Uccise i suoceri e la zia dell’ex marito con funghi velenosi: Erin Patterson dovrà scontare l’ergastolo

Erin Patterson, 50 anni, già condannata a luglio in Australia per aver avvelenato quattro membri della sua famiglia, i genitori e gli zii dell'ex marito (tre dei quali sono morti), dovrà scontare l'ergastolo con possibilità di condizionale dopo 33 anni di carcere).
Lo ha deciso la Corte suprema di Melbourne, mettendo così un punto al caso della ‘cuoca-killer', diventato noto a livello internazionale. Il triplice omicidio e il tentato omicidio risalgono a due anni fa. Il processo mediatico durato oltre due mesi è stato caratterizzato dalle contraddizioni dell'imputata e dall'assenza di un movente.
I delitti sono avvenuti nella cittadina di Morwell, nello Stato australiano di Victoria. Ad attrarre l'attenzione erano state soprattutto le modalità degli omicidi, avvenuti durante un pranzo di famiglia. Nel menù, definito dalla stessa cuoca "delizioso",erano presenti filetti alla Wellington con puré, salse e funghi "porcini".
I funghi, in realtà, erano Amanita phalloides , tra i più letali al mondo. La loro ingestione provoca grave avvelenamento, con esito mortale nel 70/80% dei casi. Inoltre, appaiono molto simili ad altre specie e il rischio di generare confusione con altri funghi è molto elevato.
Il pasto servito dalla ‘cuoca-killer', come già anticipato, era costato la vita agli anziani genitori dell'ex marito, Don e Gail Patterson, e a una zia, Heather Wilkinson. Solo lo zio, Ian, era sopravvissuto.
L’inchiesta ha ricostruito che Patterson, appassionata di cucina e amante dei true crime, aveva acquistato i funghi in circostanze poco chiare. In un primo momento aveva dichiarato di averli comprati in un negozio asiatico a Melbourne, ma emerse successivamente che li aveva essiccati lei stessa con un apparecchio trovato nella sua abitazione.
Aveva anche finto una diagnosi di tumore ovarico. Più di 50 testimoni erano stati ascoltati, ma nessuno aveva saputo spiegare perché una donna, descritta come “intelligente, spiritosa, madre premurosa", aveva messo in atto un delitto tanto efferato. In molti, anche tra i conoscenti, hanno ripetuto le stesse parole: “Sembrava una brava persona”.
Per Patterson il pubblico ministero aveva chiesto la massima condanna senza possibilità di libertà condizionale trattandosi di un reato della "peggiore categoria".
Leggendo la sentenza definitiva, il giudice della Corte Suprema Christopher Beale ha affermato ha sottolineato il "mancato pentimento" di Patterson, un comportamento che continua a offendere le vittime.
Anche se la difesa, facendo leva sull'età della cuoca-killer e sulla notorietà del caso, è riuscita ad ottenere una possibile condizionale quando Patterson, tuttavia, sarà ultraottantenne.