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Usa-Cina, sale la tensione. Chiuso consolato di Chengdu, Pompeo: “Mondo libero trionfi su tirannia”

Sale la tensione tra Stati Uniti e Cina. Dopo la chiusura del consolo di Houston, la Cina risponde con la chiusura della sede diplomatica di Chengdu. Il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, definisce Pechino “una nuova tirannia” e invita tutto il “mondo libero” a unirsi per trionfare sulla tirannia.
A cura di Stefano Rizzuti
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Parlare di nuova guerra fredda, forse, è eccessivo. Ma di certo le tensioni tra Stati Uniti e Cina si fanno sempre forti. A livello diplomatico la guerra si è aperta con la chiusura del consolato cinese di Houston, in Texas, con tanto di accusa di spionaggio. La risposta è stata la chiusura del consolato di Chengdu. Ma la battaglia a distanza viene rintuzzata anche dalle parole del segretario di Stato Usa, Mike Pompeo. Che senza mezzi termini definisce la Cina “una nuova tirannia”, invitando tutto il “mondo libero” a unirsi per sconfiggere questo nuovo regime. E le parole di Pompeo sono un chiaro messaggio di guerra all’attuale governo di Pechino: “È ora di cambiare la guida del Partito Comunista”, dice a chiare lettere.

Pompeo contro la Cina: mondo libero deve reagire

Pompeo ritiene che la Cina stia diventando “sempre più autoritaria” e attacca il presidente Xi Jinping, definendolo “adepto di una ideologia totalitaria”. Per l’amministrazione Trump la Cina di Xi Jinping è sostanzialmente un regime dittatoriale. Tanto che secondo Pompeo il Partito Comunista cinese ha “paura delle opinioni oneste dei cinesi più di qualsiasi altro nemico stranieri e gli Stati Uniti devono impegnarsi a rafforzare i cinesi”. La pace tra Usa e Cina, quindi, è finita. E le tensioni aumentano negli ultimi mesi, tra la situazione di Hong Kong e le accuse alla Cina sulla pandemia di Coronavirus e sul vaccino. Pompeo prosegue il suo attacco: “Sono decenni che l’America non reagisce, non risponde all’offensiva cinese. Ora basta, è una questione di sicurezza nazionale, sempre più a rischio. Bisogna ripristinare un equilibrio nelle relazioni. Se il mondo libero non cambierà la Cina comunista, la Cina comunista cambierà noi”.

La risposta della Cina: è crociata contro Pechino

Da Pechino la reazione è dura. Sulla posizione degli Usa e di Trump non ci sono dubbi: “Vuole una nuova crociata contro la Cina”. Secondo il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin l’amministrazione Trump “sta sorvegliando, molestando e reprimendo studenti e ricercatori cinesi negli Stati Uniti, attribuendo loro colpe presunte che rappresentano una persecuzione politica chiara e che viola gravemente gli interessi dei cittadini cinesi”. E la guerra a distanza è aperta, come mai era avvenuto durante l’amministrazione Trump.

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