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Usa, Kevin Strickland l’uomo che dopo 43 anni di carcere potrebbe essere rilasciato perché innocente

Dopo 43 anni di carcere Kevin Strickland potrebbe essere scagionato perché innocente. L’uomo, che oggi ha 62 anni, è stato condannato per un triplice omicidio nel Missouri, Usa, che non ha mai confessato.
A cura di Chiara Ammendola
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Kevin Strickland (Twitter)
Kevin Strickland (Twitter)

Kevin Strickland non ha voluto patteggiare, non ha mai confessato il triplice omicidio per il quale è stato condannato in via definitiva a 50 anni di carcere: si è sempre proclamato estraneo ai fatti. Quando ha varcato i cancelli del Western Missouri Correctional Center di Cameron, negli Usa, aveva 18 anni e ora dopo 43 anni "rischia" di uscire da quell'istituto penitenziario da innocente.

Le fasi dell'udienza sulla condanna di Strickland (Twitter)
Le fasi dell'udienza sulla condanna di Strickland (Twitter)

In un'udienza tenutasi lo scorso lunedì infatti Strickland, che oggi ha 62 anni, ha rilasciato una dichiarazione spontanea nella quale ha affermato nuovamente la propria innocenza e il procuratore della contea di Jackson, Jean Peters Baker, sembra essere d'accordo. Tutto è partito lo scorso maggio con una lettera giunta alla Corte suprema del Missouri in cui veniva chiesto il rilascio di Strickland perché innocente, tesi supportata da un'indagine condotta dalla Conviction Integrity Unit del procuratore della contea che esamina i casi in cui vengono presentate denunce di "innocenza" dopo le condanne. "Sulla base della quantità e della qualità delle prove disponibili oggi, questo ufficio non accuserebbe il signor Strickland di alcun crimine – si legge nella lettera – prove affidabili e corroborate ora dimostrano che il signor Strickland è di fatto innocente delle accuse per le quali è stato condannato nel 1979".

Kevin Strickland
Kevin Strickland

Ad accusarlo proprio nel 1979 è stata l'unica sopravvissuta alla sparatoria avvenuta il 25 aprile 1978 a Kansas City, Missouri, che ha provocato la morte di tre persone: Cynthia Douglas. La donna, morta nel 2015, aveva riconosciuto la presenza di Strickland sul luogo del delitto insieme ad altre due persone, poi condannate, versione che ha poi sempre ritrattato negli ultimi 30 anni, giustificando i ricordi confusi a causa dell'utilizzo di alcol e sostanze stupefacenti. L'udienza si è conclusa mercoledì e il giudice potrebbe esprimersi sulla propria decisione in tempi molto brevi: "Non possiamo prevedere i tempi della corte nel prendere una decisione – ha spiegato il portavoce del procuratore – ma crediamo che il giudice capisca e apprezzi l'importanza di una decisione tempestiva in un caso come questo". Durante la sua testimonianza in aula Strickland ha dichiarato la sua non colpevolezza: "Non l'avrei fatto nemmeno a 18 anni, sapevo che il sistema giudiziario funzionava e sapevo che prima o poi sarei stato vendicato, che non sarei stato riconosciuto colpevole di un crimine che non ho commesso".

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