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Fabio Riva dell’Ilva scrive ai magistrati: “A disposizione delle autorità”

Il numero due dell’Ilva, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare ma irreperibile dallo scorso 26 novembre, dall’Inghilterra contatta la Procura di Taranto: “Ho deciso di mettermi a disposizione delle autorità inglesi”.
A cura di Susanna Picone
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Il vicepresidente dell’Ilva, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare ma irreperibile dallo scorso 26 novembre, dall’Inghilterra contatta la Procura di Taranto: “Ho deciso di mettermi a disposizione delle autorità inglesi”.

Arriva una comunicazione dall’Inghilterra destinata ai magistrati di Taranto. La firma è di Fabio Riva, figlio del patron delle acciaierie Ilva e numero due del gruppo che dallo scorso 26 novembre (quando è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare che, tra l’altro, ha colpito anche suo padre già ai domiciliari) risulta irreperibile. Ai magistrati di Taranto, adesso, ha scritto di aver avuto notizia di quanto accaduto e di aver deciso di mettersi a disposizione della giustizia: “Ho saputo che è stato emesso un provvedimento di custodia cautelare nei miei confronti. Quando questo è accaduto mi trovavo in Inghilterra. Ho deciso di mettermi a disposizione delle autorità inglesi”. Una comunicazione che arriva alla Procura di Taranto all’indomani delle ultime “novità” sul caso Ilva.

La procura non restituisce i prodotti sequestrati – Ieri i magistrati hanno restituito all’azienda, sulla base del decreto del governo, gli impianti dell’area a caldo sequestrati il 26 luglio e che ritorneranno a garantire la produzione di acciaio a Taranto. La stessa Procura però ha detto no alla richiesta dell’Ilva di riavere anche i prodotti finiti e semilavorati pronti a essere commercializzati e giacenti sulle banchine dell’area portuale e che sono finiti sotto sequestro con i provvedimenti del 26 novembre. La situazione nello stabilimento pugliese, dunque, continua a essere problematica: “Se noi non abbiamo a disposizione questo materiale dobbiamo ritardare la piena operatività dell’impianto, che potrà riprendere a lavorare a pieno regime non prima di 15 giorni”, così si è espresso il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante che ha fatto riferimento a circa un milione e 700mila tonnellate di acciaio del valore complessivo di un miliardo di euro.

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