzini Collezione Burri, decidono di completare l’opera senza eguali nel panorama artistico internazionale che viene consegnata nella sua interezza al pubblico nel 2015.

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