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Eterologa: Italia costretta a “importare” gameti dall’estero per mancanza di donazioni

Elisabetta Coccia, presidente di Cecos Italia (l’associazione che raggruppa i maggiori Centri italiani privati e convenzionati di fecondazione assistita), spiega che sono già stati sottoscritti i primi contratti scientifici di collaborazione con centri e banche europee di gameti.
A cura di Davide Falcioni
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Sette mesi dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha legittimato anche in Italia la fecondazione eterologa la disponibilità di gameto, in particolare di ovociti femminili, è ancora molto cassa a causa della scarsità di donazioni: per questa ragione si sta registrando un gran numero di richieste di gameti provenienti dall'estero e, stando a quanto riferisce all'Ansa Elisabetta Coccia, presidente di Cecos Italia (l'associazione che raggruppa i maggiori Centri italiani privati e convenzionati di fecondazione assistita), sono già stati sottoscritti i primi contratti scientifici di collaborazione con centri e banche europee di gameti.

In questi giorni numerosi centri Cecos stanno sottoscrivendo contratti di collaborazione con banche e centri autorizzati di tutta Europa e "nelle prossime settimane – annuncia Gianni Baldini, responsabile dell'ufficio legale Cecos – arriveranno i primi lotti di gameti". Diverse cliniche, almeno 12, hanno già concluso positivamente gli accordi, e con i gameti ‘stranieri' già arrivati è stata ottenuta una prima gravidanza confermata. Tra gli altri, secondo Coccia, c'è anche il policlinico Careggi di Firenze, uno dei pochi centri pubblici dove è partita l'eterologa, "che ha appena chiuso 4 contratti con banche europee, 2 spagnole e due del nord Europa, dopo aver pubblicato un bando pubblico di avviso di interesse cui hanno risposto vari centri certificati europei".Secondo Elisabetta Coccia, " il problema è che la donazione di ovociti da parte di donne che fanno la fecondazione omologa, ovvero l'egg-sharing, non è sufficiente ed in Italia non si hanno al momento donazioni volontarie. La scelta degli accordi con l'estero rimane quindi, al momento, l'unica strada possibile per garantire l'eterologa nel nostro Paese".

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