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Notizie sulla detenzione di Patrick Zaki in Egitto

Zaki: scarcerati i tre dirigenti della sua ong. Lo studente resta ancora in carcere

Ma per Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna arrestato lo scorso febbraio, si profila un’ulteriore proroga della detenzione. La ong Eipr è da tempo nel mirino delle autorità egiziani per i suoi presunti rapporti con l’organizzazione integralista islamica della Fratellanza musulmana.
A cura di Biagio Chiariello
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I tre dirigenti dell'ong Eipr arrestati al Cairo sono stati scarcerati: lo scrive su Twitter la stessa organizzazione non-governativa per cui lavorava Patrick Zaki. "Gasser, Karimi e Basheer sono stati lasciati andare direttamente dalla prigione di Tora. Insolito. Ora sono o a casa o sulla via di casa", scrive l'Iniziativa egiziana per i diritti personali. "Grande gioia per un esito per fortuna rapido di questi tre arresti illegali. Ci auguriamo che possano riprendere a svolgere il loro prezioso e insostituibile lavoro per i diritti umani in Egitto senza timori di ulteriori minacce o persecuzioni giudiziarie. Alla grande gioia per questa notizia si contrappone la grande amarezza per la mancata scarcerazione del ‘quarto' di Eipr, Patrick Zaki, che continuiamo a chiedere sia rilasciato al più presto". Questo il commento di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, alla liberazione, in Egitto, dei tre dirigenti dell'ong di cui anche lo studente dell'università di Bologna detenuto da febbraio fa parte.

L'associazione Eipr e le accuse in Egitto

Eipr è nel mirino delle autorità egiziani per i suoi presunti rapporti con l'organizzazione integralista islamica della Fratellanza musulmana. I tre attivisti erano stati arrestati a metà novembre, nel giro di una settimana, con l'accusa di terrorismo dopo aver incontrato nella loro sede gli ambasciatori in Egitto di 13 Paesi, tra i quali l'Italia. Per il loro rilascio si era mobilitata nei giorni scorsi anche l'attrice americana Scarlett Johansson.

La visita in carcere dell'avvocato

Ieri l’avvocato di Patrick – Huda Nasr Allah – ha fatto sapere di aver visito il suo assistito per la prima volta dieci mesi dopo il suo arresto e ha riferito che in carcere al Cairo “dorme per terra” e ha chiesto una pomata e una “cintura di sostegno” contro il mal di schiena. Lo ha fatto sapere la pagina Facebook ‘Patrick Libero’ curata da attivisti che chiedono la scarcerazione dello studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato in Egitto per propaganda sovversiva.

Genitori preoccupati

I genitori di Patrick sono preoccupati poiché il ragazzo non si è mai lamentato per questi problemi di salute prima d’ora, ed è noto per non lamentarsi e sopportare il dolore fisico senza chiedere aiuto, il fatto che abbia chiaramente chiesto aiuto ci rende davvero preoccupati per la sua condizione di salute che poteva solo peggiora quando il tempo diventa più freddo.

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