Uccide il cane del figlio mentre dorme: ritrovato con una spada da samurai ancora conficcata nel torso

Un gesto di violenza incomprensibile ha sconvolto la cittadina di Sandbach, nel Cheshire, in Regno Unito. Alicia Darcy, 54 anni, è stata condannata per aver ucciso il cane del figlio con una spada da samurai, mentre l’animale dormiva sul divano, lasciandolo soffrire fino alla morte. Quello che inizialmente era stato presentato come un caso di legittima difesa si è rivelato un episodio di crudeltà gratuita.
Gli agenti della Cheshire Police, intervenuti dopo la chiamata della donna il 12 ottobre dello scorso anno, hanno trovato il cane ancora con la spada conficcata nel torso, in posizione di riposo. La donna, in stato di ebbrezza, ha poi ammesso di aver accoltellato l’animale e di averlo lasciato morire lentamente sul divano.
Durante l’udienza di fronte alla Corte di Chester, Darcy ha riconosciuto di aver causato "sofferenze inutili" a un animale e di essere stata in possesso di "un’arma offensiva in luogo privato". Per questo le è stata inflitta una pena di 18 mesi di reclusione e un divieto di possedere o detenere cani per tutta la vita. La spada utilizzata nell’atroce episodio è stata sequestrata e sarà distrutta.
Il procuratore Charlotte Owen ha definito il caso "molto angosciante" e ha sottolineato l’incomprensibile crudeltà dell’atto:
Ha lasciato il cane morire con la spada conficcata nel corpo. Non è possibile comprendere come qualcuno possa infliggere una simile violenza a un animale e poi mostrarne tanta indifferenza".
L’episodio arriva in un contesto di crescente attenzione alle armi bianche in Regno Unito. Le cosiddette “spade ninja”, spesso utilizzate in aggressioni di strada, sono state vietate quest’estate. Ora è illegale possederle, fabbricarle, importarle o venderle. Le lame misurano generalmente tra 35 e 60 cm, con un solo filo diritto e punta in stile tanto.
Questo caso ha acceso i riflettori sulla violenza verso gli animali e sulla necessità di controlli più severi sugli strumenti pericolosi, lasciando dietro di sé un senso di sgomento e indignazione nella comunità locale.