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Gloria Rosboch, per la “telefonista” ora spunta l’accusa di omicidio

Efisia Rossignoli, la finta direttrice di banca di 45 anni del caso Rosboch, dovrà spiegare le telefonate fatte a Gabriele Defilippi il giorno dell’omicidio della professoressa di Castellamonte.
A cura di Susanna Picone
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Efisia Rossignoli, la donna di San Giusto Canavese che ha ammesso di aver fatto una telefonata a Gloria Rosboch fingendo di lavorare in banca, secondo fonti di stampa ha ricevuto ieri un avviso di garanzia per la morte dell’insegnante di Castellamonte, uccisa il 13 gennaio scorso. In carcere con l’accusa del delitto ci sono l'ex allievo della vittima Gabriele Defilippi, il complice e compagno Roberto Obert e la mamma di Defilippi, Caterina Abbattista. Rossignoli sarebbe dunque la quarta persona che il procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando, ha iscritto nel registro degli indagati per permettere alla donna di nominare un consulente che partecipi agli accertamenti in programma sulla Twingo con cui Defilippi e Obert portarono Gloria Rosboch verso la discarica di Rivara dove è stata uccisa.

La versione di Efisia Rossignoli non convince

La versione che la donna ha fornito agli inquirenti non avrebbe convinto nessuno: Efisia Rossignoli aveva ammesso di essere la finta direttrice di banca che aveva chiamato la professoressa Rosboch per tranquillizzarla sul destino dei suoi soldi affidati a Defilippi, ma aveva negato di sapere dell’omicidio e di aver aiutato il giovane arrestato. Contro di lei però ci sono le undici telefonate fatte a Defilippi il giorno dell’omicidio di Gloria Rosboch. Al procuratore la donna ha raccontato che voleva contattare Defilippi per far seguire il marito.

Ultime notizie sul delitto di Gloria Rosboch

Domani la madre di Gabriele Defilippi Caterina Abbattista sarà nuovamente ascoltata dal procuratore Ferrando. Nei giorni scorsi, invece, è stato lo stesso Defilippi a tornare in procura per un interrogatorio. Il giovane prossimamente avrà anche un confronto con il suo complice amante, Roberto Obert. Il faccia a faccia è necessario non solo per stabilire chi fisicamente ha strangolato la professoressa Rosboch ma anche per chiarire una serie di elementi correlati o non al delitto su cui le versioni dei fatti dei due arrestati divergono. Resta, infine, il mistero della pistola che Gabriele Defilippi avrebbe affidato a Roberto Obert ma che, nonostante le ricerche, non è mai stata trovata.

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