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Una delle due vittime dell’attacco alla sinagoga di Manchester è stata uccisa accidentalmente dalla polizia

Durante l’attacco terroristico alla sinagoga di Manchester per lo Yom Kippur, uno dei fedeli uccisi, Melvin Cravitz, è stato colpito accidentalmente da un agente. Lo ha ammesso il capo della polizia, parlando di “tragica conseguenza”.
A cura di Davide Falcioni
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Un dramma nel dramma. Uno dei due fedeli ebrei uccisi ieri durante l'attacco terroristico alla sinagoga di Manchester in occasione dello Yom Kippur sarebbe stato colpito in modo accidentale dai proiettili sparati dalla polizia per fermare l'assalitore. Lo ha ammesso il capo della polizia di Manchester, Stephen Watson, in una conferenza stampa tenuta questa mattina.

La vittima, identificata come Melvin Cravitz, 66 anni, sarebbe stata colpita mentre, insieme ad altri membri della comunità, cercava disperatamente di impedire al killer di fare irruzione nel luogo di preghiera. Secondo la ricostruzione della polizia, Cravitz e l'altra vittima, Adrian Daulby, 53 anni, si trovavano "vicini, dietro la porta della sinagoga" in un estremo tentativo di sbarrare l'accesso all'aggressore.

L'ipotesi, definita "tragica e imprevista conseguenza" dallo stesso Watson, è emersa in seguito alla valutazione preliminare del medico legale del Ministero degli Interni. L'esame avrebbe rilevato che una delle ferite riportate da Cravitz è "compatibile con un proiettile d'arma da fuoco". Un terzo ferito, ancora in ospedale, avrebbe riportato anch'egli una ferita da arma da fuoco.

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Poiché l'attentatore, Jihad Al Shamie, era armato solo di un veicolo e di un coltello, la conclusione della polizia è inevitabile: "Gli unici colpi esplosi sono stati quelli dei nostri Agenti Autorizzati", ha dichiarato Watson, sottolineando come l'intervento armato fosse assolutamente necessario per "impedire all'offensore di entrare nella sinagoga e causare una strage".

La notizia ha scosso profondamente la comunità ebraica locale, già devastata dall'accaduto. L'ammissione della polizia arriva in un momento di grande dolore, mentre i fedeli erano riuniti per la festività più sacra del calendario ebraico.

Le scuse delle forze dell'ordine, seppur doverose, suonano come un ulteriore colpo per una comunità sotto shock. "Siamo di fronte a una tragedia dentro la tragedia", ha commentato un portavoce della comunità ebraica di Manchester. "Quegli uomini erano eroi che hanno cercato di proteggere i loro fratelli. La nostra comunità è distrutta".

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