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Fitch: “Bene il Governo Letta, ma come realizzerà i tagli fiscali promessi?”

Un giudizio positivo, accompagnato però da una nota di sfiducia. L’agenzia di rating esprime i propri dubbi su come l’esecutivo di larghe intese riuscirà a tenere fede alle promesse. Ecco perché il “Governo Letta potrebbe non durare”.
A cura di Biagio Chiariello
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 La nascita del nuovo governo è giudicata positivamente dall'agenzia di rating Fitch, ma allo stesso tempo si accompagna ad una nota di scetticismo, legata sopratutto alle reali possibilità di crescita: "La formazione di un nuovo governo è una cosa positiva per l'Italia, ma il Paese ha pochi margini di manovra sul risanamento dei conti – si legge infatti in una nota diffusa da Fitch – e la nuova coalizione potrebbe non durare abbastanza per varare le riforme economiche e strutturali necessarie per la crescita". L'agenzia internazionale spiega che la "fragilità" dell'esecutivo di larghe intese "limita gli spazi di manovra per portare avanti riforme fondamentali che possano dare un impulso alla crescita".

Insomma, c'è il rischio che Letta non faccia in tempo a varare le "riforme economiche e strutturali necessarie" alla ripresa economica del Paese. Se il premier nel suo discorso programmatico si è dato un tempo di 18 mesi per mettere in atto le riforme necessarie, Fitch esprime dubbi sul come raggiungere tale obiettivo. In particolare, sul tema della riduzione fiscale: "Il programma di governo – continua il comunicato – delineato da Letta manca di importanti dettagli su come le principali riduzioni fiscali saranno finanziate. La sospensione" della prima rata dell'Imu, "combinata con l'abolizione dell'aumento di 1 punto percentuale dell'Iva a luglio, ridurrà il gettito di circa 6 miliardi di euro quest'anno". E, ancora, seconda l'agenzia di rating il premier "non ha specificato se e quali misure compenseranno il gettito perso".

Il discorso di Letta – continua Fitch – ha delineato anche alcune proposte iniziali di riforma per il mercato del lavoro e la crescita, come la riduzione delle tasse sulle assunzioni dei giovani. Questa enfasi sulle riforme è incoraggiante, ma rendere l'economia italiana sufficientemente flessibile per rafforzare il trend di crescita resta una sfida. Sulla legge sul lavoro, per esempio, non è ancora chiaro se le riforme della precedente amministrazione siano state efficaci e il discorso di Letta non ha fatto riferimento alla liberalizzazione delle professioni".

In tutto ciò nella nota ci viene ricordato come "la recessione in Italia è una delle più profonde nell'eurozona" e che "finora non ci sono segnali di ripresa". Anzi, conclude l'agenzia, "il tasso potenziale di crescita dell'economia italiana nel medio-termine è basso anche rispetto agli standard europei". Fitch lo stima intorno all'1%.

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