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Formigoni frena Berlusconi, Alfano leader? No, servono le primarie

Il primo altolà ad Angelino Alfano come nuovo candidato del centrodestra a Palazzo Chigi arriva da Formigoni, per il Governatore i leader vanno scelti dal popolo. Per Gasparri invece è tutto da definire tra una rosa di cinque candidati tra cui gli stessi Alfano e Formigoni, ma anche Tremonti, Maroni e Casini.
A cura di Antonio Palma
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Berlusconi e Formigoni

Nell’intervista rilasciata ieri a Repubblica, Berlusconi aveva incoronato Angelino Alfano come suo successore a Palazzo Chigi per il 2013 , ben sicuro che tutti sarebbero stati d’accordo, nel Pdl come nella Lega. Il primo, invece, a raffreddare l’entusiasmo del Premier è stato proprio uno degli uomini del suo partito, il Governatore della Lombardia Roberto Formigoni, il quale ha chiarito di non gradire nessuna nomina dall’alto né per ora, né per il futuro del Pdl, nonostante non trovi cattiva la soluzione Alfano per il post Silvio Berlusconi.

Sottolineando che il passo indietro del Cavaliere è sicuramente “un fatto rilevante e di enorme rilievo nella politica italiana”, il Governatore ha chiarito che il prossimo candidato premier deve essere scelto dal popolo del Pdl attraverso le primarie, come stabilito per le altre cariche dallo stesso partito, proprio dopo la nomina a segretario di Angelino Alfano all’unanimità e per acclamazione. “In tempi normali i leader non si scelgono dall’alto” ha detto Formigoni, continuando “i leader sono scelti dal popolo, Berlusconi come leader è stato un’eccezione”.

Formigoni non ha voluto svelare una sua eventuale candidatura alle primarie, anche se vale la pena di ricordare come per lungo tempo è stato considerato il naturale sostituto del Cavaliere alla guida del centrodestra, ben visto anche dagli alleati della Lega rispetto al siciliano Alfano. A ricordare la possibile candidatura del Presidente della Regione Lombardia è anche il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, che lo elenca in una lista di possibili successori insieme allo stesso Alfano e a Tremonti ma anche a Maroni della Lega e a Casini dell'Udc.

Un plauso al passo indietro del Presidente del Consiglio è arrivato anche dal Ministro La Russa, che lo percepisce come “una grande svolta, per un partito che riesce a guardare già oltre l’orizzonte”. Minimizza, invece, il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto che declassa l’intervista a Repubblica a “una semplice conversazione a ruota libera”, così come aveva chiarito stamane una nota di Palazzo Chigi, peraltro non smentendo il contenuto dell’intervista.

Intanto reazioni sono arrivate anche dalle opposizioni, il segretario del Pd Pierluigi Bersani si è detto molto scettico sulle parole del Premier liquidandole con una battuta "E' già difficile credergli quando parla del giorno dopo, non gli si può dare credibilità per quel che dice annuncia o promette per i prossimi anni”.

Nuove possibilità di alleanze invece vengono dal Fli, il vicepresidente Bocchino ricorda che "se davvero Berlusconi non fosse più candidato premier potrebbe emergere un nuovo quadro politico e tutti coloro che si ritengono politicamente e culturalmente alternativi alla sinistra avranno il dovere di verificare la possibilità di una nuova convergenza delle forze moderate e riformiste”.

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