USA, il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz verso dimissioni dopo lo scandalo chatgate

Mike Waltz, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Donald Trump, lascerà il suo incarico nei prossimi giorni dopo essere stato travolto dallo scandalo del cosiddetto "chatgate", lo scandalo scoppiato a marzo, quando il caporedattore dell'Atlantic Magazine rivelò di essere stato aggiunto per errore a una chat riservata su Signal e di aver letto comunicazioni inerenti attacchi contro gli Houthi in Yemen.
La notizia del licenziamento di Waltz da parte del Presidente degli Stati Uniti è ancora priva di conferma ufficiale ma è stata rilanciata da diversi media statunitensi, tra cui CBS News, CNN, New York Times e Fox News. Quest’ultima ha anticipato una possibile dichiarazione imminente da parte di Trump.
Secondo quanto riferito, anche il vice consigliere Alex Wong avrebbe manifestato l’intenzione di farsi da parte. Se confermata, la partenza di Waltz segnerebbe la prima uscita di rilievo all'interno dell'amministrazione Trump nel suo secondo mandato.
L’ex deputato del Congresso è finito sotto i riflettori a marzo, dopo che il caporedattore dell'Atlantic Magazine ha rivelato di essere stato inavvertitamente aggiunto a una chat privata su Signal in cui venivano discussi dettagli riservati su operazioni militari contro gli Houthi nello Yemen. Nella conversazione, diversi funzionari avrebbero illustrato i piani d’attacco, inclusi gli orari precisi dei bombardamenti americani, circostanza che aveva causato uno scandalo planetario evidenziando il dilettantismo di alcuni tra i più stretti collaboratori di Donald Trump su importanti questioni di politica estera.
Secondo Politico, la decisione di allontanare Waltz sarebbe maturata nelle ultime settimane, con discussioni interne già in corso su chi potrebbe sostituirlo. Tra i nomi in cima alla lista figurerebbe Steve Witkoff, attuale inviato speciale di Trump e protagonista dei negoziati con Russia, Iran e Hamas su Gaza. Interpellata sulla vicenda, la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha liquidato le indiscrezioni con un secco "non commentiamo voci di fonti anonime". Una comunicazione ufficiale da parte di Washington è tuttavia attesa a stretto giro.