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Uganda, terrore a scuola: 25 morti e almeno 20 studenti rapiti

L’attacco terroristico sarebbe stato perpetrato dai ribelli delle Adf (Allied Democratic Forces). Ci sarebbero diversi bambini tra le vittime Mpondwe, città vicina al confine con la Repubblica Democratica del Congo. Incendiato un ostello e saccheggiato un magazzino alimentare.
A cura di Biagio Chiariello
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Almeno 25 persone sono morte in un "attacco terroristico" contro una scuola a Mpondwe, città dell’Uganda vicina al confine con la Repubblica Democratica del Congo, dopo che un gruppo di persone armato ha dato fuoco a un dormitorio e saccheggiato la mensa dell'istituto, secondo quanto riferito da Fred Enanga, un portavoce della polizia del Paese dell'Africa orientale. Le autorità temono che almeno una ventina di alunni siano stati rapiti.

"Finora 25 corpi sono stati recuperati dalla scuola e trasferiti all'ospedale di Bwera", ha detto Enanga, sottolineando che tra le vittime ci sarebbero bambini. Recuperate anche otto persone, che sono in condizioni critiche nello stesso ospedale, è stato incendiato un ostello e saccheggiato un magazzino alimentare, ha riferito lo stesso portavoce

La polizia locale ha attribuito l’attacco all'Adf (Allied Democratic Forces, le Forze democratiche alleate) un gruppo terrorista islamista nato negli anni Novanta, attivo sia in Uganda che nella Repubblica Democratica del Congo e che negli ultimi anni ha compiuto diversi attacchi contro civili soprattutto nel Congo orientale. Le unità dell'esercito e della polizia si sono messe sulle tracce degli aggressori in direzione del Parco nazionale Virunga, che si trova oltre il confine con la Rdc.

Negli alloggi dell'istituto dormivano una cinquantina di studenti al momento dell'attacco, il secondo attribuito alle Adf in territorio ugandese in meno di un anno.

In origine ribelli ugandesi musulmani, le Forze democratiche alleate sono radicate dalla metà degli anni Novanta nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, dove si ritiene che abbiano massacrato migliaia di civili. Hanno giurato fedeltà nel 2019 all'Isis, che li presenta come il suo ramo in Africa centrale, e sono anche accusati di attacchi jihadisti sul suolo ugandese

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